martedì 19 dicembre 2023

Martedì 19 dicembre 2023: CRIS, VITTORIO BODINI E...

E continuo a parlare di Cris perché i ricordi mi assalgono impetuosi, imperiosi, e non ne posso fare a meno. Sette anni fa, improvvisamente, mi giunse la notizia che il mio meraviglioso amico Cris era volato tra le stelle a solo quattro giorni dalla sua nascita avvenuta il 18 dicembre del 1929, 87 anni prima. Ottantasette anni, Cris? Per me ha avuto sì o no otto/dieci anni per tutta la vita e oltre la vita. I poeti non muoiono mai del tutto. Erigono un “Monumentum Aere Perennius” (Ars Poetica di Orazio), pur conservando dentro di sé l’eterno “fanciullino” di pascoliana memoria. Cris, ancora oggi, tra le stelle, illumina il firmamento quale grande poeta e grande attore. E non può essere altrimenti. Ben lo sanno i suoi amici attori, da Lino De Venuto, straordinario Van Gogh sulla scena di tanti prestigiosi Teatri, a Vito Signorile, che ancora emoziona e accende e riscalda, con la sua voce, la sua antica e nuova “Casa”: l’Abeliano. I baresi, e non solo, sanno di cosa parlo…

Ma ci sono ancora altri amici tra noi, con cui mi sento quotidianamente con un messaggio o qualche più rara telefonata (non ho una buona connessione in casa e nel giardino mi è impossibile uscire), e con questi ultimi si parla spesso di Cris, mai andato via dal nostro cuore. Il più innamorato di Cris è Filippo Mitrani, con cui quasi ogni giorno parliamo di lui. Eravamo un trio affiatatissimo e lo siamo ancora. Acciaccati, piegati entrambi da vari problemi di salute, ma mai vinti. Osiamo ancora parlare della nostra Poesia vissuta insieme, delle musiche che Filippo ha scritto e cantato, dei nostri sogni ancora intatti, nonostante gli anni, gli acciacchi, le perdite e le delusioni. Ma i nipoti ci salvano più di ogni altro sogno. Ed è per questo che oggi desidero ancora raccontarvi di Cris, chiamando Filippo a testimonianza del nostro volerci bene, soprattutto attraverso la poesia, nostro meraviglioso collante. Ed ecco altre poesie che nessun altro poeta avrebbe potuto scrivere, né potrebbe uguagliare. Mi sono state inviate da Caterina, sua amatissima figlia e mia preziosa amica. Caterina, la dolce, la tenera, la sognante. Caterina.

Ritengo che siano le poesie senza età di Cris senza età. Poesie, di cui ignoravo l’esistenza, fra le tante di cui lui, negli anni, circa una quarantina, mi ha fatto dono. Ed io oggi le dedico a quanti mi leggono e mi vogliono bene come DONO di Natale. La prima s’intitola semplicemente POESIA: 

Il gioco delle parole

come quello delle tre carte

quante volte chiamato poesia

                  Carta che vince

                  carta che perde

                  è qua e non là

                  forse che sì forse che no

                  la giro la rigiro

                                              - dov'è la verità?

 

carta che vince

carta che perde

cavallo o Re

È la poesia che non a caso apre la breve raccolta: poesia solo apparentemente come gioco perché è carica di significati molto profondi e decisamente attuali. Poi, eccone una del grande Vittorio Bodini, che lascio a voi “assaporare”. Ho avuto la grande fortuna di conoscere Bodini negli anni Sessanta del secolo scorso presso la Facoltà di Lingue in Via Trieste a Bari, dove insegnava spagnolo. Noi, io e Primo, eravamo studenti. Primo aveva scelto quella facoltà per vocazione; io, assolutamente negata per le lingue straniere, solo per amore.          

Vorrei avere la gola di una lucertola

allorché, in una mano di pietra e d'ombra,

sveste il suo corpo di vergine malinconica

e in sé cerca parole impossibili e suoni

d'un lamento anteriore

                             Vittorio Bodini

           (da: "Appunti di poesia" 1943 - 1961)

 

In Cris, da quella lettura, germogliarono i seguenti versi:

 Vorrei ancora poter guizzare

lucertola verde

nella tua culla bruna e ròsa,

e alla fine della fatica

riposare come bagnante al sole

aspettando il risveglio

e il ritorno delle leggere parole

messaggere di neonati gemiti

                                a venire

 

                           (Cris/O)

Ogni commento mi sembra superfluo, data la poesia ispiratrice e dati i versi ricchi di germogli di nuove poesie, ora solo appena accennate nell’anima come i primi balbettii dei neonati.

Ed ecco “PAESE SERA”, un suggestivo rifacimento di antiche credenze popolari tra la ballata e la magia delle voci di leggende popolari:

 " s'udì dal pozzo un chiamo di bambina "

" sposò sette sorelle con l'inganno "

" comparve la Madonna al croce via "

 

Canzoni di morte e amore al paese non finivano mai di stupidire

Ogni angolo d'estate ricantava

 

" e così che l'ortolana fu Regina "

" il brigante avvelenò l'abbeverata "

" la notte spense il sole in pieno giorno "

 

I ritorni dei trainieri erano pieni di ombre che facevano mascìa

- Gesù Giuseppe Purissima Maria brucia il diavolo e fallo scomparire -

 

" ruba il soldato l'amante al cappellano e al colonnello rifiuta d'obbedire "

 

Storie di morte e amore al paese non finivano mai di stralunare

Ogni cerchio di donne raccontava

 

" si uccisero a coltello due fratelli "

" nel capaso un tesoro di Turchia "

" fu impiccato alla luna insieme a lei "

   Ogni - oh- oh - di bimbo ripeteva

   eco d’incantamenti morte e amore

                                      del paese

 

                                         Anãtta Zens’0

E per oggi vi lascio incatenati a questo incanto, mentre tra un verso e l’altro attraversiamo le stelle sparite in questa sera di pioggia, che non le cancella. A domani. Angela

 

 

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