Mi hanno dato l’onore di leggere le parole di
Angela, insieme con l’onere di scegliere la pagina da leggere. Onere davvero
pesante, perché ogni pagina delle oltre 800 de Le piogge e i ciliegi è una
Pagina, con la P maiuscola. E chi ha letto i due volumi sa di cosa sto
parlando.
Ho pensato, allora, a una
collana, una collana in cui si alternano il rosso corallo, carico di energia
vitale, e il lunare candore della perla, simbolo della femminilità creatrice.
Ho pescato ogni singolo
granello di questa collana nel mare Angela, Angelina, Lina, un mare che
abbraccia le piogge e i ciliegi che trasmettono amore mentre lo raccontano,
anche quando le parole si rivestono di malinconia.
“Non canto più né la
gioia né la disperazione. Si è perso il canto. Si è perso” (pag. 303 vol. 2)
E, ti chiedo, Angela, la
scrittura, come tu dici, “La scrittura mi si impone Mia degli Altri” (pag. 176 vol. 2), cos’è, se non canto?
“… il mio
libro
Il
sovrapporsi di parole che, se le vedi sul foglio non riesci più a leggerle, ma
se le vedi all’orizzonte sono il trenolungolungo di ogni mia meraviglia;
e, se le
distendi sul rigo, formicolano silenziose, portando il carico di sogni e
sgomenti, di stupori e paure;
e, se le
leggi in verticale, diventano pioggia di pensieri che sembrano un imbroglio di
lettere e, invece, irrorano l’anima e la rigenerano di ricordi per ridonarci
una nuova fioritura;
e, se le
vedi controvento, sono stormi di uccelli che nugolano nel cielo e lo ricamano
in una danza che non ha soste né direzioni e mi portano in alto in alto dove
tutto è
Inno alla
Vita. Gioiosa libertà. Meravigliosa Armonia.” (Pag. 196 vol. 2)
Non è canto, canto
corale, “La creatività moltiplicata per due e data in eredità ai figli”?
(pag. 316 vol. 2)
“Le parole…
I figli…” (pag. 315 vol. 2)
“Poi torna
l’arcobaleno. E non so più se è un segno di speranza o ancora un’illusione
questo insieme di colori che mi prefiguro per dipingere giorni migliori.” (pag. 303 vol. 2)
Eccoti, “araba fenice a risorgere
continuamente dalle mie ceneri” (pag. 322 vol. 2)
“rinascere oltre la
notte e le perdute sere” (pag. 375
vol. 2)
Con “occhi incantati
per scoprire un prodigio” (pag. 325
vol. 2)
“devo crederci
ancora… sognare ancora… vivere ancora…non devo smettere di stupirmi…” (pag. 354 vol. 2)
Come quando, bambina,
giocavi con la luna
“E in quel cortile
io giocavo con la luna, quasi gomitolo di lana da imbrigliare ai rami del gelso
e afferrare attraverso la finestrella delle rose per posarla sul mio cuscino.”
(Pag. 394 vol. 1)
La stessa luna, eterna
bambina come te, che nasce e rinasce
la luna
bambina
che si
culla nel volto scuro
del cielo e
lo rischiara.
appena nata
quasi una
nuova creazione
del mondo.
senza pianto.” (pag. 327 vol. 2)
Senza pianto, sì, senza
pianto.
“Oggi è, ancora una
volta, anzi, più che mai, tempo di nascita e di rinascita… anche per me…” (pag. 204 vol. 1)
Grazie Angela, Angelina, Lina, grazie di essere ciò
che sei.
Mia nota a questa bellissima pagina, portatami in dono da Isabella Antonacci che, con suo marito Umberto, sono venuti in libreria (la nostra libreria Secopstore a Corato) per la presentazione del meraviglioso saggio critico-letterario di Vito Di Chio, splendido saggista e prezioso amico, "Una finestra aperta sui sogni" (SECOP Edizioni, 2020)
Nel leggere e rileggere questa pagina, che desidero condividere con chi avrà la bontà di seguirmi ancora, dopo tanti inevitabili intervalli di silenzio, mi sono sorpresa, emozionata, commossa. Mi sono sentita attraversata dall'attenta lettura di Isa, dalla sua capacità di focalizzare alcune espressioni a me particolarmente care perché connotano la mia personalità e, quindi, la mia scrittura che da questa prende forma e vita, ma soprattutto mi sono sentita avvolta dal suo affetto profondo e sincero...
Grazie, Isabella, per la tua presenza nei miei giorni di rinascita e oltre. Angela, con gratitudine.
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