E continuo a parlare di Cris perché i ricordi mi assalgono impetuosi, imperiosi, e non ne posso fare a meno. Sette anni fa, improvvisamente, mi giunse la notizia che il mio meraviglioso amico Cris era volato tra le stelle a solo quattro giorni dalla sua nascita avvenuta il 18 dicembre del 1929, 87 anni prima. Ottantasette anni, Cris? Per me ha avuto sì o no otto/dieci anni per tutta la vita e oltre la vita. I poeti non muoiono mai del tutto. Erigono un “Monumentum Aere Perennius” (Ars Poetica di Orazio), pur conservando dentro di sé l’eterno “fanciullino” di pascoliana memoria. Cris, ancora oggi, tra le stelle, illumina il firmamento quale grande poeta e grande attore. E non può essere altrimenti. Ben lo sanno i suoi amici attori, da Lino De Venuto, straordinario Van Gogh sulla scena di tanti prestigiosi Teatri, a Vito Signorile, che ancora emoziona e accende e riscalda, con la sua voce, la sua antica e nuova “Casa”: l’Abeliano. I baresi, e non solo, sanno di cosa parlo…
Ma ci sono ancora altri amici tra noi, con cui mi sento
quotidianamente con un messaggio o qualche più rara telefonata (non ho una
buona connessione in casa e nel giardino mi è impossibile uscire), e con questi
ultimi si parla spesso di Cris, mai andato via dal nostro cuore. Il più
innamorato di Cris è Filippo Mitrani, con cui quasi ogni giorno parliamo di
lui. Eravamo un trio affiatatissimo e lo siamo ancora. Acciaccati, piegati
entrambi da vari problemi di salute, ma mai vinti. Osiamo ancora parlare della
nostra Poesia vissuta insieme, delle musiche che Filippo ha scritto e cantato,
dei nostri sogni ancora intatti, nonostante gli anni, gli acciacchi, le perdite
e le delusioni. Ma i nipoti ci salvano più di ogni altro sogno. Ed è per questo
che oggi desidero ancora raccontarvi di Cris, chiamando Filippo a testimonianza
del nostro volerci bene, soprattutto attraverso la poesia, nostro meraviglioso
collante. Ed ecco altre poesie che nessun altro poeta avrebbe potuto scrivere,
né potrebbe uguagliare. Mi sono state inviate da Caterina, sua amatissima
figlia e mia preziosa amica. Caterina, la dolce, la tenera, la sognante.
Caterina.
Ritengo che siano le poesie senza età di Cris senza età.
Poesie, di cui ignoravo l’esistenza, fra le tante di cui lui, negli anni, circa
una quarantina, mi ha fatto dono. Ed io oggi le dedico a quanti mi leggono e mi
vogliono bene come DONO di Natale. La prima s’intitola semplicemente
POESIA:
Il gioco delle parole
come quello delle tre carte
quante volte chiamato poesia
Carta che vince
carta che perde
è qua e non là
forse che sì forse che no
la
giro la rigiro
-
dov'è la verità?
carta che vince
carta che perde
cavallo o Re
È la poesia che non a caso apre la breve raccolta: poesia
solo apparentemente come gioco perché è carica di significati molto profondi e
decisamente attuali. Poi, eccone una del grande Vittorio Bodini, che lascio a
voi “assaporare”. Ho avuto la grande fortuna di conoscere Bodini negli anni Sessanta
del secolo scorso presso la Facoltà di Lingue in Via Trieste a Bari, dove
insegnava spagnolo. Noi, io e Primo, eravamo studenti. Primo aveva scelto
quella facoltà per vocazione; io, assolutamente negata per le lingue straniere,
solo per amore.
Vorrei avere la gola di una lucertola
allorché, in una mano di pietra e d'ombra,
sveste il suo corpo di vergine malinconica
e in sé cerca parole impossibili e suoni
d'un lamento anteriore
Vittorio Bodini
(da:
"Appunti di poesia" 1943 - 1961)
In Cris, da quella lettura, germogliarono i seguenti versi:
Vorrei ancora poter
guizzare
lucertola verde
nella tua culla bruna e ròsa,
e alla fine della fatica
riposare come bagnante al sole
aspettando il risveglio
e il ritorno delle leggere parole
messaggere di neonati gemiti
a venire
(Cris/O)
Ogni commento mi sembra superfluo, data la poesia
ispiratrice e dati i versi ricchi di germogli di nuove poesie, ora solo appena
accennate nell’anima come i primi balbettii dei neonati.
Ed ecco “PAESE SERA”, un suggestivo rifacimento di antiche
credenze popolari tra la ballata e la magia delle voci di leggende popolari:
" s'udì dal
pozzo un chiamo di bambina "
" sposò sette sorelle con l'inganno "
" comparve la Madonna al croce via "
Canzoni di morte e amore al paese non finivano mai di
stupidire
Ogni angolo d'estate ricantava
" e così che l'ortolana fu Regina "
" il brigante avvelenò l'abbeverata "
" la notte spense il sole in pieno giorno "
I ritorni dei trainieri erano pieni di ombre che facevano
mascìa
- Gesù Giuseppe Purissima Maria brucia il diavolo e fallo
scomparire -
" ruba il soldato l'amante al cappellano e al
colonnello rifiuta d'obbedire "
Storie di morte e amore al paese non finivano mai di
stralunare
Ogni cerchio di donne raccontava
" si uccisero a coltello due fratelli "
" nel capaso un tesoro di Turchia "
" fu impiccato alla luna insieme a lei "
Ogni - oh- oh - di
bimbo ripeteva
eco d’incantamenti
morte e amore
del paese
Anãtta
Zens’0
E per oggi vi lascio incatenati a questo incanto, mentre tra
un verso e l’altro attraversiamo le stelle sparite in questa sera di pioggia,
che non le cancella. A domani. Angela
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