Oggi desidero continuare con le tante poesie dedicate alla
MAMMA che ieri sono fiorite sulle pagine FB come fiocchi di neve, gocce di
pioggia, cristalli di rugiada, piume di vento, fiori di questa primavera
bizzarra che stenta a fiorire ma si avverte nell’aria come un’attesa colma di
nostalgia.
E comincio con una splendida poesia di Angela
Strippoli, che sa descrivere la realtà con parole d’incanto e metafore
ardite e fiere, proprio come la sua mamma. Che fa “resuscitare anche i morti e
li porta a ballare di nascosto alla luna”. Mamma perfetta nella sua
imperfezione…
Sei incomparabile tu/ Senza misura/ Senza freni/
Imbattibile nella pedalata/ Nella tua veste pose radici il prato di maggio/
Sulla tua bocca ridono ancora mille papaveri rossi/ C'è incanto nel tuo ridere/
Tutto il fragore del mare nella tua bocca/ Dimmi/ Chi non ha bevuto del tuo bel
riso?/ Chi non ha mangiato le rose della tua città immensa?/ Tu tra le vigne
senza pudore/ con le rane in amore/ Hai mille e più vite, tu/ che risusciti
anche i morti e fai loro da mangiare e li porti a ballare di nascosto alla
luna/ Mamma/ perfettamente imperfetta/ come ogni perla di mare/ M A
M M A / Di questo bel suono cantato in tutte le lingue/ ogni figlio
si riempie la bocca a schiocco di bacio/ Mam - ma/ Mamma per sempre
Poi, ecco “MADRE” di Michele Carniel, che mi
assale con versi brevi, a metà strada tra parole quotidiane e parole prese in
prestito dalla vita di Cristo: “ventre di Preghiera” (la Vergine Maria?), “evangelista
d’amore”, che ha sapore di viaggio per le strade del mondo a diffondere “la
lieta novella”. Ma anche la stessa creazione (“negli spazi che mi hai creato”)
non ha niente di terreno perché ha in sé il mistero della trascendenza nella
semplicità di essere “uomo d’amore” grazie a lei, sua “MADRE”…
Ventre di preghiera/ collana di carezze/ nettare
d'esistenza/ insegnante di respiri./ La mia vita t'accompagnerà/ negli spazi
che mi hai creato/ per essere un semplice uomo,/ evangelista d'amore.
Senza titolo è la poesia di Valeria Rossini, docente
universitaria e tenera mia allieva nei tempi dell’adolescenza. Nei suoi versi
“bizzarri” per la mamma ci sono tutte le mamme, salvo poi ha sentirle vibrare
nel cuore, LEI, la sola, che è “grido che ci strappa alla libertà/ e ci
consegna alla nostalgia”. Ed è, alla fine, quella di Valeria, a più riprese una
confessione dell’anima: ora chiara come “Madre assente/ sulle
nuvole/ in volo per un giorno/ o per sempre” oppure “Madre che è solo un
ricordo/ un pretesto di vita/ come polline alla collina…”; ora velata, quasi
nascosta in un plurale che solo apparentemente ci accomuna, ma che in realtà ci
spinge lontano perché ora siamo persino di troppo: “Un grido che ci strappa
alla libertà/ e ci consegna alla nostalgia”. Punto. Senza più parole. Solo
tanta commozione.
Madre di carezze/ e sospetti/ tenerezze/ e dispetti./
Madre assente/ sulle nuvole/ in volo per un giorno/ o per sempre./ Madre nel
tuo letto/ a fare giri di fiabe e coperte/ Quasi mai nel suo letto perché
il respiro sia forte/ e gli occhi sbarrati/ su orologi e finestre/ ad
aspettare/ rintanare/ … rincuorar(si)./ Madre che è solo un ricordo/ un
pretesto di vita/ come polline sulle colline/ o schiuma di mare tra le
dune./ Quanta confusione nelle madri…/ Un grido che ci strappa alla libertà/ e
ci consegna alla nostalgia.
Ma su FB molte pagine ieri hanno riportato una bella prosa
poetica di un non meglio conosciuto F. B. Giacomini, ma senza fare
riferimento all’autore, che a dire il vero ha parlato della “mamma” in modo
insolito e originale. A lui va il merito! Quindi, occorre citarlo o quantomeno
mettere il suo testo tra virgolette, come ora faccio io. Altrimenti commettiamo
plagio…
“- Come si coniuga il verbo “Madre”?/ - Non è un verbo?/
- Ne siete proprio sicuri?/ - Amare, fare, dare, ascoltare,/ confortare,
gioire, piangere, abbracciare,/ baciare, accarezzare, sentire, curare,/
sostenere, proteggere, insegnare, accompagnare,/ ricordare, studiare, leggere,
pulire,/ cucinare, nutrire, vegliare, urlare,/ sussurrare, cantare, sorridere,
correre,/ saltare, educare, comprendere, perdonare,/ subire,/ angosciarsi,
sollevare, soffrire,/ tacere, parlare… / - Avete
ragione “madre” non è un verbo solo,/ ma tutti i verbi di una vita”. Bella
davvero!
Ed ecco una poesia la cui autrice ha già al suo attivo alcune
sillogi di poesie. Questa, molto bella, dedicata alla madre è tratta appunto
da RB D'Amore e di altre storie (Bertoni Editore2022).
Si tratta della cara e bravissima Rita Bonetti.
Avrei potuto essere neve/ di sonnolento candore
imperfetta/ Avrei potuto esser mare/sussulto sospinto/ dagli abbracci degli
amanti/ Oppure cielo di pioggia/ che commuove il giorno/ O ancora vento di
marzo/ che da foglie e petali germina/ nel gemito brutale della linfa/ E senza
mescolare mai/ il nostro sangue/ di stupore e di silenzi/ custodirti
E mi piace citare un altro carissimo amico, Gino
Locaputo, con “Arrivederci mamma nell’infinito”:
Mamma, nel soffio del vento c’è la tua poesia./ Nelle
nuvole che passano il tuo volto./ Nei nostri sogni/ le tue ninnenanne:/ Ora tu
parli con l’Immenso/ e racconti la tuaFiaba/ che noi non dimenticheremo mai./
Arrivederci, mamma, nell’Infinito. (dalla raccolta Nei tuoi occhi
le parole diventano pietra, SECOP edizioni)
Né posso fare a meno di ricordare il carissimo Mattia
Cattaneo, ideatore “dal multiforme ingegno” di CIRCOLARE POESIA, anche se
ieri si è giustamente e teneramente defilato:
in questo gomitolo/ impazzito di giorni/ stretti come in
una campana/ scrivo in corsivo/ di una carezza sconsolata/ piego le ossa/ e
torno a sentirti/ dal paese dei crinali scuri/ umbratile/ l'inizio di ciò che
ho già perso/ fisso/ lo sguardo distratto/ chicchi d'uva secca/ sfiorano il
piatto di un cielo rossastro. E, come lame, mi feriscono i suoi versi
intrisi di perdita che sanguina ancora, e in silenzio e tutto per lui il mio
forte abbraccio.
E scopro “MADRE” (8 Marzo 2022) di Giulia Basile altra
mia carissima amica, che non ha bisogno di presentazioni tanto è brava e
meritamente famosa:
Mi son cucita addosso il tuo amore,/ e non per ripararmi/
dal freddo dell’inverno o dal caldo del sole,/ ma per proteggere la Vita che mi
hai dato/ e la sua essenza,/ per tenere al caldo ogni tua carezza/ ogni
sguardo/ ogni bacio/ogni tenerezza./ Dietro ogni gesto e ogni tua parola/ la
certezza di chi sa/ che mettere al mondo un figlio/è una cosa
meravigliosa./Sono certa che anche nell’aldilà/ - dove le mamme vanno a
svernare -/Tu di notte non dormi/ ed entri nel mio cuore/ per ricordarmi
ancora/ che è bello AMARE.
Ma c’è anche la poesia di Ciro Tremolaterra, “Una
poesia per la mamma”, che mi commuove perché accomuna il dolente desiderio di
quanti abbiamo dovuto fare i conti con la perdita più grave, che ci rende più
fragili e, forse, più forti, ma mai più quelli di prima
Siediti qui/ anche se non ci sei./ Parlami/ anche se non
ti sento./Al sole si sta bene./Leggi con me/ oppure alzati/ per osservare i
fiori./ Come siamo stati/ tante volte/ prima di andare via, prima di
lasciarci,/ siediti un momento.
E la totalizzante e rammemorante poesia di Giovanni
Sepe “A mia mamma”, che conferma il valore di questo straordinario
poeta sempre in bilico tra realismo quotidiano e voli visionari della sua anima
inquieta, che anela amore:
Non avrei altro intorno,/ se non fosse necessario/
ripararti il cuore,/ che pareti e miserie.// Faccio il gioco del ditale/
disertando questo spazio gelido./ E mi ritrovo a inseguire la memoria/ e il
ritmo del pedale/ di una vecchia Singer,/ dipanare cotone e speranza,/
ticchettando melodia.// Mentre m’incuriosiva vedere/ quale prodigio celavano/
quelle mani farfalla/ che volavano in casa/ su ogni cosa acerba,/
trovandoci miele.// Ora che i vestiti non si rammendano/ e le tue mani
tremano/ come farfalle impaurite
Mi piace, infine, concludere con una prosa poetica della
grande giornalista Valentina Valentozza Nuzzaci, che cattura
sempre la nostra attenzione e il nostro plauso per l’empatia che ogni suo
articolo sprigiona, per la forte carica di umanità che vi traspare, per il
metterci sempre tanto cuore e tanta passione in quello che scrive:
Non avrei potuto avere mamma migliore.
Moderna, naturalmente elegante, solare, innamorata della
vita e della gente, intelligente, generosa, empatica. Mi manchi in modo indescrivibile.
Ho imparato a fare a meno di te con enorme fatica. Ho
dovuto, ma all'inizio credevo di non farcela. È stata dura.
Mi hai insegnato il valore delle persone, non delle cose.
A saper riconoscere la bontà nei cuori della gente. A dare importanza alle cose
importanti. Che sono poche alla fine, pochissime.
Ti devo molto, moltissimo.
Sappi che sei dentro di me e che per Andrea tuo tu
resterai per sempre la sua adorata nonna Pia. Non ti ha dimenticata, anzi.
Perché pia lo eri veramente
E anche qui non ci sono parole, solo la vicinanza del cuore. Molte altre poesie avrei voluto riportare, ma i miei figli, con amorosa premura, ogni volta mi sollecitano a sintetizzare i miei “pensieri fiume” perché nessuno più ha tempo, voglia e pazienza di leggere. “Obbedisco”, dico tra me e me ogni volta, ma ogni volta oltrepasso il confine. Purtroppo, non demordo: scrivere, oltre al nostro reciproco amore, è la mia vita… A domani!
...e non demordere, cara Angela, non devi e non puoi privarci del tuo amore per la poesia , che è poi amore per la Vita, nel bene e nel male... Tu, che sei capace di soffiare nei cuori addormentati o, peggio, indifferenti e svegliarli al bello che pure continua a germogliare in questo nostro maltrattato mondo. Ti ringrazio per aver pensato oggi anche a me e ti abbraccio.
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