mercoledì 12 giugno 2024

Mercoledì 12 giugno 2024: L'AMICIZIA che mi scalda il cuore: BRUNO e ADA... CORRADO e MARIA...

Oggi, 12 giugno, mi riporta a quattordici anni fa, 2010, alla perdita improvvisa di un carissimo Amico: Bruno. E oggi mi mancano i suoi sprazzi di allegria come esplosione di coriandoli ai nostri carnevali dimenticati. Bruno che, con la sua meravigliosa compagna Ada e i suoi splendidi tre figli (Leo, Vania, Tonio, che ancora oggi continuano a chiamarmi zia), ha reso i lunghi anni della nostra amicizia una continua scoppiettante fanfara, tenera e maliziosa, di battute, di risate, di effervescente generosità.

C’incontrammo oltre trent’anni fa in un Villaggio turistico del Salento, RACAR, dove avevamo comprato una tenerissima “casa delle fate”, una villettina su due piani, con i tetti rossi spioventi e le finestrelle dipinte di verde prato sul lato interno, dove una scalinata in pietra ci portava nel cortiletto in chi faceva superba mostra di sé una magnolia gigantesca merlettata di profumatissimi fiori bianchi. Sulla facciata esterna c’era una vetrata che custodiva gelosamente una cameretta con letto a castello per due dei quattro figli, e la camera da letto matrimoniale. A pianterreno c’era un bel salone con una cucina a vista e divani-letto per gli altri due figli. Una casetta che amavo tanto e che ci permetteva di tornare di anno in anno con la nostra gatta “Neve”, un persiano dal pelo lungo bianco e due occhi dorati che s’illuminavano di sole. In quel complesso di case e villette che circondavano un grande piazzale alberato ci incontrammo nel primo giorno delle nostre vacanze con Ada e Bruno e i loro tre bambini, il più piccolo dei quali, Tonio, nel passeggino. Fu un’estate bellissima che ci vide fare amicizia non solo con Bruno e Ada, ma anche con tanti altri villeggianti più o meno della nostra età, con figli giovanissimi che subito entrarono in sintonia con i nostri figli, divertendosi un mondo, andando al mare o in piscina o sotto un gazebo verdeggiante per i loro primi filarini e confidenze d’amore. Anche noi genitori ci riunivamo la sera per chiacchierare piacevolmente di noi, della nostra vita, dei nostri figli. Il più simpatico era Bruno, sempre con la battuta pronta, sempre ironico, divertente, allusivo, motivante per tutti. Generoso oltre ogni dire. Una sera i miei figli diffusero la voce della bontà dei miei panzerotti, delizia di parenti e amici. Era vero. Non sono mai stata una brava cuoca, ma ero veramente imbattibile nel fare i panzerotti. Ebbene, una sera preparai tre chili di panzerotti per tutto il villaggio e ci divertimmo da matti anche perché cominciò a piovere a dirotto e ci fu anche un black out per cui gli uomini, capeggiati da Bruno, andarono al paese Frigole distante qualche chilometro per comprare candele o fiaccole. Tornarono con i lumini per cimiteri, ma ciò non spense la nostra allegria, anzi!

Da quella estate non ci siamo più separati.  Siamo stati ogni anno ospiti della loro splendida villa nel paese dei miei suoceri, Surbo. Ospiti nella loro villa al mare, altra meraviglia. E prima, ospiti in una casa che aveva l’affaccio sul mare: dalla porta retrostante l’ingresso ci si tuffava direttamente nel mare salentino. Quanti compleanni di Ada abbiamo festeggiato di anno in anno il 16 agosto! E risate e scorpacciate di pranzi favolosi che Ada cucinava, con grande maestria e mai stanca di donarsi per tutti, per noi e tanti altri parenti e amici che avevano piacere di ospitare. Amicizia disinteressata, sincera, duratura nel tempo. E scherzi, favoriti anche da un fratello gemello di Bruno che si prestava ad una serie di simpatici equivoci. E tanti giochi da fare insieme all’insegna della semplice goliardia, di cui Bruno era il capo indiscusso. E da loro abbiamo incontrato Corrado e Maria e la loro storia d’amore, il nostro stare bene insieme sempre e comunque. Fino a quando tutto è venuto meno prima nella nostra casa e due anni dopo anche Bruno.  Ma già prima di lui ho dovuto dire addio a Corrado, eroico marito di Maria, sorella di Ada. Di loro e della loro straordinaria storia, prima che sia troppo tardi, scriverò, per lasciare un altro richiamo ai giovani di oggi perché sappiano che il vero amore esiste ed io, anche tramite loro, posso testimoniarlo.

Corrado è una promessa e una nostalgia. Maria, un canto di abnegazione.

Bruno è altro rimpianto scolpito nel cuore.  Bruno e Ada persino testimoni alle nozze di Peppino e Raffaella, la mia primogenita, oltre trent’anni fa… Poi, dopo un po’ di anni, sono cominciati gli addii.

È come in una sinfonia degli addii,

Dapprima un oboe e un corno

Poi il fagotto e un altro oboe

Quindi l’altro corno e il contrabbasso,

Ciascuno eseguendo

Prima di terminare

Il suo piccolo assolo:

Lasciando il movimento spegnere

Sull’ultima battuta

Dei violini.

Una intensa rivisitazione di un grande poeta contemporaneo, Franco Buffoni, della Sinfonia degli addii di Haydn e dei sui musici… Suggestione di un concerto particolare che ha suggerito ad una mia amica, straordinaria e dolcissima poetessa, il titolo della sua dolente e luminosa raccolta di poesie I musici di Haydn (Ada De Judicibus, SECOP edizioni).

Solo più tardi ho ripreso di nuovo a scrivere. Di noi, dei nostri figli, dei loro matrimoni e dei nipoti che ci hanno dato. E di Tonio, conosciuto nel passeggino che, nel tempo, era diventato il mio “sapientino” per la sua straordinaria intelligenza. Oggi è uno stimato medico, ma continua a chiamarmi zia Lina. La loro realizzazione è stata anche la nostra in una condivisione che non è venuta mai meno. Fino ai nostri giorni.

E, intanto, mi ero ripromessa di scrivere solo dei momenti di gioiosa spensieratezza e delle esperienze belle vissute nell’arco della nostra vita (mia, degli altri), e invece mi accorgo che questi ricordi sono ben più tristi di quelli di cui ho amato parlare nel mio “Spoon River” ultimamente. Non sempre si possono mantenere promesse e buoni propositi. Qualcosa, al di là della nostra volontà ce lo impedisce. Negli anni, del resto, ho dovuto sempre più confrontarmi con la morte, io che ne avevo terrore e cercavo di tenermene lontana. Giunge anche il tempo che la vedi fiorire come gramigna ad ogni passo e non si può più ignorarla o fare a meno persino di parlarne. E ora, purtroppo, non faccio che parlare di morte e di morti. Come se la vita non fosse niente altro. Oppure mi stesse precocemente presentando il conto. Chi o cosa mi spinge a farlo? Perché? Forse per via degli anni che m’inseguono senza tregua. E la morte è già un inevitabile richiamo. Forse perché i figli stanno scoprendo qualche filo argentato nei loro capelli. Forse perché, ancora una volta, molti scenari sono cambiati nella nostra costellazione familiare. Alcune stelle si sono spente, altre accese.

E domani riprenderò a parlarne in onore dell’Amicizia che ci fa onore, nel tempo e nello spazio e anche Oltre. Angela/Lina

  

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