Il tempo lo spazio l’ora e l’altrove
Volano
oltre il tempo e lo spazio
Per
regalarci un attimo d’Infinito
Tra
il microcosmo e le stelle
Che
s’infuturano di rinnovata Poesia…
(a.d.l.)
Ci sono esperienze che lasciano senza
parole e senza respiro, tanta è l’emozione che imbriglia tutti i sensi fino a
illuminare il cuore. E ho avuto necessità di qualche giorno per riordinare
fotogrammi e pensieri. Ma da dove incominciare? Dalle luci sfolgoranti del Teatro Petruzzelli di Bari in tutto il
suo splendore? Da Matteo Gelardi, otorinolaringoiatra e citologo nasale, geniale
ideatore e realizzatore di Art &
Science in Italia (Bari, Roma), con il grande riconoscimento della Scuola Normale Superiore di Pisa, e
all’estero (Praga)?
E lunedì scorso Matteo è tornato per
la quarta volta al Petruzzelli, dopo la forzata interruzione dovuta al Covid
19, che ha piegato forze e speranze, falcidiando carissimi amici e parenti.
La serata di lunedì, dunque, una sfida
e una rivincita, determinazione e speranza sui tempi bui che non ci danno
tregua.
Allora comincio proprio da lui: Matteo Gelardi!
È stato il mattatore della serata con
piglio brioso, battute sorridenti, ironiche e autoironiche. Con la chiarezza
rigorosa dello scienziato e con la sensibilità creativa del poeta, lasciando
generosamente spazio a tutti gli altri interlocutori, in una coralità di
interventi (tantissimi) sorprendenti e catturanti, con una continua commistione
di Arte (cantanti, ballerini,
direttori d’orchestra, violinisti, chitarristi e altri musicisti) e Scienza, con alcune soluzioni,
apparentemente estemporanee ma studiate in ogni più piccolo dettaglio, davvero
geniali, di cui via via andrò a parlare.
Il tema dell’evento: Le quattro stagioni. Sapientemente
suddivise in Primavera, Estate, Autunno,
Inverno, con le sonorità crescenti delle musiche di Vivaldi magistralmente
dirette da Bepi Speranza, straordinario Direttore dell’Orchestra del Levante.
E così Gelardi è partito dalla Scienza che diventa Arte, Cinema, Musica,
Poesia, Natura, Moda. Tanti e tutti qualificati i suoi interlocutori per ogni
tipo di Arte. Tutti Artisti e Scienziati di primissimo piano in Italia e
all’estero. Un esempio per tutti, l’Architetto e Designer, pluripremiato in
Italia e all’estero, Giulio Ceppi, che
ha tenuto una sorta di lectio magistralis interessantissima sulla progettazione
sensoriale di parchi, strade e quant’altro, persino una nave futuristica, con
nuove tecnologie e strategie di opportuno utilizzo.
Ma occorre ricordare anche la presenza
istituzionale del Sindaco di Bari, il più amato sindaco d’Italia, Antonio De Caro, che ha dialogato a
lungo con il nostro mattatore per alcuni progetti in comune di ristrutturazione
dei parchi cittadini con gli alberi “buoni” che quest’ultimo si è premurato di
suggerirgli.
Suggestivo e ricco di spunti di
riflessione il momento “magico” del video musicale del famoso cantautore Simone Cristicchi “Lo chiederemo agli alberi”.
Il mio momento “magico”, invece, ha
riguardato la Poesia con un lettore di prim’ordine, Francesco Prando, attore e doppiatore di fama internazionale, che
mi ha fatto dono della sua voce per le mie poesie, lette magistralmente tanto da
renderle veramente belle, con musiche suggestive e rammemoranti del famoso
compositore Luigi Patruno, in un
tripudio di luci, suoni e scrosciare d’applausi. I fari puntati su di me, le
parole elogiative di Matteo Gelardi, mentre sul maxischermo si materializzava
il mio volto con la scritta in alto “Quando
la Scienza diventa POESIA”. Accanto a me la mia fotografa ufficiale Anna Paola, mia tenera nipote in veste anche
di attenta accompagnatrice. Generosamente, come sempre (e non smetterò mai di
sottolinearlo), Matteo Gelardi ha messo a disposizione ben due palchi di prim’ordine,
che poi, per motivi di sicurezza, sono diventati tre, per cui ho dovuto fare i
conti (in assenza dei miei figli romani, impossibilitati a raggiungermi per
motivi di lavoro) con le battute degli amici ospiti sul mio saluto alla “Papa
Francesco” e, in altra ripresa, sul mio saluto regale e distaccato alla stregua
della compianta Regina Elisabetta d’Inghilterra, e, ancora, quando mi sono
alzata per ringraziare il numerosissimo e attentissimo pubblico, l’ultimo
simpatico loro sberleffo è stato “temevamo di vederti precipitare giù senza la
possibilità di accoglierti tra le nostre braccia”. Ma anche tutto questo ha
reso meravigliosa la “magica” serata al Petruzzelli. Matteo Gelardi ha
continuato indefessamente e con tanta passione ed entusiasmo a presentare gli
altri protagonisti, trovando anche il modo, tra il romantico italiano e il
plateale hollyvoodiano, di dichiarare il suo profondo amore e la sua immensa
gratitudine ad Anna Gissi, sua
meravigliosa consorte (bellissima tra le altre sue tante qualità), che sta al
suo fianco da molti anni, rendendolo padre orgoglioso di tre splendidi figli e
nonno tenerissimo di due meravigliosi nipotini, dono di sua figlia Genny, la fantasiosa e bravissima
stilista, che ha fatto sfilare sul palco le sue scultoree modelle con gli incantevoli
abiti, ispirati alle foto materiche di suo padre, e con i favolosi gioielli
prestati dalla Horus gioielli di
Bari.
La
Scienza abbinata alla Moda ha chiuso
la prima parte dello spettacolo con un lungo intervallo per me molto gratificante:
Sono venute alcune signore che erano in platea a congratularsi, tra cui anche
la carissima sorella di Matteo, Rosanna
Gelardi, che come sempre ha avuto parole di grande stima e affetto nei miei
riguardi.
La seconda parte dello spettacolo ha riguardato
il concerto del Gruppo Musicale “Il
complesso di Golgi”, composto da Medici e da un “paziente” alle prese con il
sintonizzatore, e che, assieme all’Orchestra del Levante diretta
magnificamente dal Direttore Bepi Speranza, ha visto protagonisti musicisti e
cantanti di fama internazionale: Francesco
D’Orazio, superbo Violinista, Nicola
Fiorino, ispirato Violoncellista, Paolo
Daniele, poliedrico Compositore-Polistrumentista-Armonicista, Simone Arbore con le sue mani in volo
sul pianoforte, Michele Visaggi,
esperto Clavincembalista. Ne “Il complesso di Golgi”, infine tra i tanti
musicisti, dulcis in fundo, alla Batteria
il nostro scatenato Matteo Gelardi che ha sistemato i pezzi uno per una in una “scaletta
musicale” alta fino al cielo (e non solo del Teatro Petruzzelli, dove
strategicamente erano posizionati un gruppo
Gospel molto interessante e il Coro,
diretto da Mariantonietta D’Alessandro
e Lorenzo Mannarini del Liceo Musicale annesso al Convitto
Nazionale “D. Cirillo” - Bari. Dirigente Scolastico: Ester Gargano), ma anche fino alle “stelle fisse” con le stratosferiche voci di Elio Arcieri, Jana
Campanella, Claudia Musumani, e dei
vocalist: Lorenzo D’Urso, Pietro Magaletti, Marta Pensa, Fiorangela Togo.
Dalle voci eccezionali.
La
scaletta/scala altissima ha realizzato dolcissimi video di canti natalizi in
tutto il mondo fino a culminare con Oh Happy Day. Un’apoteosi.
Tra i medici “Gorgiani” e il loro “paziente”
amo ricordare, oltre al Batterista citato, Vincenzo
Frappampina (Basso), Nicola Ribecco
(Chitarra solista), Irene Sciancalepore
(Flauto), Niceta Antonio Tommasi (Chitarra
ritmica), Carmine Malvani
(Sintetizzatore) e, infine, il favoloso cantante Cosimo Mitrani, il nostro Frank Sinatra dalla portentosa voce. Sul palco
anche gli allievi dello STUDIO DANZA
con la Direttrice Claudia Drago e le
Coreografie di: Claudia Drago, Nicola De
Pascale, Giuseppe Giordano. E il corpo di ballo: Nicole Cappella e Rebecca Cappella, Martina Colonna e Irene Colonna, Diletta
D’Innella, Mirko De Tullio, Marco Di Leo, Flavia Lamparelli, Sharon Losacco,
Allegra Guarino, Giorgia Illuzzi, Lea My, Virginia Pansini, Eleonora Ronzulli,
Alessia Torelli. Bravi, disinvolti, irriverentemente per i miei tanti anni,
giovani.
Il pubblico, mentre defluiva, si è
trasformato in una fiumana di meritatissimi applausi. E anch’io, all’uscita ho
ricevuto la mia inaspettata pioggia di applausi che mi hanno ancora di più
emozionata e confuso ulteriormente idee e attimi appena vissuti da ricordare. Anche
fuori la pioggia e, prima di affrontarla, l’abbraccio di Francesco Prando.
Altra grandissima emozione. E mio figlio a mandarmi messaggi di affettuosissimi
auguri, parlandomi di Francesco Prando, conosciuto parecchi anni addietro,
quando lui gestiva, a Roma, un accreditato studio di registrazione, dove
andavano a registrare attori e doppiatori già famosi. Tra i suoi preferiti
proprio Prando, per la sua voce maschia eppure morbida e vellutata, per la sua
eleganza, per la sua gentilezza. Di lui si innamoravano tutte le ragazze che
frequentavano lo Studio. La sua voce (e non solo) era calamitante. Sue precise
parole.
Ma, emozione ancora più grande: il
giorno dopo, Anna Paola mi ha fatto dono delle sue commoventi parole: Sono cresciuta cullata dalla tua Poesia e
dal tuo Amore, mi hai insegnato ad avere gli occhi pieni di stelle, ad essere
creativa, a coltivare la bellezza della scrittura e della lettura. E io ti ho
seguito, mano nelle mani, finché sulla mia strada non ho incontrato la chimica,
dedicandomi così completamente alla Scienza. Ieri sera, però, ho potuto ammirare
come, in realtà, l’Arte e la Scienza comunichino tra loro e tutto grazie a te,
Angela De Leo, Poesia fatta persona e Luce e Incanto nella penombra di un
teatro, colmo di gente. Sentire decantato il tuo nome e le tue parole, gli
applausi, i complimenti, mi rende ogni giorno sempre più fiera di mia nonna. Verso
nuovi orizzonti ed io, mano nella mano, sempre con te. Con tante foto che
lei stessa mi ha scattato. Lacrime a fiumi e tanto tanto orgoglio e tenerezza
per lei.
Ma desidero concludere con una poesia “I
giusti” dell’immenso Jorge Luis Borges,
che sintetizza tutto lo spettacolo (e non occorrono più aggettivi), voluto “fino
all’ultimo respiro” da Matteo Gelardi, stanchissimo, ma ancora con un filo di
fiato per ricordare e ringraziare tutti, uno per uno: Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire./ Chi è
contento che sulla terra esista la musica./ Chi scopre con piacere un’etimologia./
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio a scacchi./ Il
ceramista che premedita un colore e una forma./ Il tipografo che compone bene
questa pagina, che forse non gli piace./ Una donna e un uomo che leggono le
terzine finali di un certo canto./ Chi accarezza un animale addormentato./Chi
giustifica o vuole giustificare un torto che gli hanno fatto./ Chi è contento
che sulla terra ci sia Stevenson./ Chi preferisce che abbiano ragione gli
altri./ Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Figuriamoci
se si tratta del fine nobile di Matteo Gelardi di donare Bellezza agli altri,
circondandosi di tantissimi Scienziati e Artisti, Amici, Parenti, Conoscenti e
moltissimi altri Sconosciuti presenti nel Teatro, portandoli con sé nell’urgenza
impetuosa e appassionata di un Sogno condiviso…
Salvare
il mondo? Credo proprio di sì. Insieme è anche possibile.
E
stamattina all’alba mi è giunto, con alcune foto della serata, questo suo
messaggio: Le tue poesie, con la voce di
Prando e le musiche di Luigi Patruno (scritte apposta per te)… bellissimi
momenti d’incanto!
Me
lo porterò nel cuore intrecciato a quello di Anna Gissi, che mi ha scritto di
aver ascoltato incantata le mie poesie.
Grandissima,
emozionante, scintillante serata. Sono ancora stordita da tanta bellezza. Grazieeeeeeeeeeee….
Alla prossima. Angela
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