martedì 6 giugno 2023

Martedì 6 giugno 2023: da Roma in Puglia il viaggio delle PAROLE che meritano ascolto...

Ieri ho lasciato parlare il cuore per ricordare tutti i momenti di gioia e di lacrime di felicità vissuti a Roma. Non ho parlato, però, di due persone che tracimano il cuore perché, con le loro PAROLE universali che abbracciano tempo e spazio, si sono sistemate nell’anima in tempi diversi e con modalità diverse ed io me le tengo strette strette per stare meglio con me stessa e con gli altri. Parlo di Selvaggia C Serini, la fantastica traduttrice dei miei versi in inglese e di tutte le PAROLE magiche dette il 27 maggio al Marriott di Roma: sensibilissima, bravissima, coraggiosissima. Di lei ho già parlato, ma sento l’urgenza di continuare a farlo perché senza la sua dedizione alle mie parole da tradurre, con tutte le difficoltà presentate dai miei versi spesso visionari e di difficile lettura, e compenetrandosi mirabilmente nello stile connotativo della mia scrittura, molto probabilmente non ci sarebbe stata la mia silloge STEPS, pubblicata dall’Università di Dallas e forse neppure il Premio Gjenima.

E Milica Ostojic, giornalista professionista presso l’Associazione della Stampa Estera in Italia. Una persona molto importante nel modo della Stampa, ma per me preziosissima amica che, dopo la devastante caduta a Belgrado, nell’ottobre del 2019, mi è stata vicino con costante presenza, grande amore, protettiva tenerezza. Altro luminoso esempio di grandezza e umiltà. Miliza è venuta a Roma per starmi vicino in un giorno così bello ma anche per svolgere il suo compito di Giornalista, intervistando con grande professionalità un po’ tutti i fantastici Relatori. Come non essere grata ad entrambe? Come non nominarle per assaporare questa felicità insieme? GRAZIE GRAZIE GRAZIE...

E, intanto, le loro voci sono per me un richiamo di altre voci incontrate spostandomi da Roma al Sud, nel barese in Puglia, dove sono le mie verdi radici, che s’inchinano ai sempreverdi ulivi…  

Con Gjeke Marinaj, il 28 maggio siamo approdati a Corato, dove vivo, per riprendere a parlare di STEPS e di Premio Gjenima anche a Modugno, nella mattinata del 29 e a Corato nella stessa serata, per completare il viaggio delle PAROLE a Bitonto, la sera del 30 maggio.

A Modugno (Bari), come già detto, Cettina Fazio Bonina, fondatrice e Presidente di Porta d’Oriente,   nonostante fosse alle prese con le sue molteplici attività culturali, con una presenza quotidiana da capogiro su tutto il territorio barese, non ha perso tempo nell’organizzare in onore del prof. Gjeke Marinaj una mattinata nella Sala Consiliare del Comune di Modugno, prontamente coadiuvata, come sappiamo, dal Sindaco, ing. Nicola Bonasia, e da tutto lo staff del Consiglio comunale. Ebbene, avrei dovuto riportare qui l’accurato excursus del mio percorso poetico da parte del carissimo amico Raffaele Nigro, ma nei giorni scorsi non ne ho avuto il tempo. Provvedo oggi perché davvero ne vale la pena leggerlo: Conosco Angela De Leo da almeno trent’anni, una donna gentile e innamoratissima della poesia, in una stagione certamente precedente il suo bisogno di fondare conPeppino Piacente la SECOP e passare da Bitonto, la città degli ulivi, a Corato. Un’operazione coraggiosa questa che spiega anche il carattere della donna che è stata con Giancane, Bellino, Bizzarro e altri poeti tra i maggiori esponenti del gruppo La Vallisa. Un gruppo che, secondo la visione culturale di Giancane, tende a scoprire talenti in ambito letterario.

A proposito della sua poesia, proprio Bizzarro credo abbia espresso a proposito del primo libro di versi, Ancora un fiore, edito nel 1982, il parere di una creatività neo romantica. Parole accolte e confermate da Biagia Marniti, la poetessa di Ruvo, che aggiunge a questo giudizio, una “modulazione spesso lorchiana, circolare e istintiva”. Ma il neoromanticismo non dice nulla, dal momento che i tre quarti della produzione poetica italiana di questi anni è tutta neo romantica. Anzi ho da rilevare che il romanticismo pervade anche gran parte della narrativa del nostro tempo, che sia storicistica e che sia minimalista. Credo piuttosto a ciò che della De Leo scrisse nel 1990 in Periferia Centrale Marco Ignazio de Santis. Il primo affacciarsi della giovane Angela alla finestra della società è venato da una purezza d’animo e da una forma di innocenza che le impedisce di vedere il volto vero dell’umanità. Ma col passare del tempo quella maschera cade, ed emergono “i volti di gesso/ truccati d’urgenza/ per la commedia umana/ sul palcoscenico della vita”.

Non a caso, il titolo della seconda raccolta è Sul naufragio del sole, che denuncia il crollo della verità e della luce che ha illuminato finora la vita. Siamo nel 1986 e il romanticismo si è trasformato in voglia di combattere, di “graffiare il silenzio”, spaccare le maschere e far venire allo scoperto il volto vero della società. La poesia potrà anche sgorgare incantata, ma la ragione è tale che la bloccherà e offrirà una ben diversa forza di lottare. Questi versi, rileva Maria Marcone nelle pagine introduttive, si intridono di pathos e di rabbiosa consapevolezza che c’è un gioco perverso nella vita, il candore dell’anima si scontra con la torbidezza della collettività. Il mondo è altro da quello che noi abbiamo creduto e sperato.

Ma a salvare l’autrice dall’angoscia è l’adesione al gruppo della Vallisa, la scoperta dell’amicizia e della possibilità di vedere intorno un grande muro di solidarietà. È il tema affrontato nel 2004 da Il gelso e le rose, edito da SECOP. Gli amici allargano le braccia e la accolgono, danno conforto e aiutano la giovane a difendersi. Sono gli anni in cui la De Leo dà molto credito al gruppo de La Vallisa, è aperta all’amicizia con Daniele Giancane, la Santoliquido, che si uniranno all’amore immenso che le portano i membri della sua famiglia: “noi punto fermo mai uguale”. Una dichiarazione aperta di amicizia viene testimoniata, ad esempio, dallo studio su Giancane edito nel 2015 da Solfanelli come La fanciulla ermafrodita. Ma ormai ha aperto la sua attenzione a un macrocosmo di interessi. Comincia ad occuparsi di prosa, di critica d’Arte e di fotografia, introducendo il volume di Marcello Carrozzo, mentre avvia lunghi rapporti con la Serbia, partecipando insieme ai vallisiani a molti convegni e soprattutto acquisendo e coltivando una lunga amicizia con Dragan Mraovic, poeta, scrittore, già console serbo a Bari e traduttore di molti poeti pugliesi nel suo Paese. È Dragan che promuove manifestazioni e premiazioni di autori baresi a Belgrado. Un’amicizia che purtroppo ha creato nel tempo dei dissapori all’interno del gruppo. Ciò si è risentito all’interno della poesia della De Leo, perché l’apoteosi dell’amicizia espressa in gioventù ha prodotto riflessioni amare sulla vita, che nel frattempo è stata funestata anche dalla morte del suo compagno. Versi raccolti nel volume edito dalla SECOP Il gelso e le rose.

Comunque, una lunga esperienza poetica che è sfociata in ultimo nella produzione di altre prove letterarie, con una raccolta di racconti, Trattenendo il respiro, romanzi che ricalcano la propria condizione esistenziale di questi anni, fitta di un rinnovato interesse per la scrittura e per la promozione culturale ed editoriale. Con la rivista <Correlazioni universali> stigmatizza la necessità di confronto tra culture e l’incontro tra poeti di varia provenienza geografica, mentre nella rivista <NEDA> si accolgono tematiche di vario genere, storia, geografia, antropologia. Non ultimo è un blog creato dalla De Leo la poetologa. Allo scopo di “incontrare gli altri sul filo della poesia e della scrittura in genere. Per promuovere ascolto, reciprocità, confronto, comprensione e condivisione”. Raffaele Nigro

 Grazie dal più profondo del cuore, Raffaele, hai fatto un lungo, attento, prezioso lavoro di ricerca, documentazione, di avveduta intuizione su certe posizioni che mi hanno sempre vista come “Alice nel paese delle meraviglie” fino a che uno “specchio rivelatore” non mi abbia condotto a frugare nell’ombra acquitrinosa, da cui ho dovuto salvarmi fuggendo mentre feroci coltelli stavano per raggiungermi alle spalle. Ma qualcuno ebbe la forza e il coraggio (c’è stato sempre qualcuno a comprendermi e a volermi bene) di avvisarmi in tempo per evitare lo scempio di una mia silloge poetica, a cui il grande e compianto Giorgio Bàrberi Squarotti aveva fatto una recensione così generosa da segnare una amicizia straordinaria di grande stima ed affetto fino all’ultimo giorno della sua vita. Quella soffiata più che me salvò da una pessima figura chi aveva ordito il tranello alle mie spalle. Con Giorgio, invece, è stato un rincuorarci e sostenerci a vicenda, perché, mi diceva e scriveva in uno scrigno prezioso di lettere, aveva scelto me che usavo in ogni cosa il mio cuore di poesia, oltre l’insolito incanto visionario della mia scrittura…

E ora ho le lacrime agli occhi per la tua limpida e vera amicizia e per quella generosa e sincera del grande critico torinese che d’estate abitava poeticamente le sue amate Langhe.

Ma un’altra grande consolazione mi proviene da un altro grandissimo critico letterario, Il prof. Giovanni Dotoli che con te, nella nostra mattinata modugnese, ha fatto dei commenti a caldo sulla mia poetica desunta da STEPS, la silloge che Gjeke Marinaj ha pubblicato presso la sua Università di Dallas. Alle parole di Dotoli, di cui purtroppo non ho potuto conservare testimonianza, è seguita la richiesta di alcune mie poesie da far pubblicare sulla sua Rivista internazionale <NORIA>. E oggi tale invito si fa sogno da realizzare a breve. Mi è giunta notizia che i miei versi saranno pubblicati sul n. 6 della prestigiosissima Rivista <NORIA>, dal respiro francese e non solo, essendo il prof. Dotoli, come ben sai, docente presso l’Università della Sorbona di Parigi.

Cosa chiedere di più ai miei 81 anni di ininterrotta poesia? Cosa chiedere di più alla vita e al buon Dio? Sono doni incommensurabili che solo l’AMORE, di cui sono circondata, supera e si fa pane quotidiano, in cui includo sempre gli altri. Non so portare rancore. E non è un merito. Sono fatta così. Ma il cielo è talmente grande che ci comprende tutti avvolgendoci d’azzurro…

GRAZIE, prof. Dotoli! GRAZIE, Raffaele! GRAZIE, miei carissimi Cettina e Antonio! Alla prossima con tutti voi che amate leggere le mie parole. Sempre grata, Angela 

Nessun commento:

Posta un commento