domenica 24 luglio 2022

Domenica 24 luglio 2022: il ritorno si veste di mare

Ritorno a scrivere sul mio amato blog, sul “nostro” blog, a distanza di un mese esatto e mi piace inazzurrare queste mie parole con tanto mare. Come è giusto che sia. Siamo a luglio. Siamo in vacanza. Il mare è un richiamo senza fine. E ritorno vestita di me e con alcune mie poesie sul mare che fanno parte di una nuova silloge intitolata I miei passi, ancora per poco inedita. E naturalmente i primi passi riguardano appunto il mare: 

 1^ parte Passi d’acqua (era d’estate)

     UNA STORIA SENZA FINE

 … danzano ballerine nell'azzurrità del mare

le ore dimentiche di tempo e di stagioni.

Volano le loro braccia al cielo delle nuvole

ed è già preghiera di perdono

tra sussurri di gocce che respirano dai fondali

correnti sotterranee e insidiose

su antiche illusioni di coralli e di sirene

e forzieri d’oro puro

che i pirati sottrassero ai re d’ogni contrada.

S'apre come fiore d'acqua e di luce

la danza a imbrigliare occhi incantati

che non sanno il magico canto della vita

a trattenere i giorni in sospensione

e tutto si fa intreccio di storie senza fine...

 Hanno graffi di corallo

i muri alti del cielo

E una quasi luna sorride

di pronostici di piombo

e acqua di rugiada

a conservare bellezza

e di giovinezza lo splendore

(l’alba di San Giovanni

                intenerisce sogni)

 

 Morfeo mi strizza l’occhio

 Complice delle mie notti insonni

Morfeo per brevi intervalli

mi consola con le sue braccia a culla

E - meraviglia delle meraviglie -

io corro e raggiungo il mare

sulle onde trasparenti di sole atteso

                    danzo

mi capriolo sulla sabbia ardente

mi fingo ballerina e poi bambina

- l’azzurro nelle tasche

sorrisi di giochi sulla riva -

Rido rido rido pazza di gioia

Per le gambe rinate

Le protesi abbandonate

Il volo di gabbiano che mi so

Ignorando il suo grido

Sull’intoccata verità del sogno

Che mi sgrida: - stai sognando! -

“Lo so”, mi dico, e corro

a perdifiato a rincorrerli i sogni

verdi le stampelle come di prato

nel buio della mia camera indispettite

per tanto abbandono

(le riprenderò domani

per attraversare il giorno…)


 Rosso sorriso d’estate

 Con passo felpato di gatto nero

Avanza la notte con occhi di stelle

Nei miei occhi persi di treni perduti

Nel bosco del tempo andato…

E mi trema dentro un mistero

D’acqua di mare che sogna

Passi d’azzurro a lasciare orme sul cuore

Perché nulla vada dimenticato

Prima che la luce riaccenda l’alba

(dono che ancora mi ricama

Rosso sorriso di seta e geranio

su labbra d’estate di rosso accese)

 

 Mare di paura

 Si gridava “il mareeeeeee!”

abbagliati dal suo antico splendore

E si urla “oh mare!”

rosso di sangue nero di morte

E il cuore ha brividi di paura

Un gabbiano vola e stride di dolore

sull’indifferenza assassina dell’uomo

(stanotte fioriranno stelle di luce

 a incantare occhi grandi bambini

                      che non sanno)

 

 Fiume di fango è il mare

 6 agosto

È un fiume di luce il mare

tra la terra e le case il cielo d’agosto

Da questa terrazza che confonde aerei

e gabbiani e guglie d’alberi

con l’erba dei campi, i fiori.

Oltre… la Città lontana

Inganno di sole la distanza

l’armonia e il silenzio

Ma inquieta l’anima

lacrima fango

in cui l’umanità umiliata affonda

al servizio d’ignobili comandanti

contro capitani di navi alla deriva

e mani di bambini in vana preghiera

(cosa di noi i posteri diranno?

Come ci assolveranno i figli?)

 

 Voglia di mare

 Voglio guardare il mare

Non c’è connessione internet

chiudo il computer e lo butto via

Voglio guardare il mare

Il mio cell a tratti funziona

chiudo spengo lo butto via

Il mondo può aspettare

Voglio guardare il mare

Dal tramonto all’alba

in questo giorno di dardi

infuocati

e frinire di cicale e canti di grilli

e vele bianche a toccare il cielo

sfinito addormentato mai vinto

Voglio guardare questo azzurro

che s’infittisce di stelle

tra alberi ingemmati di nidi

alla scogliera

E pigolii di notturno ritrovarsi

sotto il manto velato della sera

Voglio guardare la rara gente

che guarda ancora il mare

E il cielo e le rare nuvole

e il profumo di salmastro che respira

di vento che respira di barche e di onde

che piano s’addormentano

come pianto di bimbo

tra le braccia della mamma

(non c’è più fretta di giorni

ho solo voglia di guardare il mare)

 

E per oggi, quasi sazia di mare, mi fermo qui!

1 commento:

  1. Cara Angela è un flusso di parole dense di vita vera l'insieme di queste tue poesie. Le ho lette come fossero onda che mi ha sommerso e ho colto un senso del futuro ancora grande e meraviglioso, nonostante le situazioni dure e dolorose a cui fai cenno. Tra tutte però prediligo "Mare di paura"....che in poche righe focalizza il duro presente, ma lascia un piccolo spazio alla speranza. Ti mando un grande abbraccio, Giulia

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