lunedì 9 maggio 2022

Lunedì 9 maggio 2022: e ancora poesie dedicate alla MAMMA!

Oggi desidero continuare con le tante poesie dedicate alla MAMMA che ieri sono fiorite sulle pagine FB come fiocchi di neve, gocce di pioggia, cristalli di rugiada, piume di vento, fiori di questa primavera bizzarra che stenta a fiorire ma si avverte nell’aria come un’attesa colma di nostalgia.

E comincio con una splendida poesia di Angela Strippoli, che sa descrivere la realtà con parole d’incanto e metafore ardite e fiere, proprio come la sua mamma. Che fa “resuscitare anche i morti e li porta a ballare di nascosto alla luna”. Mamma perfetta nella sua imperfezione…

Sei incomparabile tu/ Senza misura/ Senza freni/ Imbattibile nella pedalata/ Nella tua veste pose radici il prato di maggio/ Sulla tua bocca ridono ancora mille papaveri rossi/ C'è incanto nel tuo ridere/ Tutto il fragore del mare nella tua bocca/ Dimmi/ Chi non ha bevuto del tuo bel riso?/ Chi non ha mangiato le rose della tua città immensa?/ Tu tra le vigne senza pudore/ con le rane in amore/ Hai mille e più vite, tu/ che risusciti anche i morti e fai loro da mangiare e li porti a ballare di nascosto alla luna/ Mamma/ perfettamente imperfetta/ come ogni perla di mare/   M A M M A   / Di questo bel suono cantato in tutte le lingue/ ogni figlio si riempie la bocca a schiocco di bacio/ Mam - ma/ Mamma per sempre

Poi, ecco “MADRE” di Michele Carniel, che mi assale con versi brevi, a metà strada tra parole quotidiane e parole prese in prestito dalla vita di Cristo: “ventre di Preghiera” (la Vergine Maria?), “evangelista d’amore”, che ha sapore di viaggio per le strade del mondo a diffondere “la lieta novella”. Ma anche la stessa creazione (“negli spazi che mi hai creato”) non ha niente di terreno perché ha in sé il mistero della trascendenza nella semplicità di essere “uomo d’amore” grazie a lei, sua “MADRE”…

Ventre di preghiera/ collana di carezze/ nettare d'esistenza/ insegnante di respiri./ La mia vita t'accompagnerà/ negli spazi che mi hai creato/ per essere un semplice uomo,/ evangelista d'amore.

Senza titolo è la poesia di Valeria Rossini, docente universitaria e tenera mia allieva nei tempi dell’adolescenza. Nei suoi versi “bizzarri” per la mamma ci sono tutte le mamme, salvo poi ha sentirle vibrare nel cuore, LEI, la sola, che è “grido che ci strappa alla libertà/ e ci consegna alla nostalgia”. Ed è, alla fine, quella di Valeria, a più riprese una confessione dell’anima: ora chiara come   “Madre assente/ sulle nuvole/ in volo per un giorno/ o per sempre” oppure “Madre che è solo un ricordo/ un pretesto di vita/ come polline alla collina…”; ora velata, quasi nascosta in un plurale che solo apparentemente ci accomuna, ma che in realtà ci spinge lontano perché ora siamo persino di troppo: “Un grido che ci strappa alla libertà/ e ci consegna alla nostalgia”. Punto. Senza più parole. Solo tanta commozione.

Madre di carezze/ e sospetti/ tenerezze/ e dispetti./ Madre assente/ sulle nuvole/ in volo per un giorno/ o per sempre./ Madre nel tuo letto/ a fare giri di fiabe e coperte/ Quasi mai nel suo letto perché il respiro sia forte/ e gli occhi sbarrati/ su orologi e finestre/ ad aspettare/ rintanare/ … rincuorar(si)./ Madre che è solo un ricordo/ un pretesto di vita/ come polline sulle colline/  o schiuma di mare tra le dune./ Quanta confusione nelle madri…/ Un grido che ci strappa alla libertà/ e ci consegna alla nostalgia.

Ma su FB molte pagine ieri hanno riportato una bella prosa poetica di un non meglio conosciuto F. B. Giacomini, ma senza fare riferimento all’autore, che a dire il vero ha parlato della “mamma” in modo insolito e originale. A lui va il merito! Quindi, occorre citarlo o quantomeno mettere il suo testo tra virgolette, come ora faccio io. Altrimenti commettiamo plagio…

“- Come si coniuga il verbo “Madre”?/ - Non è un verbo?/ - Ne siete proprio sicuri?/ - Amare, fare, dare, ascoltare,/ confortare, gioire, piangere, abbracciare,/ baciare, accarezzare, sentire, curare,/ sostenere, proteggere, insegnare, accompagnare,/ ricordare, studiare, leggere, pulire,/ cucinare, nutrire, vegliare, urlare,/ sussurrare, cantare, sorridere, correre,/ saltare, educare, comprendere, perdonare,/ subire,/ angosciarsi, sollevare, soffrire,/    tacere, parlare…   / - Avete ragione “madre” non è un verbo solo,/ ma tutti i verbi di una vita”. Bella davvero!

Ed ecco una poesia la cui autrice ha già al suo attivo alcune sillogi di poesie. Questa, molto bella, dedicata alla madre è tratta appunto da RB D'Amore e di altre storie (Bertoni Editore2022). Si tratta della cara e bravissima Rita Bonetti.

Avrei potuto essere neve/ di sonnolento candore imperfetta/ Avrei potuto esser mare/sussulto sospinto/ dagli abbracci degli amanti/ Oppure cielo di pioggia/ che commuove il giorno/ O ancora vento di marzo/ che da foglie e petali germina/ nel gemito brutale della linfa/ E senza mescolare mai/ il nostro sangue/ di stupore e di silenzi/ custodirti

E mi piace citare un altro carissimo amico, Gino Locaputo, con “Arrivederci mamma nell’infinito”:

Mamma, nel soffio del vento c’è la tua poesia./ Nelle nuvole che passano il tuo volto./ Nei nostri sogni/ le tue ninnenanne:/ Ora tu parli con l’Immenso/ e racconti la tuaFiaba/ che noi non dimenticheremo mai./ Arrivederci, mamma, nell’Infinito. (dalla raccolta Nei tuoi occhi le parole diventano pietra, SECOP edizioni)

Né posso fare a meno di ricordare il carissimo Mattia Cattaneo, ideatore “dal multiforme ingegno” di CIRCOLARE POESIA, anche se ieri si è giustamente e teneramente defilato:

in questo gomitolo/ impazzito di giorni/ stretti come in una campana/ scrivo in corsivo/ di una carezza sconsolata/ piego le ossa/ e torno a sentirti/ dal paese dei crinali scuri/ umbratile/ l'inizio di ciò che ho già perso/ fisso/ lo sguardo distratto/ chicchi d'uva secca/ sfiorano il piatto di un cielo rossastro. E, come lame, mi feriscono i suoi versi intrisi di perdita che sanguina ancora, e in silenzio e tutto per lui il mio forte abbraccio.

E scopro “MADRE” (8 Marzo 2022) di Giulia Basile altra mia carissima amica, che non ha bisogno di presentazioni tanto è brava e meritamente famosa:

Mi son cucita addosso il tuo amore,/ e non per ripararmi/ dal freddo dell’inverno o dal caldo del sole,/ ma per proteggere la Vita che mi hai dato/ e la sua essenza,/ per tenere al caldo ogni tua carezza/ ogni sguardo/ ogni bacio/ogni tenerezza./ Dietro ogni gesto e ogni tua parola/ la certezza di chi sa/ che mettere al mondo un figlio/è una cosa meravigliosa./Sono certa che anche nell’aldilà/ - dove le mamme vanno a svernare -/Tu di notte non dormi/ ed entri nel mio cuore/ per ricordarmi ancora/ che è bello AMARE.

Ma c’è anche la poesia di Ciro Tremolaterra, “Una poesia per la mamma”, che mi commuove perché accomuna il dolente desiderio di quanti abbiamo dovuto fare i conti con la perdita più grave, che ci rende più fragili e, forse, più forti, ma mai più quelli di prima

Siediti qui/ anche se non ci sei./ Parlami/ anche se non ti sento./Al sole si sta bene./Leggi con me/ oppure alzati/ per osservare i fiori./ Come siamo stati/ tante volte/ prima di andare via, prima di lasciarci,/ siediti un momento.

E la totalizzante e rammemorante poesia di Giovanni Sepe “A mia mamma”, che conferma il valore di questo straordinario poeta sempre in bilico tra realismo quotidiano e voli visionari della sua anima inquieta, che anela amore:

Non avrei altro intorno,/ se non fosse necessario/ ripararti il cuore,/ che pareti e miserie.// Faccio il gioco del ditale/ disertando questo spazio gelido./ E mi ritrovo a inseguire la memoria/ e il ritmo del pedale/ di una vecchia Singer,/ dipanare cotone e speranza,/ ticchettando melodia.// Mentre m’incuriosiva vedere/ quale prodigio celavano/ quelle mani farfalla/ che volavano in casa/ su ogni cosa acerba,/ trovandoci  miele.// Ora che i vestiti non si rammendano/ e le tue mani tremano/ come farfalle impaurite

Mi piace, infine, concludere con una prosa poetica della grande giornalista Valentina Valentozza Nuzzaci, che cattura sempre la nostra attenzione e il nostro plauso per l’empatia che ogni suo articolo sprigiona, per la forte carica di umanità che vi traspare, per il metterci sempre tanto cuore e tanta passione in quello che scrive:

Non avrei potuto avere mamma migliore.

Moderna, naturalmente elegante, solare, innamorata della vita e della gente, intelligente, generosa, empatica. Mi manchi in modo indescrivibile.

Ho imparato a fare a meno di te con enorme fatica. Ho dovuto, ma all'inizio credevo di non farcela. È stata dura.

Mi hai insegnato il valore delle persone, non delle cose. A saper riconoscere la bontà nei cuori della gente. A dare importanza alle cose importanti. Che sono poche alla fine, pochissime.

Ti devo molto, moltissimo.

Sappi che sei dentro di me e che per Andrea tuo tu resterai per sempre la sua adorata nonna Pia. Non ti ha dimenticata, anzi. Perché pia lo eri veramente

E anche qui non ci sono parole, solo la vicinanza del cuore. Molte altre poesie avrei voluto riportare, ma i miei figli, con amorosa premura, ogni volta mi sollecitano a sintetizzare i miei “pensieri fiume” perché nessuno più ha tempo, voglia e pazienza di leggere. “Obbedisco”, dico tra me e me ogni volta, ma ogni volta oltrepasso il confine. Purtroppo, non demordo: scrivere, oltre al nostro reciproco amore, è la mia vita… A domani!

1 commento:

  1. ...e non demordere, cara Angela, non devi e non puoi privarci del tuo amore per la poesia , che è poi amore per la Vita, nel bene e nel male... Tu, che sei capace di soffiare nei cuori addormentati o, peggio, indifferenti e svegliarli al bello che pure continua a germogliare in questo nostro maltrattato mondo. Ti ringrazio per aver pensato oggi anche a me e ti abbraccio.

    RispondiElimina