Oggi è San Primo. Permettetemi di dedicare a lui questi miei brevi versi: È un ricamo di intuite stelle/ il lontano mormorio di onde/ che sempre resero morbido canto/ questo giorno di festa/ e il nostro sorriso/ condiviso/ Oggi serro tra ciglia di pianto/ le parole/ l’attesa del nuovo giorno/ per riscoprirci insieme/ in un atteso ritorno/ al profumo intenso di siepi e gelsomini/ (fioriscono ancora/ i nostri occhi bambini/ amari e teneri/ come alberi di oleandri in fiore)
E la carrellata delle voci e dei cuori all’unisono continua con una coppia formidabile di amici con la A maiuscola, parlo di Cettina Fazio Bonina e di suo marito Antonio Bonina: due persone eccezionali con una presenza costante nel panorama culturale italiano, ma estremamente umili, affabili, accoglienti. Cettina, poi, è la quintessenza della generosità e dell’attenzione agli altri. Si sono per caso seduti allo stesso tavolo di Caterina Chiapparino e Caterina De Fusco, di Giuseppe Tricarico e di ben tre giornalisti importanti e a me molto cari, di cui parlerò dopo. Mi sarebbe piaciuto parlare tanto di Cettina e Antonio, come meritano, ma queste pagine sono diventate davvero un viaggio infinito. Mi limito perciò a leggere i due bigliettini che hanno scritto per me, accompagnandoli con una spilla fantastica quale dono concreto a sottolineare le parole: I momenti passati sono un tesoro che mi porto dentro. Non ho parole per descrivere l’affetto, la stima che mi lega a te, perché tu Angela sei un’amica speciale, ti auguro di poter scrivere tanto perché leggerti è un piacere per il mio cuore. La tua amica Cettina. E Antonio, che di tanto in tanto scatta fotografie, scrive: fotografarti è una gioia per l’anima con affetto e amicizia Antonio Bonina. Cettina è lei l’amica “speciale”, che vede speciali tutti gli altri. E Antonio è un fotografo, tra le tante altre sue connotazioni, con il dono impagabile di cogliere in uno scatto le atmosfere incantate e incantevoli della vita, nel ricamo di trame di sorriso bellezza e sogno. Attendo con ansia indicibile il suo fascinoso book fotografico che so che non tarderà a giungere, come quello di un altro fotografo di eccezionale luce e incanto, Giuseppe Tricarico, che così mi scrive ancora tutto in stampatello maiuscolo: mentre cerco di scrivere, aleggiano note jazz… La vita diventa interessante forse quando improvvisiamo, quando ci facciamo guidare dall’istinto, dalla musica nell’aria, dai profumi inebrianti della natura. Quando diventiamo spontaneamente funamboli permettendo alla nostra essenza di accordarsi a quel che ci circonda sul pentagramma della poesia: grazie Angela grazie perché la tua poesia mette in palpitante rima le note della vita. GT.
Ci vuole una sensibilità poetica particolarissima per
scrivere queste parole che sono musica. E, infatti, H. Heine dice “Dove le
parole finiscono comincia la musica”. La musica è l’invenzione più stupefacente
dell’uomo a cui sicuramente Dio la suggerisce per colmare la sua anima di
mistero, di ineffabile armonia, di prodigiosa magia in sintonia con il Creato e
con tutte le sue Creature.
La poesia! Visiva, uditiva, invisibile eppure palpitante, intensa
o rarefatta come quella di Mariateresa
Bari che mi porge con delicatezza e amore qualcosa di veramente magico e
misterioso: un prezioso acquerello “I ciliegi” della bravissima illustratrice Anna Franca Coviello, accompagnato da
parole stupende: A te, Angela che hai
farfalle di luce nel retino degli occhi e incendi di parole nei campi del cuore.
Con immenso affetto, Mariateresa. Meravigliosa poesia, sintesi perfetta di
come lei mi vive e mi conosce. Lo so, Mariateresa, e te ne sono immensamente
grata!
Ma accanto a tanto delicatissimo dono d’amore ecco qualcosa di
unico che faccio fatica a toccare per non sciuparne l’incanto: la stupenda tela
lavorata a mano da parte di un’altra splendida creatura che il buon Dio mi ha
fatto incontrare sulla mia strada: Angela
Strippoli, raffinata, sapiente ricamatrice, e poetessa tenerissima e forte
nella sua apparente fragilità. Ma ecco le sue parole che valgono più delle mie
per descrivere il capolavoro che con mani tremanti ha consegnato nelle mie mani
tremanti: Legati a un filo di sole Opera
artigianale (ricamo creativo) L’opera è
realizzata ad ago su tessuto di cotone altezza 80 cm. larghezza 1,10 cm. Presenta un sole di stoffa. Fondo bianco sul
quale si stagliano frammenti di tessuto di colore marrone-terra bruciata,
giallo, oro, carta da zucchero con picchiettature di corallo. Materiale: tessuto di cotone, taffetà, seta,
piccoli frammenti di lino a traforo, fili di metallo color oro. Tecnica ad ago. Impressionista. Autrice: Angela
Strippoli L’opera “Legati a un filo di sole” nasce
nel marzo 2020. Data che avrebbe segnato la storia della nostra Nazione a causa
della pandemia di Covid -19. Dopo la Seconda Guerra Mondiale gli italiani d’improvviso
si ritrovarono a dover affrontare un lungo periodo di buio. E fu proprio in
questo buio che, spontaneamente, un filo di colore oro, passando attraverso la
sottilissima cruna di un ago, dette vita ad un sole di stoffa. Un sole Madre
che, se pur simbolicamente, potesse raggiungere ogni angolo buio del
mondo. … “Poi/ che fummo soffiati/ oro
nel crogiolo/ chiedemmo di uscire/ a guardare il sole”… A te, mia carissima
Angela, il mio cuore di stoffa Angela Strippoli
E i versi di Qoèlet (se non ricordo male) mi vinsero. La commozione ci vinse. Ci vinse il ricamo solare del cuore.
Ma allo stesso tavolo avevano preso posto ben tre giornalisti
eccezionali, di cui sono la fortunata amica: Valentino Losito, il giornalista per eccellenza, che è giunto
all’apice della sua carriera con grandi incarichi a livello nazionale; Mario Sicolo, straordinario Direttore
del DaBitonto, storico Quotidiano del mio Paese d’origine (a cui, con la mente
faccio quotidiano ritorno con i miei malfermi passi sempre a ritroso per non
lasciarlo mai). Mario docente amatissimo. Mario e la sua scrittura
inconfondibile per la vena poetica che scorre come fiume scintillante tra le
sue pagine di profondissimo sentire empatico; e Marino Pagano, Ricercatore storico e Direttore di altra importante
Rivista storico-culturale con uno stile molto diverso da quello di Mario, ma
con una ispirazione poetica altrettanto intensa e catturante. anche lui motivato e amato Docente. Ebbene, Valentino
non è venuto, purtroppo, con la sua Rita, di cui ho avvertito l’assenza fisica,
ma con una splendida orchidea, mentre Mario e Marino si sono fatti accompagnare
abilmente da due loro amici del cuore: da Jorge
Luis Borges che adoro e da Alda Merini, della cui poesia mi
nutro come pane alla mensa sempre ricca di inesauribile incanto. Borges con i
suoi Racconti brevi e straordinari
tutti da centellinare per assaporarli ad libitum. Alda Merini con Confusione di stelle, una dolceasprigna raccolta
in cui le stelle parlano il linguaggio della follia che abita continuamente
amore, senza mai poter distinguere, in una totale confusione di sensi e di
sentimenti, chi ha dato per primo la stura a così tante emozioni: l’amore che è
sempre fuoco e follia o la follia che si veste con i meravigliosi e altalenanti
colori dell’amore?
E con questo invitante interrogativo mi fermo, ma il viaggio
continua fino alle ormai prossime vacanze estive, quando ci prenderemo tutti
una pausa d’azzurro…
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