E oggi si cambia pagina e registro. Luglio dà il via all’estate piena e alle vacanze. Quando ero bambina si diceva, nel giorno di San Pietro e San Paolo, il 29 giugno, “oggi si apre il mare”, cioè comincia la stagione di andare in vacanza (per chi se lo poteva permettere) e ci si attrezzava per raggiungere il mare a pochi chilometri da casa. Ebbene, io ero convinta che d’inverno gli adulti chiudessero il mare con enormi tavole per aprirlo a fine giugno. E mi lambiccavo il cervello per capire come facessero a chiudere e ad aprire quella enorme distesa di acque azzurre, sempre in movimento, che tanto mi affascinavano. Ebbene, in seguito, ho imparato a viverlo il mare in tutta la sua immensità: nuotando, andando sul pedalò, facendo parecchie crociere… ma questo è solo l’antefatto di quanto vi vado ora a raccontare. Ed è un ricordo meraviglioso che mi è piovuto tra le mani nel mettere ordine nei cassetti del passato remoto per liberarmene per sempre o per conservare. Ha prevalso questo secondo impulso. Per non dimenticare…
Nel 1996 la Redazione
della Rivista femminile <Donna Moderna> organizzò una Crociera letteraria
nel Mare Mediterraneo sulla MSC Crociere con tanti scrittori, giornalisti,
psicologi, gente di spettacolo, con l’intento di trascorrere 15 giorni di Incontri
letterari, Convegni, Tavole rotonde, Spettacoli. Io ero abbonata alla Rivista sin
dalla sua nascita 1988 perché già scrivevo novelle, da oltre un decennio, su
<Bella> (come vincitrice del Concorso “La penna d’oro”) e su <Marie
Claire>, così ricevetti l’invito per due persone a parteciparvi a prezzo
scontatissimo. Ospiti d’onore: il famosissimo scrittore Alberto Bevilacqua e la
altrettanto famosa Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta di chiara fama.
Poi gente di spettacolo come Nino Frassica, il bravissimo cantante Ivan
Graziani con la sua meravigliosa famiglia, il duo musicale Antonio e Marcello,
il famoso visagista e scrittore a livello mondiale Diego Dalla Palma con la sua
mamma Agnese, verso la quale aveva premure di figlio attento, tenero, devoto, l’Azienda
di Giocattoli Clementoni con la famiglia al seguito…
Furono quindici giorni
di immersione totale nella cultura, negli spettacoli, nella musica, nell’arte e
nella bellezza. In un percorso favoloso che comprese le isole greche con
Santorini, in primis, fino a raggiungere, Capo Sunio, il promontorio delle
meraviglie, con il tempio di Poseidone,
lo Stretto di Corinto da vertigine, prima di giungere al Pireo, al porto di
Atene; e ancora, le coste della Turchia, l’Africa settentrionale con l’Egitto,
il Cairo, El Alamein col suo Sacrario Militare Italiano, il deserto fino ad Alessandria,
sulla foce del Nilo, le Piramidi, per risalire il mare Adriatico e sbarcare,
come ultima tappa a Venezia.
Nota divertente ma non troppo: In Egitto, un cammelliere mi
rapì mettendomi di peso su un cammello mentre Primo lo inseguiva urlando.
Voleva pagarmi con 10 cammelli. Fu un’avventura di paura che, per fortuna, si
risolse in risata con la minaccia di far intervenire la Polizia di Stato.
Io e Primo facemmo amicizia soprattutto con Alberto Bevilacqua un affabulatore
molto disponibile, ironico, attento agli altri con tanta empatia. Anche Maria Rita Parsi e Ivan Graziani si rivelarono attenti e simpatici conversatori.
Conservo ancora molte fotografie bellissime di quei giorni memorabili…
Ma l’amicizia con Alberto fu magica, tanto che una sera, tra
il serio e il faceto, volle intervistarci. Ma mentre Primo rispose con
esilaranti battute ironiche alle domande dello scrittore, io mi munii di
quaderno e penna per annotare a imperituro ricordo le domande e le risposte
così da non perderne traccia. Ancora oggi amo scrivere tutto quello che mi
sembra interessante e degno di essere ricordato su “NOTE” del mio cellulare,
che è diventato uno scrigno prezioso da lasciare in eredità ai miei figli e
nipoti. L’unica eredità che posso lasciare ai miei figli e nipoti, visto che da
tempo ho distribuito equamente tutto quello che possedevo. Niente montagne di
soldi, solo q.b. come le prese di sale per i vari cibi, ma tanto tanto amore
dato e ricambiato con amore (più ricevuto che dato a onor del vero, per le mie
innumerevoli attività culturali e letterarie che durano ancora oggi, nonostante
gli anni e gli affanni!). Ebbene, ecco le domande e le risposte all’intervista
svoltasi “tra il serio e il faceto”, presa però da me molto sul serio:
D n.1: Angela De Leo
che parla di Angela De Leo come se la caverebbe?
R.: Penso non male, anche perché scrivo (romanzi, racconti,
poesie, saggi) quasi sempre di me: di me come sono o credo di essere, di come
“sento” di essere, di come mi piacerebbe essere. Il tutto naturalmente filtrato
dalla mia personalità, dalla mia sensibilità, creatività, fantasia. Dalla mia
capacità di “sondarmi”.
D n.2: E allora chi è e
come è Angela De Leo?
R.: C’è una poesia, “Quasi una cronistoria”, che fa
parte della mia prima raccolta Ancora un fiore (1982) in cui
ci sono più o meno tutta.
(Eccola
per voi, miei cari lettori del blog, tanto per farvene un’idea: Io/
niente (infinitamente meno di un atomo/ nell’universo)/ io tutto (per me)/ Io
vuoto di idee/ io idea nel vuoto/ Io madre e bimba e fanciulla/ e donna e sposa
e amante/ amica nemica./ Io/ e sono stanca di lottare/ io e il mio lasciarmi andare/
e mi voglio truccare/ per sentirmi nuova/ e diversa e allegra e affascinante./
Io e la mia voglia di parlare,/ io e la necessità di tacere./ Io e i miei
silenzi/ e i miei pensieri/ e il riso e il pianto/ e la gioia spenta/ con te
(dentro)/ senza di te (mai)/ presente e assente/ con le ali e prigioniera./ Io
con le albe sempre vicine/ io con rive sempre lontane:/ io bella io brutta io
vecchia/ con i prati nel cuore./ Divertente (è raro)/ noiosa (quasi sempre)/
Innamorata/ Senza amore/ Io inutile/ io non io/ Io viva io vera/ io dubbio io
certezza./ Io e le mie scuse/ io e le mie frane/ io e le mie rose./ Io e la mia
pazza idea/ di far l’amore sull’erba/ in macchina a scuola al supermarket/ sul
tetto (come i gatti)/ al cinema (sono una diva)/ nel letto al caldo al buio/
con tanta luce con te./ Io e i miei pudori/ i miei rossori le inibizioni/ nude
e sradicate/ spesso sbagliate dimenticate./ Io e il mio candore/il desiderio
del pulito/ del sempre uguale/ del banale del naturale/ dello scontato:/ Io in
pieno sole/ con la mia faccia da farmi male/ sempre la stessa diversa/ con
rughe nuove e occhi grandi/ senza più lacrime./ Io sotto la luna (sul mio
balcone)/ con tutto il chiarore/ dei sogni lontani/ ancora miei ancora intatti/
e disperati e mai vissuti/ con pelle chiara e sorrisi teneri./ Io memoria e
nostalgia/ con i miei morti nell’anima/ e l’infanzia e gli anni maturi./ La mia
paura del domani:/ Io sempre io mai/ io e i guai/ miei degli altri e del mondo
intero./ Io sola fra la gente, indifferente/ (non m’interessa)/ Disponibile (mi
spiace tanto./ Io che peccato/ ti sono amica ti voglio bene/ voglio aiutarti./
Io e chi mi aiuta/ con questa pena sempre presente./ Io rassegnata io
disperata./ Io e non posso dormire/ e voglio mangiare/ e i chili in più e i sogni
in meno/ e i conti che non tornano mai/ le addizioni e le detrazioni/ e tutte
le complicazioni/ della mia anima troppo viva/ e delle mie mani sempre tese/
ancora belle un po’ sciupate/ e delle dita sempre vuote/ anche se inanellate;/
e dei perché senza risposta/ e dei quando senza tempo/ e dei come mai uguali/ e
dei se e dei ma/ e delle date da ricordare/ e di certi anniversari da
dimenticare./ Io e la mia voglia di cantare/ (non ho più voce)/ e di ballare
(non ho più fiato)/ e di ascoltare (c’è troppo chiazzo)/ la musica (quella
romantica)/ al buio (mi piace tanto)/ sulla poltrona (e senza occhiali)/ e
ciglia schiuse/ e il tuo maglione sulla mia pelle/ e il tuo cuore che batte
forte/ e io lo sento e sono felice/ solo per poco e poi infelice/ e poi l’amore
(nelle intenzioni)/ e i ricordi (sempre gli stessi)/ e ancora il pianto (tanto
per cambiare)./ Io e la voglia di dimenticare./ E la forza di ricominciare./ E
il bisogno di pregare/ per me per te per chi amo/ per chi mi ha offeso/ per chi
ha frainteso/ per chi ha preteso/ senza averne diritto/ di disporre di me dei
miei giorni/ sempre vuoti/ delle mie notti spesso bianche./ Io/ e il ricordo di
ieri/ io e la realtà di oggi/ senza fughe né ritorni/ senza pretesti (non si sa
mai)/ per litigare e fare la pace./ Io e le mie malinconie/ le nostalgie/ la
mia capacità di fantasticare/ la mia fragilità il mio sognare/ Io intelligente
(intuisco al volo)/ - presunzione? -/ mediocre (mi manca la battuta)/ pigra (il
disordine mi opprime)/ eclatante (è solo una sensazione)/ timida (non chiedo
mai per prima)/ tenera (e carezzo le tue ciglia)/ brillante (se sto tra la
gente in sintonia)/ ambiziosa (diventerò qualcuno)/ ignorante (non so proprio
niente)/ presuntuosa (eppure so tante
cose)/ creativa (i miei pensieri)/ esibizionista (racconti e poesie)/ relativa
(non ho mi finito)/ remissiva (hai sbagliato non t’arrabbiare/mi sono sbagliata
hai ragione)/ io superlativa mai assoluta/ io dolce incoerente alternativa/ e
la mia voglia di niente/ io costruttiva (m’invento sempre senza costruirmi
mai)/ io e domandare e imprecare/ e le parolacce che non so dire./ Io e il
desiderio di aggredire e la necessità di accettare/ Io sempre sì io pochi no/
io e non saper offendere/ io e non saper perdonare./ E il sorriso per gli
altri/ e l’amore per i vecchi/ e la pietà per i vinti./ Io e i gioielli le
pellicce i cristalli/ Io e niente ha valore/ e solo bisogno d’amore/ Io e le
tue tele/ io e le mie poesie/ e la scuola che odio/ e i bambini che adoro./ Io
e la televisione sempre accesa/ e che combinazione e scommettiamo/ che
ossessione/ Io nevrotica (sono sempre in crisi)/ e i miei santi (solo in
paradiso)/ io tranquilla (dicono gli altri)/ e i miei cieli sul mio cortile/ e
le mie speranze nella mia casa./ Io e la voglia di essere libera/ e non so dove
andare e come fare/ e l’assurda decisione di rimandare/ Io con me stessa a
metà/ e le contradizioni/ i cedimenti le delusioni e gli abbandoni/ e le
emozioni (le mie passioni)/ Io e tutto quello che mi dai/ Io e tutto quello che
non ho avuto mai/ Io verticale io orizzontale/ io e tutta la mia storia/
scritta dentro/ io che non sarò mai storia./ Ma…/ sono solo/ tutto questo/ IO?
Ma ho anche pensieri
colmi di sole: tuffi di gioia tra sabbia e mare, e cieli imbrigliati ad ali di
gabbiano verso porti d’azzurro…)
Credo, comunque, - continuai -
di non discostarmi molto dalle donne della mia generazione in termini di
sudditanza al padre e al marito, ma con il dono di un pizzico di “ribelle
follia” a rendermi diversa anche come figlia e madre, eternamente dimidiata tra
ribellione alle regole delle strette “secche della quotidianità” e la mia anima
zingara sempre in cerca di nuovi orizzonti per volare…
D n.3: Penso che la
domanda possa essere banale e scontata, ma inevitabile: quando hai cominciato a
scrivere e perché?
R: Anche la risposta è banale e scontata, ma inevitabile:
ho cominciato a scrivere non appena ho imparato a tenere la penna in mano. Sono
stata e sono una grafomane. Ho scritto i primi versi sui banchi di scuola, sui
muri dei bagni, su qualsiasi cosa avessi a portata di mano. Mi piaceva
sorprendere, trasgredire, essere originale. Anche con ironia e autoironia. Ma
sono anche partita dall’ascolto delle fiabe del mio nonno materno e dal
desiderio di trascriverle su carta per non dimenticarle, per saperne di più
circa la loro origine. Frutto solo della fantasia del nonno? Scoprii che anche
le Fiabe di Italo Calvino ci avevano messo lo zampino, nonostante mio nonno
sapesse a malapena leggere, ma lo faceva con caparbia, puntigliosa, ammirevole volontà
di imparare.
D n.4: Ma quando hai
deciso di pubblicare quello che scrivevi in prosa o in poesia?
R.: Devo risalire agli anni Ottanta, quando una Docente
di Psicologia presso l’Università di Bari, Prof.ssa Bice Leddomade, dopo aver letto alcune mie poesie, mi consigliò di
rivolgermi a qualche “addetto ai lavori” perché erano, secondo lei, degne di
maggiore attenzione e di più ampia diffusione. Mi rivolsi al Prof. Dell’Aquila,
Docente di Letteratura Italiana presso l’Università di Bari. Il luminare, dopo
aver letto alcune pagine, mi disse che erano degne di nota e mi mandò dal Prof.
Daniele Giancane, che aveva la
Cattedra di Storia della Letteratura dell’Infanzia presso la stessa Università ed
era soprattutto noto come poeta. Qualche tempo dopo, ci incontrammo per avere
un suo giudizio e, perentoriamente, tenendo tra le mani il dattiloscritto di Ancora un fiore, disse: “Questo si
pubblica!”. È stato l’inizio delle mie pubblicazioni senza il supporto delle
Riviste femminili, a cui ho accennato prima.
D n.5: Hai preso in quel momento
coscienza della tua “vocazione”?
R: La poesia è molto di più di
una vocazione per me. È la mia stessa vita. Ci sono dentro tutta quanta. Non
posso dire voglio o devo scrivere poesia. Io la sento dentro. È una musica ancestrale.
Ritmo, suono, emozione. È un tutt’uno con me. Non ne posso fare a meno. A volte
è una necessità. Una urgenza. Un mistero sempre.
(per il nostro blog, intanto,
leggo quanto il poeta e attore Rino
Bizzarro, nella Prefazione o Postazione ad Ancora un fiore, posta sul retro-copertina, citando Gustavo Adolfo Bècquer, scrisse: - Cos’è
Poesia? - E tu me lo domandi?/ Poesia…
sei tu!, e continuò: Così si esprime
Gustavo Adolfo Bècquer dal profondo del
suo ottocentesco romanticismo in una perla lirica di mirabile purezza. Se fosse
possibile la contraddizione dei termini, mi piacerebbe usare appunto il termine
romanticismo - moderno-contemporaneo - per la poesia di Angela De Leo, che si
presenta oggi al giudizio del pubblico con questa raccolta “ANCORA UN FIORE”,
così scoperta, ingenua, indifesa, dichiaratamente priva degli astuti strumenti
del consumato mestiere della penna e della parola, e perciò stesso più
preziosa. Romanticismo - moderno-contemporaneo - per il piglio sentimentale e per il
particolare timbro poetico con cui Angela De Leo ci racconta la sua storia, la
storia della sua famiglia, dei suoi affetti più cari, dei suoi dolori più
nascosti e cocenti, riuscendo qualche volta persino a esorcizzarli nella
catarsi della pagina scritta. Una nota di singolare personalità è data dal
felice connubio tra poesia e prosa, dove la poesia spesso si fa prosa e
viceversa per il raggiungimento di una più elevata capacità espressiva,
ricercata con caparbietà e con fede; ottenuta in esiti poetici di assoluta
sincerità ed anche di grande partecipazione emotiva. La poetessa insomma
racconta sé stessa in un raccoglimento quasi confessionale, lasciando il
lettore più attento, non superficiale e distratto, con un piccolo dono di
bellezza tra le mani.
Avevo dimenticato l’attenta
tenerezza e generosità delle parole di Rino Bizzarro nel parlare della mia
prima silloge pubblicata. Proprio per questa ragione ho voluto postare questa
pagina oggi, al di là della intervista di Alberto Bevilacqua così acuto e
scanzonato nel pormi le domande. Dunque, in conclusione, Poesia è o potrebbe
essere ciascuno di noi).
E per oggi mi fermo qui perché
l’intervista è ancora abbastanza lunga. Riprenderò a scrivere a breve. Grazie e
buona estate e buone vacanze a tutti, nella speranza che possiate leggere il
nostro blog anche al mare, in montagna, al lago, o nella serena quiete della
vostra casa. Un abbraccio affettuosissimo. Angela/lina