Ed eccoci ancora insieme a parlare di poesia contemporanea, andando oltre la sua stessa “significazione”, preludio ad ogni altra considerazione, presa in esame attraverso le caratteristiche connotanti il linguaggio poetico di ieri e di oggi. Se non ricordo male ci siamo fermati alla “poesia comunicativa” che si sarebbe dovuta affermare anche ai nostri giorni, dopo tanta incomunicabilità, ma così non è stato, non è. E mi chiedevo il perché e lo chiedo a tutti voi che leggete le mie riflessioni con tanta pazienza e tanta attenzione/tensione vibrante per via, credo, di nuove scoperte e conoscenze in un campo vastissimo e mai del tutto esplorato, esplorabile. Come tutto ciò che riguarda la poesia che, oltre a essere sentimento, è mistero di mente-cuore-anima. Mistero che attraversa prima di tutto il nostro corpo che percepisce le prime sensazioni tattili, visive e uditive in forma soggettiva. Di qui la necessità del confronto per poter procedere a raccontarci tutto l’altro e l’altrove che potrebbe essere la poesia di ieri e di oggi.
E parto
dal commento lusinghiero di Anna Maria
Staffieri, sempre prodiga di giudizi positivi e propositivi. Certo, Anna
Maria carissima, le caratteristiche del “codice poetico” sono fondamentali per
poterci orientare nel vastissimo campo della poesia. Anche perché, come ben tu
dici, ogni approccio alla poesia è personale. Dipende dal modo di essere, di
pensare, di comportarsi; dalla sensibilità poetica, dagli studi pregressi, dai
libri consultati sul tema specifico; dalle esperienze vissute, dai
convincimenti personali, dalle sintonie con gli altri ecc. Per questo io
sollecito sempre il confronto che dilata le nostre conoscenze verso orizzonti
impensabili e mai conclusivi.
Anche Luigi Lafranceschina non è da mento,
quanto a presenza costante e attenzione nei riguardi delle mie riflessioni, che hanno in lui risposte che
aprono nuove strade a molteplici altre riflessioni arricchenti perché mai
banali. Grazie infinite, Luigi, anche per le nostre tante sintonie, che via via
andrò opportunamente a focalizzare per valorizzarle insieme.
Un discorso
più lungo meritano le tante puntualizzazioni di Maria Pia Latorre, le cui chiare e paradigmatiche riflessioni sulla
poesia “praticata” oggi dischiudono scenari già vissuti nel secolo scorso e che
si ripropongono “sotto mentite spoglie”, delle quali occorre prendere
consapevolezza, legandole anche ai tempi bui che stiamo vivendo a livello
mondiale e alle inevitabili risposte di “neo-intimismo” fino alla “schizofrenia”
o di partecipazione attiva “senza pretese di cambiare il mondo (come la poesia
degli anni ’70), ma con una matura coscienza partecipativa”. Come darti torto? Come
non fare tesoro della lezione montaliana dei “quasi versi” in un poeta senza
illusioni e senza speranza nel potere salvifico della poesia? Non è pure la
nostra posizione a distanza di un secolo, anche se con una maggiore “coscienza
partecipativa”? Per dirla con Heidegger:
“Noi siamo nell’ESSERE”, “Noi ci siamo nell’autenticità del nostro
ESSERCI”, al di là di ogni condizione metafisica, da lui definita “lo
scandalo della filosofia”. Sei/siete d’accordo? Ritengo, comunque, che noi
abbiamo una marcia in più: la fede incrollabile non in una Istituzione
ecclesiastica, ma in un Cristo che parla, dopo due millenni, d’Amore e di
Speranza per l’intera Umanità, riscattata col sacrificio della Croce. Ma anche
su questo sarebbe bello confrontarci. Che ne dite?
Invito,
però, a partecipare a questo confronto anche Mariantonietta Bellezza, interlocutrice sempre amorevole nel
ricordo degli anni della prima giovinezza, vissuta insieme nella casa e nel
cortile del gelso e delle rose; Anna
Mininno, così affettuosamente presente, con un pizzico di ritrosia che le
deriva dalla sua propensione a vivere “a latere” in situazioni che ama
visceralmente, memore di “sentire” emozioni senza confini; Mariateresa Bari, poetessa che quotidianamente si veste di poesia
dolce-amara, testimonianza viva e sanguinante di quel primo filone di cui parla
Maria Pia e che mi sente così affine a lei, pur avendo modi diversi di scrivere
versi; Maria Diblasio, dolcissima
amica di Anna Maria a Manfredonia, e di riflesso anche mia; Catarina Chiapparino e le sue sorelle,
tra cui Rossella tanto cara al mio
cuore, che tanto amore mi donano gratuitamente con le parole annidate nell’anima
attraverso un papa, Cris Chiapperini, che ha vissuto una lunga stagione con me di “avventure
poetiche e amicali” tanto amate e rimpiante; e tutti tutti gli altri che vivono
con noi le emozioni che proviamo ad essere insieme nel nostro blog. Di volta in
volta ne parlerò, ne parleremo.
Intanto,
per oggi ci lasciamo essendo il sabato l’inizio di un fine settimana per tutti.
Per me è un sabato decisamente speciale. Anna
Maria, mia sorella, come sapete compie oggi gli anni. Cinque meno dei miei.
Ma siamo ancora insieme a festeggiarli! E questo ci basta. Non mi dilungo per
questi validi motivi. Ma ritengo che ci sia condensato tanto su cui riflettere.
Alla
prossima per parlare insieme di sintonie,
distonie, empatie e, perché no, degli altri elementi che connotano il linguaggio poetico così tanto tanto ampio da
farci disperdere, anche se li conosciamo bene perché fanno parte della nostra
preparazione scolastica durante le Medie Superiori. Una ripassatina forse
sarebbe utile.
Ci state?
Spero di sì! Io sono sempre possibilista. Con tanto tanto affetto. Angela
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