Dopo il secondo incontro.
Riprendo il discorso
di ieri, passando in rassegna le Arti riconducibili alla creatività umana:
In Architettura, ogni architetto ha la sua porta e la sua finestra per soluzioni funzionali ed estetiche. E forse non ci sarebbero finestre oggi senza gli architetti che vanno in giro per il mondo a cercare soluzioni pratiche e geniali per ogni ambiente morfologico, fisico, antropologico, sociale, culturale. Valgano per tutti alcuni architetti del Novecento e di questo nuovo secolo: Ernst May, Walter Gropius, Peter Oud, Le Corbusier, il nostro Renzo Piano.
In Architettura, ogni architetto ha la sua porta e la sua finestra per soluzioni funzionali ed estetiche. E forse non ci sarebbero finestre oggi senza gli architetti che vanno in giro per il mondo a cercare soluzioni pratiche e geniali per ogni ambiente morfologico, fisico, antropologico, sociale, culturale. Valgano per tutti alcuni architetti del Novecento e di questo nuovo secolo: Ernst May, Walter Gropius, Peter Oud, Le Corbusier, il nostro Renzo Piano.
In Pittura, è facile
il riferimento ai tantissimi pittori che hanno dipinto le finestre, soprattutto
dall’Ottocento in poi, ma non sono pochi i luminosi esempi del passato. Caravaggio
e Vermeer, i pittori della luce, hanno dipinto finestre che catturano la
luminosità dell’ambiente esterno per farla riverberare all’interno sugli
oggetti e sui volti dipinti. E, più vicini a noi, Munch, Dalì, Picasso… Dal Novecento fino ai
nostri giorni, Edward Hopper e le sue finestre sulla solitudine e
l’incomunicabilità. Giorgio De Chirico e le sue finestre metafisiche ed
enigmatiche. Magritte e le sue finestre surrealiste fino a diventare una
ossessione, legata allo sguardo che vede e viene visto. Marcel Duchamp e le
finestre oscure ed ermetiche, provocatorie, misteriose e ingannevoli. Boccioni
e il mondo esterno complesso e caotico che riempie lo sguardo, i sensi e i
pensieri della donna (sua madre?), che osserva la strada, affacciata al balcone
e diventa un tutt’uno tra immobilità e movimento, tipici del fervore di vita
lungo le strade cittadine.
In Fotografia, si
pensi al nostro Giovanni Gastel con le ultime foto delle finestre al tempo
della prima ondata del coronavirus, gettando una sfida ai giovani fotografi per
occupare creativamente il lungo tempo della clausura.
Nella Musica e nel
Canto le finestre hanno un posto privilegiato: da “Fenesta ca lucivi”,
attribuita a Vincenzo Bellini a Fenesta vascia, una canzone molto antica di
ignoto napoletano, cantata teneramente da Roberto Murolo. E, a proposito di Fenesta ca lucivi, vi voglio confessare
una simpatica amenità per farci due risate insieme: era il mio cavallo di
battaglia dell’adolescenza e prima giovinezza. Ero una ragazzina canterina (l’“uccellino
della casa”, mi definiva mio nonno) e, quando aiutavo mamma nelle faccende
domestiche, ero solita accompagnare i miei languidi e morbidi movimenti (non
sono cambiata molto nel tempo) con le canzoni più lacrimevoli del mio romantico
repertorio, tra cui proprio Fenesta.
E così, disperata per un amore quasi sempre lontano, io impiegavo tempi
interminabili per riuscire nella semplice impresa di mantenere pulita la casa.
Mamma pazientava a lungo, ma alla fine, sistematicamente, mortificata e
dispiaciuta per tanta mia inspiegabile e inconsolabile pena, mi sollecitava a
fare più in fretta dicendomi: e, figlia
mia, ma che ti è capitato di così straziante? Non puoi scegliere un repertorio
più allegro? Se ne avvantaggerebbero la casa, l’umore e la salute.
Mia sorella Anna
Maria, a quel punto, si sentiva chiamata in causa, pur essendo più piccola di
me di cinque anni. In un baleno, spostando mobili anche pesanti quasi fossero
fuscelli, metteva a lucido tutto l’appartamento. Con grande sollievo di mamma.
E gratitudine da parte mia per avermi risparmiato una fatica a cui mi
sottoponevo per amore, ma molto malvolentieri.
Ma tornando alla
Musica e alle Canzoni, non posso non citare i tanti nostri cantautori: da
Modugno a Finardi, da Jovanotti a Baglioni, da De Gregori a Lucio Dalla, da
Arisa ad Emma Marrone e così via, per le loro più o meno famose canzoni
ispirate alle finestre.
In Teatro: da
Aristofane al nostro Eduardo De Filippo le finestre non mancano mai e spesso
fanno da sfondo alle numerose, allegre o tristi, vicende umane.
Al Cinema: valga per
tutte La finestra sul cortile di
Alfred Hitchcock. Indimenticabile capolavoro.
Per la Fotografia, il
Cinema, la Televisione, il Teatro vale la pena di ricordare cosa afferma il
fotografo Luigi Ghirri, parlando di finestre che per lui sono “confine tra
l’interno, quello che pensiamo, quello che vediamo, quello che possiamo vedere,
quello che dobbiamo vedere e quello che vediamo nella realtà cioè all’esterno”.
Questo punto di equilibrio tra il mondo immaginato e quello reale viene
identificato con l’“inquadratura”. Ma anche in letteratura tutto ciò non
sarebbe male. A questo proposito, ci
sono altre considerazioni da fare, secondo me molto interessanti soprattutto
per chi ama l’Arte in ogni sua espressione e, quindi, anche per chi desidera
scrivere o scrive in prosa e in versi. Come si sa, si dovrebbe partire soprattutto
dall’osservare la realtà che ci circonda e quella che “sentiamo dentro”.
A mercoledì 2 dicembre, dopo il III incontro di domani. Serena settimana a tutti. Ciao
da Marisa Carabellese
RispondiEliminaAbbiamo letto con Liliana la tua ampia dissertazione sulle finestre. Leggerti è sempre un grande arricchimento culturale e un grande piacere estetico.
Sei una miniera d'oro di creatività e di poesia.
Grazie e un grande abbraccio
Marisa e Liliana