Avevo in mente di scrivere altro, ma lo farò nei prossimi giorni, prima che Natale mi chiami presso i figli che vivono a Roma e sono impossibilitati a raggiungermi/ci per motivi diversi, persino di lavoro. Cris oggi è più importante di tutto il resto. È il suo compleanno tra le stelle. E riporto qui quello che scrissi l’anno scorso perché mi sembra il modo più giusto di ricordarlo. Purtroppo, per certi versi, abbiamo la memoria corta. Persino io fino a ieri avevo dimenticato di avergli dedicato le seguenti pagine. È stato FaceBook, pensate un po’, a ricordarmelo. Miracoli della tecnologia? Forse. Non me ne intendo molto. Sta di fatto che ho chiesto aiuto a mia figlia Ombretta, che è sempre pronta a risolvere i miei problemi di utenza del web, e ad assecondare ogni mio desiderio di varia natura, a sciogliere l’enigma: dove avrei potuto recuperare quanto scritto il 18 dicembre di un anno fa? Ed immediatamente, magicamente, lei lo ha risolto. Ed io ripropongo fedelmente quanto scrissi allora per raccontare ancora di CRIS, il mio amico di Poesia, egli stesso POESIA.
<E così siamo giunti alla tua culla, al giorno che ti diede
i natali, mio caro Cris. Occorre che almeno per il momento io ti saluti. Tra
una settimana è Natale. Occorre viverlo al meglio di quanto questo tempo possa
concederci. In famiglia, possibilmente. Con i propri cari. “Sentire”
profondamente il tempo dell’Attesa, scoprirne o riscoprirne la bellezza,
accendendo dentro tutte le luci per rischiarare tutte le ombre, per sentirci in
pace con noi stessi e con gli altri. “A Natale puoi” recita uno slogan
pubblicitario. Potremmo, volendo, cambiarlo in “Ogni giorno puoi”. Basta
armarsi di coraggio e di buona volontà. Quantomeno “tentare non nuoce”: è da
questa considerazione che occorre partire, sapendo che il cambiamento è
alla base di ogni attimo della nostra vita. Solo che non è giusto accettarlo
passivamente, non è giusto subirlo. Dobbiamo essere noi gli agenti del
cambiamento in termini migliorativi. La stella cometa è ancora là sui nostri
presepi a indicarci, con la sua luce, la strada. Il viaggio. Metafora della
vita e della continua trasformazione delle nostre esperienze, ricerche,
conoscenze da raccogliere a piene mani “insieme” per essere più forti nella
conquista di noi stessi in una relazione di inter-esistenza, complessa ma
stimolante. La nostra realtà fisica e spirituale, dunque, è fatta di inter-esistenza.
Siamo strettamente interconnessi gli uni agli altri. Né dobbiamo temere di
perdere la nostra unicità in questo processo continuo di inter-connessione.
E a questo proposito bellissima è la pagina riguardante la
Rete di Indra tra induismo e buddhismo, che ci rivela il segreto
dell’universo: Racconta di una rete di fili infinita presente in tutto
il Cosmo. I fili orizzontali corrono attraverso lo spazio, i fili verticali
attraverso il tempo. Ad ogni incrocio di fili c’è una persona con una perla di
cristallo; ogni perla riflette la luce proveniente da ogni altra perla e
dall’intero universo. Tutte le persone vengono illuminate simultaneamente.
Altra versione riguarda una tela multidimensionale
che, al mattino presto, si ricopre di gocce di rugiada. E ogni goccia
di rugiada contiene il riflesso di tutte le altre gocce di rugiada. E in ogni
goccia di rugiada riflessa, i riflessi di tutte le altre gocce di rugiada in
quel riflesso. E così all’infinito… (LA RETE DI INDRA, a cura
di Rachele Re & Licia Marie Toccaceli, Paratissima. It)
Insomma, tutto brilla di luce propria riflettendo la luce di
ogni altro da sé. Bellissima immagine di interdipendenza in tutto il Creato.
Dal particolare si passa all’universale. Ed è questa la legge che tiene coeso
l’universo e lo rigenera continuamente in un continuo atto d’AMORE.
Con te, mio carissimo Cris, è stato proprio così, abbiamo
vissuto ore di “viaggio”, di sera in sera, di libreria in libreria, della tua
voce a leggere le mie poesie, del mio incanto nell’ascoltarti perché i miei
versi letti da te si ammantavano di luce. Avevano prodigiosamente altro senso,
altro significato. Un “altrove” che ci apparteneva e ci superava, andava oltre.
Oltre il tempo e lo spazio. Oltre le ore e i giorni, le sere e gli applausi, i
confini dentro e fuori di noi… e ci siamo arricchiti di pura amicizia, parole
come perle da conservare nello scrigno delle cose preziose, da ricordare per
consegnarle agli altri, ai figli, ai parenti, agli amici, ai conoscenti. Per
contaminare POESIA e buoni sentimenti. La purezza del cuore. L’audacia del
compito di portare a tutti la “lieta novella” per ri-nascere alla Speranza.
Come tu mi hai insegnato. Come i tanti amici di penna e di cuore, del passato e
del presente mi hanno insegnato e m’insegnano ancora.
Ma questi luminosi esempi parlerò nei giorni prossimi anche
perché fra alcuni giorni, sempre in dicembre, prima e dopo Natale, ci sono
altri compleanni da festeggiare tra le stelle. E altri cari amici che
continuano a salutarmi quotidianamente con immutato affetto. Ma oggi tutto il
mio pensiero è rivolto a te. (…)
E di te ecco ancora una poesia per festeggiarti:
MARTA
che
tremava
È successo alla fontana del fiume
tenero
l'abbraccio del vento
aveva occhi furfanti
e piede marino
la dolce veronica
lisciava cosce di corallo
e voglia di conchiglia
non chiese aiuto
la camicetta
né la gonna ballerina
la faccia di brace
filtrava
un mistero d'acque profonde
il sole era svenuto
a tanto ardore
era un arancio
disse
il vento libertino
parole di liuto
a Marta che tremava
era alla fontana del fiume
a torcere i panni
(Cris/O)
Quanto amore per la poesia in te, Cris, tra sogno e realtà,
tra piacere e dolore, tra mistero e inganno, tra il visibile e l’invisibile,
tra l’esaltazione dell’“eterno femminino” e il timore di perdersi in conchiglie
di mare a risentirne il richiamo in una eco infinita.
Ed ora ti saluto, Cris, con una poesia a te dedicata per
questo giorno di festa tra terra e cielo.
Cede l'inquieto autunno
una follia di foglie
al vento furioso di quasi inverno
che ti diede ricamo di culla
e un sogno
tra rami di neve a nido
e braccia morbide di madre
Strappò al cielo la luna
inghirlandata di Poesia
e te ne fece dono al guizzo
antico di giovani eresie
e occhi innamorati
sul grande palcoscenico della vita
Amasti folli amori con mani
di tenerezza e di abbandono
e lacrime di dolcezza
per i tuoi figli e il loro incanto
Mi donasti le tue ali e divenni
angelo di tenaci intese tra fogli
che sanno di velluto la tua voce
di pane e miele le mie poesie
il nostro canto insieme
E dimenticammo ferite
tra argini di parole alate
Ora nel Teatro del Cielo
acceso di stelle a migliaia
angeli e cherubini
ascoltano estasiati il tuo cuore
dove fioriscono versi
di cristallo e zucchero filato
di mandorle amare e di ulivi
verdi di inaudito splendore
Lievi le nostre sere di anni
e di magie
e di stagioni vissute ad una voce
come acqua di fonte sorrisi
di sole mistero di Cieli e di altari
(con Caterina la tua bimba di te
affamata e della tua carezza
sui doni d'anima a lei riservati
ti vengo anch'io come una volta
ancora una volta a cercare)
Per Cris Chiapperini e il suo compleanno tra le stelle. A
prestissimo, Cris, con tanta Poesia ancora…
E mi fermo qui col cuore che mi batte per l’emozione. Per me
ogni AMICIZIA vera è SACRA! E le figlie di Cris sono nel mio cuore!
A presto Angela
Grazie Angela🌸
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