Ritorno a scrivere sul mio amato blog, sul “nostro” blog, a distanza di un mese esatto e mi piace inazzurrare queste mie parole con tanto mare. Come è giusto che sia. Siamo a luglio. Siamo in vacanza. Il mare è un richiamo senza fine. E ritorno vestita di me e con alcune mie poesie sul mare che fanno parte di una nuova silloge intitolata I miei passi, ancora per poco inedita. E naturalmente i primi passi riguardano appunto il mare:
1^ parte Passi d’acqua (era d’estate)
UNA STORIA SENZA FINE
… danzano ballerine nell'azzurrità del mare
le ore dimentiche di tempo e di stagioni.
Volano le loro braccia al cielo delle nuvole
ed è già preghiera di perdono
tra sussurri di gocce che respirano dai fondali
correnti sotterranee e insidiose
su antiche illusioni di coralli e di sirene
e forzieri d’oro puro
che i pirati sottrassero ai re d’ogni contrada.
S'apre come fiore d'acqua e di luce
la danza a imbrigliare occhi incantati
che non sanno il magico canto della vita
a trattenere i giorni in sospensione
e tutto si fa intreccio di storie senza fine...
Hanno graffi di corallo
i muri alti del cielo
E una quasi luna sorride
di pronostici di piombo
e acqua di rugiada
a conservare bellezza
e di giovinezza lo splendore
(l’alba di San Giovanni
intenerisce
sogni)
Morfeo mi strizza l’occhio
Complice delle mie notti insonni
Morfeo per brevi intervalli
mi consola con le sue braccia a culla
E - meraviglia delle meraviglie -
io corro e raggiungo il mare
sulle onde trasparenti di sole atteso
danzo
mi capriolo sulla sabbia ardente
mi fingo ballerina e poi bambina
- l’azzurro nelle tasche
sorrisi di giochi sulla riva -
Rido rido rido pazza di gioia
Per le gambe rinate
Le protesi abbandonate
Il volo di gabbiano che mi so
Ignorando il suo grido
Sull’intoccata verità del sogno
Che mi sgrida: - stai sognando! -
“Lo so”, mi dico, e corro
a perdifiato a rincorrerli i sogni
verdi le stampelle come di prato
nel buio della mia camera indispettite
per tanto abbandono
(le riprenderò domani
per attraversare il giorno…)
Rosso sorriso d’estate
Con passo felpato di gatto nero
Avanza la notte con occhi di stelle
Nei miei occhi persi di treni perduti
Nel bosco del tempo andato…
E mi trema dentro un mistero
D’acqua di mare che sogna
Passi d’azzurro a lasciare orme sul cuore
Perché nulla vada dimenticato
Prima che la luce riaccenda l’alba
(dono che ancora mi ricama
Rosso sorriso di seta e geranio
su labbra d’estate di rosso accese)
Mare di paura
Si gridava “il mareeeeeee!”
abbagliati dal suo antico splendore
E si urla “oh mare!”
rosso di sangue nero di morte
E il cuore ha brividi di paura
Un gabbiano vola e stride di dolore
sull’indifferenza assassina dell’uomo
(stanotte fioriranno stelle di luce
a incantare occhi grandi bambini
che
non sanno)
Fiume di fango è il mare
6 agosto
È un fiume di luce il mare
tra la terra e le case il cielo d’agosto
Da questa terrazza che confonde aerei
e gabbiani e guglie d’alberi
con l’erba dei campi, i fiori.
Oltre… la Città lontana
Inganno di sole la distanza
l’armonia e il silenzio
Ma inquieta l’anima
lacrima fango
in cui l’umanità umiliata affonda
al servizio d’ignobili comandanti
contro capitani di navi alla deriva
e mani di bambini in vana preghiera
(cosa di noi i posteri diranno?
Come ci assolveranno i figli?)
Voglia di mare
Voglio guardare il mare
Non c’è connessione internet
chiudo il computer e lo butto via
Voglio guardare il mare
Il mio cell a tratti funziona
chiudo spengo lo butto via
Il mondo può aspettare
Voglio guardare il mare
Dal tramonto all’alba
in questo giorno di dardi
infuocati
e frinire di cicale e canti di grilli
e vele bianche a toccare il cielo
sfinito addormentato mai vinto
Voglio guardare questo azzurro
che s’infittisce di stelle
tra alberi ingemmati di nidi
alla scogliera
E pigolii di notturno ritrovarsi
sotto il manto velato della sera
Voglio guardare la rara gente
che guarda ancora il mare
E il cielo e le rare nuvole
e il profumo di salmastro che respira
di vento che respira di barche e di onde
che piano s’addormentano
come pianto di bimbo
tra le braccia della mamma
(non c’è più fretta di giorni
ho solo voglia di guardare il mare)
E per oggi, quasi sazia di mare, mi fermo qui!
Cara Angela è un flusso di parole dense di vita vera l'insieme di queste tue poesie. Le ho lette come fossero onda che mi ha sommerso e ho colto un senso del futuro ancora grande e meraviglioso, nonostante le situazioni dure e dolorose a cui fai cenno. Tra tutte però prediligo "Mare di paura"....che in poche righe focalizza il duro presente, ma lascia un piccolo spazio alla speranza. Ti mando un grande abbraccio, Giulia
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