sabato 21 gennaio 2023

Sabato 21 gennaio 2023: la FELICITA’, un percorso di rose e di spine in cui bisogna credere… (continua)

Sì, ho fatto il pieno ed ora lo riverso a piene mani nel nostro blog. È bello provarci ancora, visto che davvero, nonostante tutto, sono in molti a definire “FELICITA’ la gioia provata per i motivi più disparati. Proprio oggi ho appena letto un bellissimo testo di Paola Polo, da me conosciuta in alcune presentazione di libri SECOP e poi seguita, nei limiti di tempo che quotidianamente mi concedo, sulla sua Pagina FB. Ve lo propongo. Riguarda il suo Compleanno, per cui le facciamo coralmente tantissimi Auguri!!!: Nella sabbia calda bagnata dal mare è inciso il mio nome strappato all’inverno. Gennaio mi ha accolta tra le sue braccia ma io da sempre rinnego il suo gelido freddo. E così a cavallo tra capricorno e acquario cerco invano il mio posto nel mondo. Ma un posto non c’è e mai ci sarà per    chi ricerca la felicità… E allora sorrido, mi vesto d’estate e corro scalza sulla sabbia sicura che il freddo non mi colpirà, buon compleanno a me!

E per quel che leggo, e che mi piace moltissimo, ravviso, nel sorriso di Paola e nella corsa sulla sabbia bagnata di inverno e di gelo, con la “certezza che il freddo non la colpirà”, tutta la felicità a cui va sempre incontro ogni volta che la cerca di qua e di là senza un “apparente” approdo, ma continuamente avvertito nel cuore.

Ed ecco uno scritto di Claudia Lerro, bravissima attrice di Teatro e ora anche di Cinema e televisione, nonché animatrice di un laboratorio teatrale molto ben avviato e seguito, proprio a Corato, suo paese d’origine, e mio di adozione. Altro particolare non trascurabile: annovero Claudia, nonostante i lunghi silenzi, tra le mie tantissime care amiche virtuali e reali! Imperdibile il suo testo: Non riesco a dormire. Forse perché ho ancora la gioia del laboratorio teatrale appena finito. Se immagino i circa 150 ragazzi di ogni età che abitano ogni giorno la mia scuola di teatro, mi commuovo. 150 anime in ricerca, in evoluzione. Nel mio paese. Una meraviglia che sembra un miracolo. E io e il teatro a loro servizio. Bea. Lori. Franci. Non riesco a dormire. Di felicità.

E non ci sono commenti alla sua vocazione per la recitazione e alla passione che accompagna ogni autentico talento che, se vissuto in ogni attimo della nostra vita, ci rende appagati, entusiasti, felici.

Oggi, poi, è la Giornata Mondiale degli Abbracci, altro motivo di felicità per chi sa godere di un pensiero, anche se più volte riciclato, da parte di parenti, amici, conoscenti. Prodigiosamente, inoltre, sui vari social sono apparse frasi, foto, immagini, didascalie che fanno bene al cuore perché ci offrono l’idea di una felicità vissuta o ritrovata grazie a questa giornata di abbracci virtuali, reali, corpo a corpo o anche a distanza. Un tripudio tenerissimo di felicità, in cui io, come annunciato ieri, affondo a piene mani. Non è facile che ci capiti. Occorre cogliere il momento giusto. La mia amica Ada De Judicibus direbbe “gli attimi puri”. E, per caso, mi sono imbattuta poco fa in una dolcissima foto di mio figlio Giuliano con la sua bellissima compagna Viviana Maurizi, persi in un abbraccio da brivido emozionale, tanto da fare impallidire le stelle, che stasera non ci sono perché offuscate da nuvole, vento e residui di pioggia. Ebbene, vi invito a cercare la foto su FB. Se possibile. Qui trascrivo la frase che la precede. Non è di mio figlio, ma è uno stralcio della canzone “Midnight Lullaby” del grande Tom Waits. In pratica, in italiano “Ninna nanna di mezzanotte”. Una ninnananna da scaldare il cuore. Giuliano ha scelto uno stralcio che ben si addice a Viviana. Eccolo: Cantare una canzone da sei pence,/ una tasca piena di segale/ Silenzio/ ciao piccola mia,/ non c’è bisogno di piangere/ Ci sono gocce di rugiada/ sul davanzale e caramelle in testa/ Stai scivolando nel mondo dei sogni,/ stai annuendo con la testa/ Quindi sogna

In realtà, la canzone è molto più lunga e con finissima trama psicologica connota meravigliosamente il rapporto d’amore di due innamorati, con tasche vuote e pensieri pieni di sogni. Quanto basta per continuare ad amarsi e a sognare. Non è questo che regala la felicità?

Ed è per questo che ve la voglio proporre per intero, grazie al testo, con diversa traduzione, inviatomi da mio figlio per mandarmi un tenerissimo abbraccio a distanza. Lacrime da confondere con le stelle che non ci sono, ma ci sono sempre e comunque a rendere luminoso il nostro cielo.



Ninna nanna di mezzanotte

 

Cantare una canzone da quattro soldi, con le tasche vuote

Adesso basta, piccola mia, non c’è alcun bisogno di piangere

Puoi fare le ore piccole* con me finché vuoi

Guardare la luna fuori dal davanzale e sognare

 

Cantare una canzone da quattro soldi, con le tasche vuote

Adesso basta, piccola mia, non c’è alcun bisogno di piangere

Ci sono gocce di rugiada sul davanzale, e caramelle gommose nella tua testa

Stai scivolando nel mondo dei sogni, stai annuendo con la testa

Allora sogna

 

Sogna del West Virginia, o delle Isole Britanniche

Perché quando sogni vedi per miglia e miglia

Quando sarai molto più vecchia, ricorda dove ci sedemmo

A mezzanotte sul davanzale, e facemmo quelle piccola chiacchierata

E sognammo

 

Andiamo e sogniamo

Andiamo e sogniamo

E sogniamo

E sogniamo

Andiamo e sogniamo

Approfittiamo anche noi per sognare. Ad occhi chiusi, ma anche ad occhi aperti. Non è mai tempo di smettere di sognare. E, a questo proposito, ritengo che sia bellissima la canzone “Come i treni a vapore” di Ivano Fossati. Con parole che sono di straordinaria poesia. Anche perché il sogno vince anche il dolore. Basta voler sognare, saper sognare per andare lontano e rincorrere anche spazi luminosi di felicità:

Io la sera mi addormento/ E qualche volta sogno/ Perché voglio sognare// E nel sogno stringo i pugni/ Tengo fermo il respiro/ E sto ad ascoltare// Qualche volta sono gli alberi d'Africa a chiamare/ Altre notti sono vele piegate a navigare/ Sono uomini e donne e piroscafi e bandiere/ Viaggiatori viaggianti da salvare// Delle città importanti io mi ricordo Milano/ Livida e sprofondata per sua stessa mano/ E se l'amore che avevo non sa più il mio nome/ E se l'amore che avevo non sa più il mio nome// Come i treni a vapore/ Come i treni a vapore/ Di stazione in stazione/ E di porta in porta/ E di pioggia in pioggia/ E di dolore in dolore/ Il dolore passerà// Io la sera mi addormento/ E qualche volta sogno/ Perché so sognare// E mi sogno i tamburi/ Della banda che passa/ O che dovrà passare// Mi sogno la pioggia fredda e dritta sulle mani/ I ragazzi della scuola che partono già domani/ E mi sogno i sognatori che aspettano la primavera/ O qualche altra primavera da aspettare ancora/ Fra un bicchiere di neve e un caffè come si deve/ Quest'inverno passerà// Se l'amore che avevo non sa più il mio nome/ E se l'amore che avevo non sa più il mio nome// Come i treni a vapore/ Come i treni a vapore/Di stazione in stazione/E di porta in porta/
E di pioggia in pioggia/ E di dolore in dolore/ Il dolore passerà// Come i treni a vapore/ Come i treni a vapore/ Di stazione in stazione/ E di porta in porta/ E di pioggia in pioggia/ E di dolore in dolore/Il dolore passerà…

E anche per oggi mi fermo qui. A domani...

Nessun commento:

Posta un commento