lunedì 21 novembre 2022

Lunedì 21 novembre 2022: Giornata Mondiale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Albero: qualche altra riflessione...

Riprendo da quanto scritto o riportato ieri: Certo, è una bella responsabilità farsi carico del proprio talento, appunto perché non lo scegliamo. Non è un’attitudine, è una dote. Da Platone a Hillman, in molti hanno parlato di “daimon”, una specie di spirito guida, un compagno invisibile portatore del nostro destino, che è la nostra componente originaria, il nostro codice da decifrare, attuare e onorare.

La penso esattamente come Simone. Desidero aggiungere, però, che oggi è il 21 novembre, “Giornata dell’Albero”. È una giornata che mi piace molto perché segna il nostro contatto con il mondo naturale. Bellissimo è il rito di piantare gli alberi, di cui si fanno carico la Scuola dell’Infanzia e la Scuola primaria per educare i piccoli e i ragazzi all’amore per le piante e gli animali, al rispetto per i generosi alberi che danno tutto di sé senza nulla chiedere in cambio se non un minimo di cura per non appassire. Ritengo, infatti, che per tutte le cose occorra partire dalle origini, dalla natura, che è la madre primaria della nostra esistenza, fonte del nostro quotidiano sostentamento. Se poi nella natura vediamo tutte le Creature di un Creato voluto da un Creatore, allora anche in un albero potremmo vedere l’immaginaria fonte dei nostri talenti: le radici che affondano nell’humus della terra; il tronco che cresce verso l’alto e mette rami e foglie e germogli per dare i suoi frutti in base al suo codice, che fa di un albero quell’albero e non un altro. Albero, che verdeggia e fa ombra o dà i frutti non per sé stesso ma per gli altri in una continua offerta di sé per il benessere di tutti. E i rami più alti sembrano forare il cielo alla ricerca, non sempre vana o illusoria, della carezza rassicurante di Dio. L’importante è crederci. La fede ci salva sempre. Anche dal razionalismo, dall’agnosticismo, dal materialismo e persino dal nichilismo. Almeno io credo! E mi piace concludere con due voci complementari: … Siamo un corpo energetico, ogni molecola del corpo umano in realtà è una vibrazione di energia. L’atomo, quando cambia stato, sta assorbendo ed emettendo frequenze elettromagnetiche. Oggi si sa già che diversi stati di emozione, percezione e sentimenti si traducono in diverse frequenze elettromagnetiche. (…). Così lavora l’universo, perché riporta in restituzione ciò che emettiamo. Elimina dalla tua vita l’abitudine di guardare il lato cattivo delle persone e delle situazioni. È possibile che oggi veda i tuoi ostacoli e sia diventato esperto nel lamentarti e non nel ringraziare. Per questo non puoi fare a meno di parlare della crisi finanziaria, delle persone che la provocano, delle situazioni che ti feriscono e delle frustrazioni della vita. (…). Siamo rimasti intrappolati dalla vibrazione della nostra energia negativa. Anche se intorno a noi sembra che ci siano mille motivi per lamentarsi, dobbiamo guardare da un altro focus e trovare così motivi per essere grati. La gratitudine è uno degli strumenti più potenti per aumentare la vibrazione che puoi praticare. Un esercizio fondamentale per la tua crescita è essere grati alle persone e alle situazioni della tua vita che ti fanno andare fuori di testa ed arrabbiare. Scopri così perché sono tutti così arrabbiati intorno a te. Considera la possibilità che agiscano come uno specchio per mostrarti aspetti di te che devi cambiare. Quello che dobbiamo sapere è che tutti abbiamo il talento, l’energia e la capacità di essere felici. Ma dobbiamo dare i comandi giusti alla nostra mente, in modo che possa attivare i nostri talenti più appropriati in ogni situazione rendendoci al top di quello che possiamo realizzare di noi. Uno degli ingredienti principali della felicità è essere grati per tutto quello che abbiamo e per le persone che arricchiscono la nostra vita. Thic Nhan Thahn, poeta e pensatore Zen, volato di recente tra le stelle.

Ma, in questo periodo di lacrime e di violenze a livello mondiale, chi ci esorta a non perdere la Speranza e a essere Felici è il Papa dei poveri, degli oppressi, dei perseguitati, dei bambini calpestati in un mare di sangue e delle madri aggrappate alla croce del loro dolore. Papa Francesco. Tanti sono i suoi scritti in questi giorni di lutti e di pianto: Rileggere la propria vita educa lo sguardo, lo affina, consente di notare i piccoli miracoli che il buon Dio compie per noi ogni giorno; L’amore è inquieto. L’amore non tollera l’indifferenza. L’amore ha compassione. Compassione significa mettere il cuore in gioco, significa misericordia. Giocare il proprio cuore verso gli altri: è questo l’amore. L’amore è mettere il cuore in gioco per gli altri. È, infatti, l’amore il veicolo trainante verso la felicità e Papa Francesco scrive ancora: Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un’oasi nel profondo dell’anima, e ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti felici con gli amici anche quando ti feriscono. Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: “Ho fatto degli errori”. È il coraggio di dire: “Mi dispiace”. È avere la sensibilità di dire: “Ho bisogno di te”. È avere la capacità di dire: “Ti amo”. Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità… che in primavera possa essere un amante della gioia e in inverno un amante della saggezza. E quando commetti un errore ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore (…) soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità perché la vita è uno spettacolo incredibile.

Lo credo anch’io, soprattutto in riferimento ai nostri bambini e adolescenti che meritano di vivere in un mondo migliore di quello che gli stiamo lasciando in eredità. Riempiamoci di pensieri positivi e di Speranza se vogliamo accarezzare l’utopia di un futuro mondo di PACE. A cominciare da oggi. Domani potrebbe essere molto tardi, perché già ai nostri giorni regna sovrano il culto del brutto, della volgarità e della violenza; la paura della guerra nucleare; il bisogno di immergersi tra la folla ritrovata quasi che il Covid 19 sia un lontano ricordo e non una minaccia sempre incombente, date le sue continue mutazioni. Ma desidero cercare e trovare un valido appiglio di Speranza soprattutto facendo riferimento alla Generazione Z di fine millennio e inizio nuovo millennio. Generazione, che è padrona della tecnologia digitale e ha nuove modalità di approccio al mondo virtuale e reale; è  più consapevole e responsabile dei pro e dei contro dei nuovi sofisticatissimi strumenti di informazione e comunicazione a livello planetario e interplanetario. Oppure ai Ragazzi “Indaco” e “Cristallo”, che lasciano ben sperare in una nuova spiritualità, fatta di riscoperta del Cristianesimo e di un nuovo Umanesimo. Sono, questi ultimi, ragazzi dotati anche di straordinaria memoria, chiaroveggenza, sensibilità artistica, attitudini paranormali, sensitività, telepatia, talento nelle sue molteplici applicazioni. E di AMORE nel sommo grado del PERDONO. Come vado leggendo su riviste culturali, scientifiche e non.

 Saranno questi nuovi nati tra i due millenni a favorire un cambiamento di rotta a livello mondiale e a scongiurare le guerre in atto e la distruzione del nostro pianeta?

Io spero nelle loro “ribellioni” positive e propositive e spero anche nelle loro parole nuove a tenerci compagnia durante il viaggio dell’anima in cerca di possibili rive di felicità. Occorre munirsi di ricordi. Approdare all’infanzia del mondo, alla nostra infanzia, a quella dei nuovi nati per scoprire quanto diverso sia stato e sia il modo di essere bambini nello scorrere del tempo.

Ai primordi dell’umanità era appunto la “non conoscenza” a colmare gli occhi di “curiosità” per scoprire il mondo e farselo amico, in mezzo a enormi difficoltà di “adattamento reattivo” alla realtà circostante.

La nostra infanzia ha avuto sapore di grandi scoperte e di enormi perdite di riferimenti valoriali da recuperare.

Oggi c’è tanta conoscenza e tanta realtà virtuale da confrontare con quella reale sempre più filtrata, spesso negativamente, dai nuovissimi strumenti di informazione e comunicazione.

Rimane la fiducia nei nuovi bambini e nella possibilità di una rinata Umanità. Angela

 

  

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