mercoledì 15 ottobre 2025

Mercoledì 15 ottobre 2025: ottobre, novembre e dicembre: tre mesi di culle e di urne nel calendario del cuore...

Sono passati ben 10 giorni dal nostro ultimo incontro e finalmente ritorno a scrivere, ritorno a voi miei affezionati e pazienti lettori, che mi accettate così come sono: prolissa, piena di lungaggini superflue, emotiva, spero empatica, pronta a mettere in comune i sentimenti, quel nostro sentire corale che ci fa vibrare insieme e ci rende complici di un mistero più intenso di quello delle stelle, che stanotte mi hanno dettato queste parole. Abbiamo storie diverse, ma un comune sentire in quanto ogni nostra parola è viva e ci sollecita a raccontarci in un confronto a più voci: ognuna col proprio suono, il proprio ritmo interiore a renderci unici e liberi e veri. Oggi, per esempio, ho voglia di parlarvi di questi ultimi tre mesi dell’anno perché sono mesi che preludono all’inverno e ai ricordi sempre più forti tra chi è nato in questi mesi e chi ho perduto, per condividere con tutti voi le gioie e i dolori che non sono soltanto miei, ma di tutti noi, per non sentirci mai soli. A ottobre sono nati i miei due fratelli: Pino, il maggiore, il 3 ottobre del 1948, e il 10 dello stesso mese, Mimmo, nel 1950. Siamo ormai tutti vecchiotti e malandati, ma ci vogliamo ancora un mondo di bene. Ma il 4 ottobre è nata la figlia maggiore di Pino, Marica che oggi ha una figlia, Aurora, nel fiore degli anni e con tanti interessi e tanti progetti realizzati e ancora da realizzare. Sono le nostre proiezioni nel futuro che vedremo con i loro occhi. Ma il 4 ottobre è nato il mio grande amico serbo Dragan Mraovic, che abita da qualche anno tra le stelle. E sempre ad ottobre è nato il mio meraviglioso amico Cris Chiapperini, <stupendo poeta sulla carta e nell’anima e noto attore di teatro e televisione. Cris, ancora oggi, tra le stelle, illumina il firmamento quale grande poeta e grande attore. E non può essere altrimenti. Ben lo sanno i suoi amici attori, da Lino De Venuto, straordinario Van Gogh sulla scena di tanti prestigiosi Teatri, a Vito Signorile, che ancora emoziona e accende e riscalda, con la sua voce, la sua antica e nuova “Casa”: l’Abeliano. I baresi, e non solo, sanno di cosa parlo…> (tratto dal mio libro LA COCCINELLA DALLE SETTE PUNTE (SECOP edizioni 2023), in cui si possono leggere alcune poesie di Cris, inviatemi dalle sue due amatissime figliole e mie carissime amiche Caterina e Rossella, con altri preziosi aneddoti, che lo connotano magnificamente, come padre, amico, poeta.   E ho perso una persona di straordinaria cultura e altrettanta umanità: Bice Leddomade, docente di Psicologia dell’Età evolutiva negli anni ’70-’80 del secolo scorso. Con lei ho vissuto una esperienza formativa molto arricchente per un lavoro sulla dislessia, che mi ha vista sua collaboratrice fino a che una caduta non mi impedì di raggiungerla al terzo piano del nostro Ateneo a Bari. Ma, al di là di questa collaborazione, che io consideravo e considero un grande privilegio, Bice mi è molto cara perché fu lei ad accogliere per prima tra le sue mani un fascio di poesie che io non osavo far leggere a nessuno. Si illuminò. Mi sorrise con i suoi indimenticabili occhi verdi e mi disse che erano poesie da pubblicare senza perdere altro tempo. Lei stessa portò il fascicoletto al prof. Michele Dell’Aquila, ordinario di Letteratura Italiana nella facoltà di Magistero dello stesso Ateneo. Nacque così il mio primo libro di prose e poesie ANCORA UN FIORE (1982). Abbiamo mantenuto i contatti a lungo, poi, come spesso accade, subentrano altre urgenze di varia natura (familiari, professionali, e così via) per cui, a poco a poco, anche i rapporti più belli finiscono per subire i colpi del tempo. La notizia della sua morte un colpo al cuore, che non smetterà mai di amarla e di esserle grato. Accanto a lei desidero ricordare la grande Rita D’Amelio, docente di Letteratura per l’Infanzia, anche lei presso la Facoltà di Magistero dell’Ateneo barese. E anche con lei, negli stessi anni, c’è stato un bellissimo rapporto di amorevole materna amicizia. Severa con gli studenti, molto tenera con lo staff dei professori al suo seguito. Amava farsi chiamare “zia Rita” e ci dava amore e fiducia. Spesso voleva essere accompagnata da me per le vie di Bari e persino in banca, dove depositava parte del suo stipendio. Ed io le ero grata per tanta stima e fiducia. Poi, andò in pensione per sopraggiunti limiti di età, ma continuammo a sentirci a lungo per telefono e per lei era una gioia sentire la mia voce. Ma, a causa della sua galoppante ipoacusia, cominciò ad essere diffidente. Ad ogni chiamata si rifugiava nel rifiuto a rispondere fino a quando io non osai più chiamarla per non procurarle ulteriore paura e tremore. Poi… gli anni sono passati. Il 23 novembre del 2018, uscendo dall’Università (dove eravamo stati ospiti io e il mio carissimo amico e poeta Nico Mori della bravissima, luminosa, sorridente, attenta alle esigenze di ogni suo studente, della prof. Valeria Rossini - mia ex alunna delle scuole medie -, docente associata di Pedagogia, per presentare il mio romanzo Le piogge e i ciliegi, dedicato a mio nonno, presso l’Aula Magna del Magistero alla presenza dei suoi tanti studenti - mattinata davvero memorabile -) lessi il necrologio della prof. Rita D’Amelio, salita al Cielo. Tanti ricordi e tante lacrime. Si concludeva così un bellissimo periodo della mia vita professionale, amicale, affettiva. Dicembre, infine, si apre  con la nascita (2 dicembre 1973) di mia nipote Isabella, figlia della mia amatissima sorella Anna Maria e del suo sfortunato giovane sposo Nicola Parisi; nascita della mia meravigliosa mamma Melina nel lontano  3 dicembre 1919; il 20 dicembre la nascita del mio carissimo amico Biagio; il 23 quella dell’amatissimo poeta e scrittore Nico Mori; il 27 la nascita del meraviglioso, umile, generoso e grande poeta e fotografo di fama mondiale Giovanni Gastel della nobile famiglia Visconti di Milano. Ma devo ricordare tra rinnovate lacrime il volo tra le stelle di Cris e di Sevaggia C Serini, a cui dedico queste parole: alla mia dolcissima GAZZA che mi abita nel cuore da quando ho conosciuto il suo immenso Cuore. Anima di Cielo che svolazza nel mio giardino da quando due anni fa mi sorprese il suo andarsene in silenzio per non darmi pena come una figlia tenera e devota fa con la sua mamma per non morire in due. E lei vive in me più VIVA che mai. Alla mia immensa Selvaggia con tanto AMORE.

E oggi mi fermo qui per non coinvolgervi ancora di più tra le mie lacrime, che non posso fare a meno di versare per le tante perdite, tutte presenti nel cuore. A presto, Angela/lina

 

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