Amo visceralmente il mare. E mi viene in mente, in questo periodo estivo di vacanze, una ballata che ho scritto alcuni anni fa e rimasta inedita per tante vicissitudini negative a lungo vissute, prima di poter ritornare con maggiore serenità a riabbracciare le sue onde, dimenticando anche le ballate. Ma ora voglio scriverla per voi. Si intitola proprio “La ballata della lunga onda”: Un’onda m’avvolse dorata/ verde chiara, tenera quasi rugiada/ m’avvolse di ricordi biancospino/ frizzanti bicchieri colmi
di
vino./ Vino invecchiato oltre trent’anni/ con tutti i miei amori i miei
affanni./ Con lo splendore delle cose passate/ con il dolore delle carezze
negate./ Vieni a salvarmi portami un ramo/ di mandorlo in fiore noi due siamo/
vento di mare e canzone di nostalgia/ siamo forse amore o solo malinconia/
siamo campane a festa siamo violino/ siamo silenzio muto e luce del mattino./
siamo distanza vuoto ansia disperazione/ ma siamo anche filo dello stesso
aquilone./ Siamo tanto siamo tutto forse solo niente/ ma siamo noi due e siamo
soli tra la gente./ Vieni a consolarmi portami del buon vino/ brinderemo al
sogno gettato nel cestino./ Vallo a recuperare amore fammi sognare/ non gettare
l’ultimo sogno in fondo al mare/ (avremo almeno un sogno da ricordare)
E tra qualche giorno mi portano al
mare. Non più nel Salento, come da sempre abbiamo vissuto il mare per lunghe
stagioni e tanto amore, ma nelle vicinanze di Roma, dove i fondali non sono
limpidi e luminosi come le “Maldive” salentine, ma sono ugualmente belli da
guardare e disperdere sulle acque pensieri, ricordi, tristezze e sorrisi. Qualche
giorno fa, mio figlio Giuliano mi ha detto che vuole vedermi sorridere ed io “ubbidisco”
soprattutto per fargli piacere, ma anche perché sono circondata da tanto amore
che sarei un’ingrata se non lo facessi. “Un giorno senza sorriso è un giorno
sprecato”, mi ha detto salutandomi perché doveva già andare via. E mi pare che
abbia proprio ragione. A lui hanno fatto eco tutti gli altri di casa e le altre
figlie che vivono a Roma e sono in attesa di riabbracciarmi con una manciata di
mare tra le mani. Non porto con me il computer, ma solo il cellulare. Non potrò
scrivere sul blog. Ho fatto al mare una promessa: riempirmi gli occhi del suo
azzurro splendore. E ai miei figli di chiacchierare per vivere davvero “INSIEME”
questa vacanza. Ritornerò a casa verso la fine d’agosto. E prometto di
riprendere a scrivere per essere anche noi di nuovo “INSIEME”. Ma questo
periodo di silenzio servirà, credo, a ritemprarci, a fare spazio tra le parole
(sempre troppe) che avete letto, con interesse oppure stancamente, perché diventi
più motivante il “vuoto” da riempire. Spero di mancarvi almeno un pochino. A me
mancherete sicuramente, e tanto. La scrittura è una delle mie principali
ragioni di vita. Una risorsa meravigliosa a cui non riesco a rinunciare. Mi mancherà!
E, di riflesso, mi mancherete tutti voi. Egoisticamente forse, ma non solo…
E, allora, così come ho cominciato, vi
lascio con un profumo di mare tra le dita… e lo sguardo perso nel cielo anche perché
oggi si festeggia nel mio paese (Bitonto) e in altri paesi viciniori la Madonna
degli Angeli, per cui tutte noi che ci chiamiamo ANGELA facciamo riferimento a
LEI, come nostra protettrice e Suo richiamo al volo e a mettere le ali per
volare sempre più in alto per trovare l’azzurro anche nel cielo/Cielo, mentre
una vela sfiora un’ala di gabbiano e si fa sogno di rinascita per me che ormai
vivo in carrozzella.
E ringraziare vorrei dal profondo del
cuore la carissima Francesca Pice che, senza saperlo, mi saluta con “l’ondosa
azzurrità…”. Grazie e ancora grazie ad Antonio Castellano che ha fatto una
doviziosa, colta, attenta, amorosa descrizione della MADONNA DEGLI ANGELI,
citando le varie Chiese pugliesi in cui si venera anche con affreschi molto
belli e suggestivi ad opera di GASPAR HOVIC, a Ruvo di Puglia, Bitonto, e nel Convento
dei PP. Cappuccini di Altamura. E grazie di vero cuore a quanti (tantissimi) mi
hanno fatto dono di attenzione, stima, affetto!
Grazie infinite a tutti e buone vacanze! Ci ritroveremo a
fine agosto. Ci sarete? Spero di sì!
“QUANDO ANDRAI Al MARE”: non dimenticare i miei occhi/ a riempire
panieri di onde/ fiorite di lapislazzuli e stelle marine/ per gl’inverni che
verranno./ L’abbraccio di sale sulla pelle di sole./ Il tempo che rimane/ è
quello che sogni di conchiglie/ ed echi di mare ha trascinato/ con la sua rete
di frodo./ La nenia delle barche il rombo dei motori./ Le mani a nido sul
volto levigato/ e gambe a falce tra spruzzi di panna/ a navigare allegria. / Oggi abisso di rimpianto è
il mare/ di piedi nudi disuguali e una scia/ d’azzurro senza la libertà di
osare/ eppure gli occhi sono ancora/ approdi d’oceani alla sconfitta dei
giorni/ su passi dimentichi ella riva/ (faro e conchiglia per rinascere schiuma
di mare)
Ancora INSIEME appena possibile. Angela/lina.