L'amico carissimo Antonio Licastro ha segnalato una splendida poesia di Alda Merini: Germogliava in lei la luce/ come se in lei in piena notte/ venisse improvvisamente il giorno/ era aulente come una preghiera/ provvida come/ una matrona, era silenzio, preghiera e voce./ Ed era così casta ed ombra/ e luce, che su di lei si alternavano tutti/ gli equinozi di primavera./ Se alzava le mani le sue dita diventavano uccelli/ se muoveva i suoi piedi pieni di grazia/ la terra diventava sorgiva/ se cantava tutte le creature del mondo facevano silenzio per udire la sua voce./ Ma sapeva anche essere muta./ I suoi occhi nati per la carità, esenti da qualsiasi stanchezza/ non si chiudevano mai/ né giorno né notte/ perché non voleva perdere di vista/ il suo Dio. Salvate la valle del Signore./ per camminare Dio bambino/ ha bisogno di un prato,/ per camminare Dio bambino/ ha bisogno del mondo./ Salvate la madre di Dio,/ ella è tenera/ ed è solo una fanciulla,/ ma tiene i coltelli della sapienza/ nel grembo per aprire un varco al demonio.
“Mi tieni” di Pasqua Sannelli: E mi tieni/
passero l’ala spezzata/ Ti ho dato me stessa/ le notti insonni/ i lunghi sorsi
di cielo/ bevuti al chiaro di luna.// Mi tieni imbracata/ questo sporco
lenzuolo/ Ti ho dato spighe di grano/ e papaveri rossi/ in albe remote// Mi
tieni avvinta/ in una catena dorata/ la capigliatura odorosa/ marea vagabonda/
di onde turchine// Mi tieni la mano a fare/ silenzio del grido/ sulla bocca
tumefatte ciliegie/ Ti ho dato il sole vergine/ il profumo del timo/ i tramonti
di porpora d’oro/ la mia non scritta poesia// Ti ho dato la mia anima diafana/
fondo di cristallo muto e offuscato./ Tu mi tieni e mi scavi/ spogli i turgidi
seni/ di latte rappreso/ Ti ho dato la divina essenza degli occhi/ ogni forma e
libbra della mia carne// Tu mi hai strozzato in gola il respiro/ ti ho dato il
cuore/ potrebbe contenere persino le stelle/ Lascia la presa perché/ io possa
volare fin dove/ giunge la vita e inizia la notte// Appendi le mie scarpe in
cucina/ Abbi cura di te. Ci guarda il destino
“Baci a ogni donna” di Marco Zanchi: Mamma Nonna/ Nipotina / Principessa e Regina/ Terra
Luna /
Sera e Mattina / Rosa Mimosa
/ Pioggia fina /
Oggi il mondo / indossi la gonna
/ metta il rossetto / baci ogni Donna
“IN TE” di Vito Davoli: In te ogni
rintocco/ ogni minuto movimento di lancette/ ogni istantanea ingiallita al
fumo/ ogni speranza ogni fatica/ in te.// In te ogni passo/ ogni cammino e
sguardo/ incuriosito./ Ogni carezza magnetica/ all’ombra/ ogni petalo ogni
furore/ in te.// In te ogni feto/ ogni placente che rompe le acque/ chiedendo
di conoscere la vita./ Ogni cratere ogni luna ogni lato/ ogni stretta di mano
ogni/ marea/ in te.// In ogni orizzonte/ ogni impronta di memoria./ Ogni
materna scorza di ferita/ ogni stella ogni granello di sabbia/ in te.// In te
ogni alito/ogni voluta verticale d’uomo./ Ogni ebbrezza ogni capogiro/ ogni
caduta ogni profondità/ in te. (da Carne
e sangue, Tabula fati 2022).
Anna
Mininno: E
penso a te, donna,/ nel pudore che tinge le tue gote/ o che il volto celi al
mondo/ e alla tua stessa bellezza/ A te che lotti, pena la vita,/ per il
rispetto che ti è negato/ A te che in guerra/ sei vittima della follia/ A te
che attraversi il mare/ stringendo al petto il tuo bambino/ e che, nell’estremo
atto/ d’amor sublime,/ sei Pietà per chi poi piange il tuo destino/ E penso
soprattutto a te, uomo,/ che potresti capovolgere l’abisso
“IL GRANDE SOGNO OVVERO LA LIBERTA’”
di Anna Gramegna: Chi sei per essere il padrone?/ Chi sei per
impedirmi di vivere a modo mio?/ per dirmi in nime dell’<amore>,/ questo
voglio o non voglio,/ questo è buono, questo è immondo?/ Non sono libere/ le
farfalle di volare,/ gli alberi di fiorire,/ gli uccelli di cantare?/ Ed io/
debbo sottostare al tuo volere,/ capire solo quello che ti fa piacere!/ Volo
con la fantasia/ da questa casa/ che per me è prigionia./ Mi ritrovo sulle rive
ardenti,/ nelle piazze,/ fra le genti/ in cerca della libertà mia/ smarrita per
la via. (per tutte le donne!).
Francesca
Petrucci: Per la pace, per il pane e per le rose. Viva la Giornata
internazionale della donna!
“Donne da ESEMPLARE UMANO” di Maria Pia Latorre: Siamo donne con il canto delle madri in tasca.
(Peccato per tutti i meravigliosi
video e le splendide canzoni e la carrellata delle Donne straordinarie che
meritano di essere festeggiate ogni anno per tutti i trecentosessantacinque giorni
dell’anno! Grazie, Maria Pia carissima! E condividi il tuo scrigno prezioso,
che non posso postare sul nostro blog!).
“Il cuore di mia madre” di Elina Miticocchio: è un pane lievitato/ con cura e nel tempo/ conosce la fatica/ non si
stanca/ di spezzarsi/ di farsi briciola/ conosce il segreto dell’amore
(Abbiamo incontrato tante donne che sono state nutrici, e ancora rappresentano
un faro per la nostra vita. Mia madre è in queste rapide parole. 8 marzo 2024
Elina Miticocchio)
“Arrossire” di Mariateresa Bari: Ti hanno
chiesto/ di non arrossire/ recidere il gambo/ e sogni e lacrime tacere.// Ti
hanno chiesto/ di fare spazio/ di sgomberare ogni zampillo/ e lucidare
sorrisi// E tu/ sotto le coperte/ hai imbustato parole/ e, ubbidiente, hai
ubbidito// Ubbidito ai sermoni/ sulle ciglia in disordine/ e nascosto in tasca/le
pupille// Ma nell’imo un fremito/ e tu/ figlia del tuo tempo/ sfogli utopie e
ti fai tempio// Sei fremito di luce sulla pelle/ essere nell’etere/ e dal gelo
del silenzio/ scongeli il petto// Nel grappolo dei giorni/ sei tu che conti
(questi miei versi, nati qualche tempo fa, per noi, donne perfettamente
imperfette!).
“8 marzo” di Luisa Varesano: Stai/ tu/
vagando./ Sorridi./ T’adombri./ Quale nuvola/ passando/ oscura il sole?// Passi
lo straccio/e piroetti/ sull’erba./ Voli/ con una foglia/ ballerina/ sull’ala/
di un refolo di vento./ Ti posi leggera/ sull’ultimo scoglio/ a bere acqua
chiara/ con gli occhi.// Piangi/ col bimbo morente./ Lotti sgomenta/ col mostro
cocciuto/ che t’opprime/ il seno/ e non sai…/ Non sai.// Allora ti guardi/ allo
specchio/ e ti chiedi se…/ E speranza t’infiamma/ del domani/ e scaccia le
delusioni del presente.// Sì./ La libererai quella voce/ che rimbotta furtiva/
nella gola./ Prenderai le armi forgiate di sguardi sinceri/ e carezzevoli
piume/ e vincerai/ le tue battaglie d’amore… … e intanto una voce/ ti blocca il
decollo/ e ti àncora al suolo/ con potenti catene:/ “Mamma,/ mi fai un panino?”
(da Scampoli di Poesia, dedicato alle
Donne che “creano” nel loro quotidiano di mamme/ mogli/lavoratrici…).
Federica
Nolasco: … Sai dove s’incontra il nostro filo, prima ancora di intrecciarsi? Nella
condivisione. Condividere significa avere qualcosa in comune con gli altri,
vuol dire proprio “dividere con”. I miei beni più preziosi li ho spartiti nel
quotidiano, storicamente, con chiunque. Il tempo, donato senza misura allo
scambio dell’ascolto, abbinato all’orazione, alla lettura; la penna, l’arduo
parto che ha reso le mie pagine figlie dei muri, degli occhi dei curiosi; la
cura, di ciò che è bello, di ciò che appare brutto finché non lo si trasforma,
la rivoluzione della materia grezza in opera d’arte. Quei passi per inseminare
il selciato erano in comune a te anche quando non esistevamo, tuttavia il bene
ha il potere di trasmettersi per via, di persona in persona. Avrò incontrato
degli infanti infelici, a cui avrai reso il pomeriggio lieto, che di sicuro mi
hanno restituito speranza. Avrò scritto qualche rigo che ha emozionato un
passante, che quella sera avrà stretto più forte sua figlia. Il tuo contributo
diventa mio, il mio diventa tuo. Questo traslare del bene che, senza gambe ma
con le ali - martoriato, ma infinito - ci
ha connessi nella rete della vita, è una certezza indissolubile. Ci sarà sempre
un po’ di te in ciò che è bello.
“Cieli di giovinezza” di Angela De Leo: Dispero in tempo di gelo/ che una rosa/ accenda i miei occhi di donna/
di spine e favola dimenticata/ Bagnati di pioggia/ i miei occhi persero il
sogno/ Rimpiangono cieli di giovinezza/ di debuttanti al primo ballo./ Gli anni
scivolano su steli riarsi/
Scivolano / e non c’è più un
oceano di baci/ in cui affondare viso e cuore/ Ma poi d’improvviso/ si frantuma
in zolle/ di quasi primavera/ un capriccio di marzo/ e su rami desolati/ ha
fatto nido un germoglio/ di mimosa e gaggìa e una festa/ di sole dimentico del
sogno rosa/ che riesplode nei campi/ al primo richiamo di rondini/ Rosa di
candido pudore/ i miei ritrovati tredici anni/ Festa di seni/ non ancora
sbocciati allora/ che i tuoi occhi annegavano nei miei/ nella casa dei gatti di
parole di foglie…
E noi ci diamo una voce di poesia che
non si spenga in un giorno. Grazie. alla prossima. Angela/Lina.
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