Molto suggestivo il titolo del libro, che trae spunto dal
gruppo musicale dei DevilDriver, groove metal/melodic death metal
di Santa Barbara, Stati Uniti. Ed è come avere il primo impatto sonoro con la
musica che si riverbera nel rosso acceso della sovraccopertina e l’inquietante
immagine stilizzata di colore nero di un cavallo imbizzarrito e
ribelle ad una condizione di vita in cui si sente prigioniero e umiliato.
“Teach Me How to Whisper” è una preghiera e una
supplica del poeta a un “tu” che potrebbe essere la sua amatissima sposa o lo
sconosciuto lettore, ossia ogni altro da sé, o il suo stesso “Io” in uno
sdoppiamento accorato e intenso perché nulla vada disperso o perduto di sé come
Persona e come Poeta.
Tanti sono i Componimenti poetici di Gjeke Marinaj, che
completano “Horses”, e che evidenziano il suo amore per Omero il
più grande poeta greco e per la storia dell’occidente, in particolar modo
dell’Italia rinascimentale, novecentesca e contemporanea.
Il libro, che si avvale dell’ottima Introduzione dello
scrittore e critico letterario Frederick Turner, è anche un dono
per tutti gli altri parenti Albanesi. L’Albania con i suoi miti e i suoi eroi,
con le sue ferite e i suoi tormenti, i suoi emigranti che hanno attraversato
l’Adriatico più e più volte, in cerca di lavoro e di libertà. Egli stesso
emigrato in Serbia e di qui in America per sfuggire alla cattura e alla morte,
per essersi ribellato a un Regime che teneva la sua gente in catene e
sottomessa in umiliante schiavitù. I temi della Silloge riguardano l’amore,
forza trainante per il recupero dell’Umanità nell’uomo contemporaneo e del
prossimo futuro; i pensieri esortativi e assertivi per
spingere i pavidi a lottare per le proprie idee e i propri ideali, per i valori
di sempre; la vita e la morte, in cui il poeta si cimenta con il
tema del terrore dell’attraversamento del Male fino a scontrarsi con la Morte e
a combatterla con i mezzi della ragione e le ragioni del cuore “che non
conoscono ragione” (come Biagio Pascal suggerisce); le
Eroine, in cui teneramente include sua Madre, eroina del quotidiano, e
tutte le Donne che hanno declinato la Storia al femminile con pazienza,
coraggio e tanta forza silenziosa e imperiosa; Poesie metafisiche,
di cui si è già parlato; I Poeti: dai Cantori greco-latini al
sommo Dante, dal suggestivo “Song of Salomon”, quale primo
poeta lirico affascinato dal “Talmud” tra letteratura e filosofia, per giungere
ai poeti tedeschi come il grande Goethe, teorico del concetto
di letteratura mondiale, che tanta parte ha oggi nella poetica di Gieke
Marinaj, e il fantastico Coleridge, col suo “sublime",
che sacralizza la natura e la kantiana soprannaturalità dell’uomo; dal fluviale
romanticismo amoroso e patriottico del grande Pablo Neruda, il cui
lirismo è inconfutabile fonte di ispirazione, ai grandi poeti Serbi,
ai quali il nostro Autore è eternamente grato per averlo accolto durante la sua
fuga dall’Albania verso l’esilio; dal famoso poeta Albanese Frederik
Rreshpja, morto in povertà per i suoi ideali e la sua ideologia a
tutti gli altri poeti, amanti della natura e degli animali, che
hanno scritto un patto di alleanza imperituro, con cui essi, come l’Araba
Fenice, risorgono dalle loro ceneri per onorare ancora e sempre la Poesia
della terra, del sole, dell’universo. E, poi, la Terra appunto:
con i suoi versi Gjeke Marinaj canta la bellezza, il sogno, la fantasia, il blu
dei fiumi, dei mari, dei laghi, la naturale preghiera a Dio delle baie colme
d’incanto; e, infine, l’India, divisa in 14 parti, tra rime, assonanze,
metafore e ritmi ancestrali come “il battito del cuore materno che palpita nel
suo cuore”. E tutti i luoghi esplorati, conosciuti, amati. Tra esseri umani,
bestiali, divini. Tra deserti e abissi, tra canzoni popolari e oniriche
avventure, tra i miti del passato e gli eroi del presente, tra riflessioni
filosofiche e deduzioni scientifiche.
<Le mie poesie - ha affermato Gjeke Marinaj alcuni mesi
fa, rispondendo ad una intervista della scrittrice e poetessa Xosiyart
Rustamova - affrontano questioni sociali, politiche e ambientali in
continua evoluzione. Mi piace sentire la mia penna danzare con storie di
ricerca sull'individualità in un mondo digitale, le sfide legate al
bilanciamento tra vita virtuale e reale e la complessità delle relazioni umane
in questa era interconnessa>.
E nella stessa intervista, molto importante, a mio parere, è
quanto egli stesso chiarisce della <nuova lunga poesia sull'India intitolata
"The Lost Layers of Vyasa's Skin">, affermando che è un libro che
<esplora il potere della cultura e la lotta per trovare la vera pace e
scoprire la nostra autentica identità di persone nella travolgente e ricca
storia dell'India e di altre nazioni (…). Il mio nuovo lavoro discute l'arma a
doppio taglio del progresso. Mentre avanziamo e sveliamo i segreti della
natura, della speranza (…). Il mio obiettivo è ricordare ai lettori
l'importanza dell'empatia, della comprensione e delle connessioni che ci
uniscono come comunità planetaria. Sul palcoscenico della vita del 21° secolo
(…) il vero potere di tutte le Arti e le Scienze, e fra queste quello della
Letteratura, risiede nella sua capacità di andare oltre il tempo e il luogo,
unendoci tutti nell’esperienza condivisa della nostra umanità migliore>. In
India, dunque, Gjeke Marinaj ha incontrato tanta povertà materiale, ma anche
tanta ricchezza spirituale tanto che ogni sua strada è un percorso fiorito
di Dio, ogni Dio possibile, sulla terra. Ha incontrato soprattutto una terra
ricca di tensione verso la Libertà e la Speranza.
Gjeke Marinaj, del resto, in questo suo Libro, si rivela
egli stesso sintesi del suo amore per la filosofia e la metafisica, sempre in
sospensione tra la terra e il Cielo, tra la sua patria e i confini del mondo
fino a sfiorare l’universo per incontrare il sogno di Dio, il dono del Suo
sorriso e del perdono per l’umanità intera. È facile scoprire, pertanto, nel
nostro Autore la PERSONA, rivolta al BEN-ESSERE di tutti e di
ciascuno con la sua Teoria del Protonismo, e il POETA,
sognatore, visionario, ricco d’amore per l’intera umanità, e fonte di tutti i
misteri che fanno Alta la sua POESIA. I poeti - sostiene Albert
Einstein - hanno una mente intuitiva che favorisce il penetrare nel profondo
del cuore, della terra e degli uomini. La più alta forma del pensare.
Del resto, il monaco indiano Shantideva (685
- 763 d. C.) afferma: Tutta la felicità nel mondo deriva dal pensare
agli altri; tutte le sofferenze nel mondo derivano dal pensare solo a sé
stessi. E mi piace ricordare anche che il Mahatma Gandhi ha
strenuamente sostenuto: Tu e io non siamo che una cosa sola. Non posso farti
del male senza ferirmi.
E, oggi più che mai, in un mondo che si proclama “villaggio
globale” (Marshall McLuhan), ma che in realtà vive di diffidenza,
rifiuto, violenza, odio, ogni forma d’Arte è un dono sempre più prezioso quando
si fa contagio di emozioni nello scambio reciproco, tra realtà umana e
sacralità divina. Nella Poesia, per esempio, il divino si fa umano e “s’incarna
nella parola” (Paul Valery).
Nel Libro di Gjeke Marinaj è proprio tutto questo che ci
colpisce e ci fa riflettere sulla possibilità concreta che la Poesia unisca i
popoli, elimini steccati, renda l’umanità migliore. Abitiamo sotto cieli
diversi che sono comunque lo stesso cielo. Abbiamo credi diversi, pure
respiriamo lo stesso respiro divino che avvertiamo in tutto il Creato, noi
uniche creature tra tutti gli esseri viventi a sapere di un Creatore, padrone
della vita e della morte, a cui rivolgiamo la nostra preghiera e il nostro
canto. Parliamo lingue diverse, ma la POESIA, quando è autentica voce
dell’anima, le racchiude tutte e si fa desiderio, nel tempo, di raggiungere
l’altro e l’altro ancora. E ciò dilata gli orizzonti, che non hanno più
confini. Neppure nel nostro cuore.
Ritengo, pertanto, che la nuova silloge poetica di Gieke Marinaj
sia un monito per l’umanità intera e per i giovani che scriveranno la storia,
anche letteraria, del prossimo futuro, come protagonisti di ogni trasformazione
e cambiamento in meglio della società mondiale. Con la Speranza che abbiano il
cuore colmo di Amore, di Sogni, da trasformare in progetti di vita, e di
Poesia!
NB: Per chi volesse leggere il Libro in inglese nella sua
elegantissima veste tipografica, scelta accuratamente dalla prestigiosa Casa
editrice Syracuse University Press (Syracuse, New York 13244-5290
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