… e tu ascolta le mie parole
sanno di storie segrete
sono musica grido preghiera.
Sanno il confine illimitato del cuore…
(a.d.l., versi inediti)
Carissimi, intanto auguri di cuore a quanti/quante
festeggiano oggi il proprio onomastico e sono davvero tantissimi anche nella
mia famiglia. Un nome per tutti: il mio amatissimo nipote Nicola Piacente. E, poi, nipoti e pronipoti al maschile e al
femminile, tantissimi amici e tantissime amiche. Un particolare pensiero a chi
è, da qualche anno, tra le stelle nel Cielo. Penso a Nico Mori e ai suoi meravigliosi figli Manuela con Alberto, e Alberto,
tanto caro al suo cuore. Cara a me tutta la famiglia.
Ma, al di là di tutto questo, scrivo oggi perché desidero
riportare qui i commenti di alcune amiche e alcuni amici presenti alla serata
della presentazione del mio saggio I LUOGHI DEL CUORE - una sola musicapoesia o
il contrario - (SECOP edizioni, Corato-Bari, 2025,
pp.170. Euro 14,00).
Sono commenti che scaldano il cuore e, con questo freddo
dicembrino e con i venti di guerra che sempre più soffiano nel nostro Pianeta,
ritengo che sia davvero importante riscoprire le vie del cuore se vogliamo
sperare di salvarci. Insieme è possibile:
<L'incontro di alcune sere fa per la presentazione del
libro di Angela De Leo (SECOP edizioni) si è svolto in una cornice magnifica,
ospitato da Filippo Ferrara in un
ambiente che ha contribuito a rendere l'atmosfera intima e suggestiva. Tenutosi
presso casa Ferrara a Corato, l'evento ha trasformato la tradizionale lectio in
una profonda riflessione sulla Poesia e sul suo rapporto con il suono.
L'autrice, che ho avuto modo di descrivere in passato come “l’etere tra
l’immagine e l’occhio” per la sua capacità di rendere la poesia uno speciale
conduttore tra percezione e realtà, ha delineato il senso profondo del titolo,
offrendo la sua interpretazione dei “luoghi” non come spazi fisici, ma come
rifugi e paesaggi interiori dell’anima. La serata è stata sapientemente
condotta da Mariella Medea Sivo, la
cui grande preparazione ha animato il dibattito ponendo una domanda
fondamentale: “Essere poeti: si nasce o si diventa?”. Su questo punto, gli
autori hanno risposto con molta umiltà. De Leo ha espresso la sua dedizione
come qualcosa di “innato”, mentre Curci, pur partendo da un modesto “non so”,
ha guidato gli ascoltatori attraverso le sue argomentazioni, portando infine
alla conclusione implicita: si nasce poeti. Il vero catalizzatore della serata
è stato Vittorino Curci, poeta,
scrittore e noto sassofonista jazz. Ha sottolineato l’importanza dell’ascolto
dell’autore come atto essenziale. Ha portato l’esempio di Leopardi, noto per
essere stato un lettore pessimo, e il suo intervento è apparso in un primo
momento paradossale. In realtà, proprio l’esempio contrario chiariva il senso
profondo del suo discorso: anche quando l’autore legge male, l’attenzione si
concentra su ciò che sta dicendo e non sulla bellezza della voce. È questa
vicinanza alla fonte del testo che permette di coglierne la forza intrinseca e
la parte interiore dell’autore, quella che spesso rimane nascosta. L’intervento
di una ragazza giovane ci ha riportati tutti alla nostra giovinezza: l’età in
cui si inizia a essere poeti, scrittori, pittori, musicisti, matematici ecc. Il
saggio di Angela De Leo su Curci è una porta d’accesso a un mondo interiore. Besa Nuhi
Una serata indimenticabile. Prosa, poesie e musica hanno
creato un'alchimia magica dalle sfumature eteree. Grazie alla tua insuperabile,
instancabile, incantevole mamma e donna, vaso di una moltitudine di saperi e di
una raffinatezza senza tempo. Nunzia
Tarricone (ha scritto questo commento privatamente a mia figlia Raffaella).
È stata una serata bellissima! In termini assoluti. Sono
strafelice di aver minimamente contribuito a questo evento imperdibile. Grata a
te, a voi 😘 Mariella
Medea Sivo.
La serata si è svolta in un diretto confronto tra i due
autori: Angela e Vittorino, sul come la poesia possa essere intesa in modo
diverso dalla psiche femminile e dalla psiche maschile. Per Angela la poesia è
una creazione spontanea che scaturisce da una pulsione interna che sente
l'urgenza di esprimersi, per Vittorino la poesia sa di ricerca, di analisi, di
riflessioni. Sicché in Angela l'immediatezza intuitiva, creativa nasce nell'emisfero
cerebrale destro, l'elaborazione poetica in Vittorino proviene dall'emisfero
cerebrale sinistro. Essendo i due emisferi complementari fra loro, posso concludere
che le diversità d'intesa di partenza alla fine si incontrano, si ampliano e si
completano. Le dissonanze sono un arricchimento! Angela Lotito
Una squisita serata, sobria, schietta e insieme profonda, per
contenuti artistici, legami personali, riflessioni collettive. Moderati da
Mariella Medea Sivo, la "poetologa" Angela De Leo e il poliedrico
Vittorino Curci si sono (ri)trovati ai margini di un tempo
"tridimensionale" i cui assi confluiscono nel punto in cui l'arte
diventa dono: il tempo trascorso fra le pagine di una storia che diventa un
saggio critico letterario mantenendo un legame emozionale che fa ancora
capolino alla parola 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒; quello presente fra 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 che parlano della 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑎 attorno alla sempre audace e
irrinunciabile domanda "cos'è la poesia?" mentre le note, ora
divertite ora virtuosistiche del sax passano per audaci “dissonanze” tutte tese
ad accentrare ed esaltare “consonanze”; quello futuro nell’entusiasmo di
domande sincere e appassionate soprattutto di giovani ai quali il dovere di una
risposta non può esimersi dall’assunzione di responsabilità e dall’impegno
costruttivo a una eredità migliore di quella ricevuta. Storie, generazioni,
arti, parole, poesia che attraversano fogli, pagine, sedie e perfino silenzi
soffiati nel becco d’un fiato che non diventa nota ma lascia aperto l’orizzonte
della musica che può ancora diventare. Della pagina ancora da scrivere. Del mattone
ancora da posare. Della nuvola ancora da scalare. Della terra in cui ancora
sporcarsi le mani. Vito Davoli.
Come è facile notare, sono commenti molto incisivi e
interessanti che meritano di essere letti e commentati in una sorta di tavola
rotonda nel nostro blog.
Intanto, mi preme
sottolineare che siamo stati accolti dal dott. Ferrara nel suo Palazzo, che ha
sapore di Dimora, Famiglia, Cenacolo sacro di Cultura e Letteratura, respirata
a pieni polmoni da quanti: poeti, scrittori, giornalisti, prima di noi si sono
avvicendati a leggere le loro opere, grazie alla straordinaria offerta gratuita
della propria casa da parte di Filippo Ferrara, novello, accogliente, colto,
sorridente Mecenate dei nostri giorni. Figura più unica che rara in questo
tempo di scarsi lettori, di persone indifferenti alla Cultura e all’Arte in
tutte le sue nobili manifestazioni. Persone più propense ad una serata in
pizzeria o a una partita di burraco negli pseudo circoli culturali del nostro
paese. Pure, ci sono stati due interventi molto profondi, soprattutto per
competenza musicale e letteraria che hanno fatto la differenza e che mi hanno
dato la misura del loro valore. Peccato che mi sfuggano i nomi, ma spero di
poterli recuperare grazie alla nostra eccezionale presentatrice, Mariella Medea
Sivo, preziosa più che mai, insieme al sorriso rassicurante del suo partner
Nicola Rizzi, di solito ottimo interlocutore e bravissimo fotografo sempre.
Desidero puntualizzare, però, che non amo le omologazioni e
le semplici consonanze, come erroneamente sono stati interpretati alcuni miei
esempi, effettivamente poco chiari, perché amo, al contrario, le contraddizioni
e il contraddittorio, come ben sapete, miei cari lettoti, e le dissonanze che
ci aiutano a riflettere sui vari punti di vista e a migliorarci, tenendo conto
della validità o meno del punto di vista di ciascuno.
Il mattatore della serata, comunque, come è stato ben
rilevato, è stato Vittorino, eclettico, geniale, irruente, tracimante come un
fiume in piena con i suoi molteplici talenti. Straordinarie sono state le sue
performance con il sassofono: stupendo scorrere delle acque e “suoni onomatopeici”
di rara significatività. A pagina 130 del nostro libro ecco dei versi di Vittorino
che traducono in parole quanto ci ha fatto ascoltare col suono del suo sax: … e la luce di ogni luogo, sulle/ palpebre di
uno straniero che taglia l’acqua del fiume/ con le forbici di una vita semplice,
ma non priva di/ mistero./ come spiegare l intensità di un verde? I libri sono
ancora/ sugli scaffali l’aria e dolce e noi siamo assolti da ogni/ peccato./
quel poco che era possibile prevedere non ha tradito./ men che meno la buona
solitudine
Ecco, il mistero si accompagna spesso con la poesia e la
solitudine del poeta. Il mistero non va svelato, pena la perdita della poesia e
la perdita della sacralità che accompagna la nostra vita. Dalla nascita alla
morte.
Sarebbe stato molto interessante leggere le pagine seguenti,
ma l’intervento estremamente intelligente quanto inatteso di una ragazzina, Morena Procacci, che sistematicamente è
presente alle serate in casa Ferrara, ci ha riportato alla concretezza della
realtà: la serata a lei è piaciuta molto perché non abbiamo letto i nostri
interventi, ma siamo “andati a braccio” rendendo meno formale e più
interessante, spontanea, immediata e coinvolgente la serata.
Grazie, carissima
Morena, futura scrittrice oltre che accanita lettrice, perché hai scompaginato
tutti gli schemi e soprattutto i nostri pre-giudizi sulla realtà di oggi. Finché
ci sarà una ragazzina in gamba come te, abbiamo motivo di sperare ancora…
Grazie a tutti quelli
che ci hanno fatto dono dei loro sentiti e profondi commenti. Serate così sono
da ripetere, vero dott. Ferrara? Il primo a cui tutti noi dobbiamo gratitudine
e riconoscenza.
Buona Immacolata e
sereno Santo Natale a tutti. Tempo si rinnovate Speranze e di Ri-nascita all’insegna
di tutti i luoghi che il nostro cuore abita. Angela/lina
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