Mia carissima ANNA MARIA, stamattina nel dormiveglia, tra sogno e realtà, ho tenuto stretta tra le braccia una bimbetta appena nata che chiamavo Anna Maria. Mi ha pervaso una sensazione dolcissima come se cullassi te, quasi a rinsaldare, ancora una volta, il nostro esclusivo rapporto d’amore reciproco fin dal tuo primo giorno di vita. E, intanto, mi tornano alla mente tutte le emozioni vissute il 23 scorso, durante la messa per il tuo Trigesimo. Siamo purtroppo arrivati tardi in chiesa per via del traffico, ma appena dentro ho scoperto con grande commozione la presenza di Gianni accanto a Nicole e a Nicoletta, nelle ultime file. Gianni ti ha dato ancora una volta la testimonianza del suo grande amore per te e per tutta la famiglia, in un luogo non consono ai suoi principi laici… Un segno forte della tua presenza tra noi tra i tanti che in parecchi abbiamo avvertito in chiesa e soprattutto fuori, dopo la messa. E, per la prima volta, dopo tanti anni, senza averlo preventivato, ho preso dalle mani del sacerdote, che è venuto fino a me, senza averlo richiesto, l’Ostia consacrata. Altra emozione non preventivata. Ma, appena fuori, la tua presenza fra noi è stata, a mio parere, davvero eclatante. Per rinfrancarci un po’, abbiamo raggiunto Gianni fuori con Isabella, Nicoletta, Nicole, e un po’ in disparte Francesco, che tu ami chiamare “Libero” dal francese “franco”, ossia uomo o luogo “libero”, Licia, e altre persone che sono venute a salutarci. Tra queste ultime, alcune signore di… Casalnuovo Monterotaro, il paesino sui monti della Daunia, dove babbo ci portò quando tu e Pino eravate piccolissimi. Mimmo non era ancora nato. Ma la cosa più sorprendente è stata che queste donne hanno parlato di babbo e mamma, di te e di me, delle figlie di zi’ Donato, carissime amiche di mamma, della caserma e così via. Sono rimasta scioccata da questa coincidenza, a cui io non credo. “Niente avviene per caso”, come sai, è il mio motto. Isabella, intanto, distribuiva le preci con la tua bellissima poesia, da me sintetizzata, per via dello spazio da rispettare per la prece, rispettando ogni tua parola. Io all’alba avevo scritto per te la seguente poesia che avevo mandato a Isabella e Nicoletta perché sentissero la mia presenza in un momento così difficile e delicato da vivere: Nei giorni senza tempo/ vibra nell’anima la tua anima/ di voi d’ogni tempo./ Tante quante con la magia/ del tuo cuore hai conquistato./ Nidifica in me la nostalgia del tempo/ che non torna e ritorna nell’eco/ delle passate stagioni/ quando di verde stupore si coprivano/ i giorni delle nostre antiche estati/ baciate dal sole./ Oggi stupore dei miei vecchi anni/ i nostri giorni sanno ancora di magia./ Maga io senza scarpe e a piedi nudi/ sugli incroci del tempo con valigie/ di rimpianti vinti da mai spenta Poesia./ Nel tempo senza tempo che ci vinse/ era complicità d’incontri l’affinità/ di due anime sospese al filo/ della nostalgia, malinconica nota/ vibrante di lacrime e sorrisi/ nei nostri occhi/ di stanca tenerezza che esplodeva/ d’improvvisa risata ad una voce/ prima di ogni improvviso silenzio/ per una nuova emergenza/ ad attanagliarci il cuore./ So di anni addossati agli anni/ So di dolori addossati ad un unico dolore/ quello che fa più male e che ancora/ ha sussurri di mai perduto amore tra noi./ Ma Non rimane il silenzio, non sei solo album di ricordi./ A fatica riprendiamo/ a percorrere strade già percorse insieme/ per ritrovarci/ e raccontarci come un tempo/ con le tue parole sempre presenti/ e quanto mai necessarie a cantare/ con la tua indomabile voce/ il vero senso del tuo volerci uniti/ in te per non disperdere tutto/ l’immenso AMORE/ che per una vita hai saputo donarci… Lina (per la mia amatissima Anna Maria nel giorno del Trigesimo)…
Anche Raffaella aveva
scritto in mattinata una poesia per te ed io ho insistito perché la leggesse,
sollecitata a farlo da tutti gli altri. Ed eccola: Nella stanza dei sorrisi che mi hai/ regalato mi rifugio/ A quella
delle lacrime/ ho messo il lucchetto/ Per ora non frequento altre stanze/ Non
ancora mi appartiene/ quella del silenzio/ Riecheggia la tua voce/ dove mi
trovo e sento dirmi l’ascoltato/ e il nuovo/ e neanche il secondo mi sorprende/
Restiamo così finché i colori/ virano tra l’azzurro e il verde/ sospinte dal vento/
in questa bolla leggera/ profumata di sapone
Altra commozione che
non ha più parole solo lacrime. Di tutti noi. Nicole mi viene ad abbracciare e
mi sussurra parole d’amore, ricordandomi i nostri baci da lontano da conservare
nel cuore e si allontana. Isabella chiama Francesco che le si avvicina e le
sorride per dissipare le lacrime della madre e quelle di tutti noi. Per ovviare
a tanta commozione, andiamo in deviazione ed io mi affretto a parlare di te e
del tuo essere una seconda madre per Raffaella che, durante l’adolescenza e
anche dopo, le sue sofferenze d’amore le veniva a raccontare a te, non trovando
mai disponibile sua madre alle prese con un lavoro immane h. 24, ma questa è
un’altra storia. Bastava che salisse al quinto piano per trovare zia Anna Maria
ad ascoltarla, consolarla, incoraggiarla con i suoi immancabili sorrisi. E così
abbiamo dato la stura ai ricordi, scegliendo quelli più divertenti per
sorridere un po’, sentendoti tra noi più presente che mai. Poi, si è fatto
tardi e abbiamo preso a salutarci tra lacrime e sorrisi. Ma ecco appena oltre
la siepe del sagrato mille bolle di sapone fluttuare nell’aria. Ci vengono in
mente gli ultimi tre versi della poesia di Raffaella “sospinte dal vento/ in
questa bolla leggera/ profumata di sapone”. E non sappiamo se ridere o
piangere. Appena sulla strada, una bimbetta, ignara di essere complice di un
meraviglioso prodigio, che ti riguarda e che ci riguarda, sta facendo le
iridescenti tenerissime bolle di sapone col suo aggeggino che mi ricorda la nostra
infanzia e le mille bolle blu a riempirci di stupore...
E oggi è sant’Anna, una
festa di onomastico che ti piaceva festeggiare due volte, grata a mamma e babbo
che ti avevano dato due nomi e l’appiglio giusto per i doppi festeggiamenti. Ma
io ho un ricordo in più per salutarti non solo con gli auguri di buon
onomastico, ma con una bella risata di mai spenta complicità tra noi due. E
ritengo che non sia disdicevole parlarne anche in un blog. Le cose di cui
vergognarsi dovrebbero essere ben altre, che mai ci appartennero: mentre Lizia
ed io avevamo salutato il nostro diventare donne al tempo giusto (12 e 13 anni)
tu avevi sedici anni e ti disperavi perché non. E proprio nei giorni precedenti
a Sant’Anna cominciasti a pregare la Santa perché diventassi anche tu mestruata
e allo scoccare del 26 luglio del ’63 la Santa mi sussurrasti sulla spiaggia di
non poter fare il bagno insieme per via delle mestruazioni. Evviva! Scoppiammo
a ridere tutte e due abbracciandoci e, dimentiche del bagno a cui non avremmo
mai rinunciato per nessuna cosa al mondo, cominciammo a saltare e a ballare
sulla sabbia mentre mamma ci guardava con una faccia di dubbioso rimprovero
misto a stupore. Ci avvicinammo alla sua sdraio per tranquillizzarla.
Primo, ignaro di tutto,
ma sempre pronto a immortalarci con la sua macchina fotografica, riprese il tuo
luminoso-malizioso sorriso…
Buon Onomastico, Anna Maria mia! Lina
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