martedì 4 giugno 2024

Martedì 4 giugno 2024: 16 anni di un arrivederci ancora da vivere...

Era appena trascorsa la mezzanotte quando mi dissero che… non voglio ricordare. Ogni anno ne parlo e aggiorno ricordi. Ogni anno avverto l’urgenza di raccontare ancora. Non me ne vogliate. Anche i ricordi dolorosi hanno bisogno di condivisione. Ancora di più se si sovrappongono dolore a dolore fino a non riconoscere più i confini dell’uno e dell’altro. E oggi è proprio così. Ho bisogno della vostra compagnia. Del vostro sostegno a rinfrancarmi almeno un po’. E riporto qui una poesia che ho scritto sul quasi saggio La coccinella dalle sette punte, che alcuni di voi conoscono già. Così, per ingannare il giorno, così per ingannare il dolore. Così, per essere insieme, come sempre a modo mio, confidando nella vostra presenza virtuale al mio fianco. Presenza salvifica che, “almeno per oggj, sovrasti paure e dolore e pensieri come lame nel cuore…”:

… ritrovarci vorrei

tra le stelle e l’alba

quando avremo cent’anni,

con gli anelli intrecciati alle dita

e ai polsi cinquanta catene,

e un cerino ancora acceso

in un incendio di foglie rosse

e gialle a ricordarmi l’autunno

dei bicchieri colmi di vino.

E avremo una casa un giardino

fiorito di plumbago e ginestre,

e sul chiavistello del nulla

una coccinella dalle sette punte

a portarci fortuna.

Con i suoi occhi di luna.

Un cane bianco e un gatto nero

avremo

il canarino perduto e ritrovato

e un canto di vela a regalarci

il mare

con l’azzurro di Chagall

alle pareti e un sogno ancora

insognato da sognare.

Piedi freddi d’amore avrò

e mani calde

preghiera notturna sarò

d’audaci carezze nell’arco delle braccia.

Avremo un canto di vino novello

nelle coppe insaziate

delle nostre mani.

E brinderemo al nostro

sbrindellato amore prima

dell’ultima sera.

Fragole di lucciole sul prato

del nostro risveglio

a coprire i battiti del cuore

e un biglietto nascosto

tra l’erba rinata

a ricordarmi il silenzio

più lungo dell’attesa…

… ci abbracceremo memori

di un passato fatto di noi

ubriachi di parole e di risate,

leggeri e innocenti. Saremo.

Uniti come non mai ci parleremo

Intrecciati a radici di terra

e di acque e di nuvole e di vino.

Per continuare a danzare

nelle ore che verranno

una seconda volta

come la prima volta…

E saranno calici levati al cielo, e sarà ritorno

e sarà eterno…

(… per ricordarcelo sempre quando rinasceremo…)

Sì, per rinascere ancora e ancora.    

E questa notte ho scritto:

Piano piano ti raggiungo

aggiungendo anni agli anni

mai sfiorati dai tuoi giorni.

Piano piano senza fretta

Perché non sei mai davvero andato via.

Sei qui ancorato allo stormire

delle foglie che mi porta il vento,

alla pioggia che segna di silenziose

lacrime i vetri che portano occhi

di rose e nontiscordardimè

nel giardino di giugno

          ad un passo dal cuore.

Piano piano continuo a scrivere di te

parole che nessuno può udire

che pure scrivo e non dico

sotto questo cielo per non farmi male.

Cielo lontano da nuvole annidate

come stracci di pensieri che non voglio pensare.

Piano piano, sosta dopo sosta,

affannata in carrozzella ti raggiungo

dove mi hai detto d’aspettarmi.

E non conosco la strada, il sentiero, il ponte

che nel sogno ricama arcobaleni.

Giro a vuoto intorno al tuo starmi accanto

più di allora,

quando le ore avevano carezze

rimaste inascoltate tra le mani:

le mie le tue per non darci mai un addio.

Fu solo un arrivederci

E neppure un sorriso tra le tue parole

    ti ho amato sempre

                     ti ho amato tanto…    

 (e io le attendo come allora

              Dietro l’angolo di casa…)

 

Grazie per la vostra affettuosa vicinanza. Ne sento tutto il calore e ve ne sono grata. Angela/lina

 

 

 

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