Ieri ho lasciato parlare il cuore per ricordare tutti i momenti di gioia e di lacrime di felicità vissuti a Roma. Non ho parlato, però, di due persone che tracimano il cuore perché, con le loro PAROLE universali che abbracciano tempo e spazio, si sono sistemate nell’anima in tempi diversi e con modalità diverse ed io me le tengo strette strette per stare meglio con me stessa e con gli altri. Parlo di Selvaggia C Serini, la fantastica traduttrice dei miei versi in inglese e di tutte le PAROLE magiche dette il 27 maggio al Marriott di Roma: sensibilissima, bravissima, coraggiosissima. Di lei ho già parlato, ma sento l’urgenza di continuare a farlo perché senza la sua dedizione alle mie parole da tradurre, con tutte le difficoltà presentate dai miei versi spesso visionari e di difficile lettura, e compenetrandosi mirabilmente nello stile connotativo della mia scrittura, molto probabilmente non ci sarebbe stata la mia silloge STEPS, pubblicata dall’Università di Dallas e forse neppure il Premio Gjenima.
E
Milica Ostojic, giornalista
professionista presso l’Associazione della Stampa Estera in Italia. Una persona
molto importante nel modo della Stampa, ma per me preziosissima amica che, dopo
la devastante caduta a Belgrado, nell’ottobre del 2019, mi è stata vicino con
costante presenza, grande amore, protettiva tenerezza. Altro luminoso esempio
di grandezza e umiltà. Miliza è venuta a Roma per starmi vicino in un giorno
così bello ma anche per svolgere il suo compito di Giornalista, intervistando con
grande professionalità un po’ tutti i fantastici Relatori. Come non essere
grata ad entrambe? Come non nominarle per assaporare questa felicità insieme? GRAZIE GRAZIE GRAZIE...
E, intanto, le loro voci sono per me un richiamo di altre voci incontrate spostandomi da Roma al Sud, nel barese in Puglia, dove sono le mie verdi radici, che s’inchinano ai sempreverdi ulivi…
Con Gjeke Marinaj, il 28 maggio siamo approdati a Corato, dove vivo, per
riprendere a parlare di STEPS e di Premio Gjenima anche a Modugno, nella
mattinata del 29 e a Corato nella stessa serata, per completare il viaggio
delle PAROLE a Bitonto, la sera del 30 maggio.
A
Modugno (Bari), come già detto, Cettina
Fazio Bonina, fondatrice e Presidente di Porta d’Oriente, nonostante
fosse alle prese con le sue molteplici attività culturali, con una presenza quotidiana
da capogiro su tutto il territorio barese, non ha perso tempo nell’organizzare
in onore del prof. Gjeke Marinaj una mattinata nella Sala Consiliare del Comune
di Modugno, prontamente coadiuvata, come sappiamo, dal Sindaco, ing. Nicola Bonasia, e da tutto lo staff del
Consiglio comunale. Ebbene, avrei dovuto riportare qui l’accurato excursus del
mio percorso poetico da parte del carissimo amico Raffaele Nigro, ma nei giorni scorsi non ne ho avuto il tempo. Provvedo
oggi perché davvero ne vale la pena leggerlo: Conosco Angela De Leo da almeno trent’anni, una donna gentile e
innamoratissima della poesia, in una stagione certamente precedente il suo
bisogno di fondare conPeppino Piacente la SECOP e passare da Bitonto, la città
degli ulivi, a Corato. Un’operazione coraggiosa questa che spiega anche il
carattere della donna che è stata con Giancane, Bellino, Bizzarro e altri poeti
tra i maggiori esponenti del gruppo La Vallisa. Un gruppo che, secondo la
visione culturale di Giancane, tende a scoprire talenti in ambito letterario.
A proposito della sua poesia, proprio
Bizzarro credo abbia espresso a proposito del primo libro di versi, Ancora un fiore, edito nel 1982, il parere di una creatività neo romantica. Parole accolte
e confermate da Biagia Marniti, la poetessa di Ruvo, che aggiunge a questo
giudizio, una “modulazione spesso lorchiana, circolare e istintiva”. Ma il
neoromanticismo non dice nulla, dal momento che i tre quarti della produzione poetica
italiana di questi anni è tutta neo romantica. Anzi ho da rilevare che il
romanticismo pervade anche gran parte della narrativa del nostro tempo, che sia
storicistica e che sia minimalista. Credo piuttosto a ciò che della De Leo
scrisse nel 1990 in Periferia Centrale
Marco Ignazio de Santis. Il primo affacciarsi della giovane Angela alla
finestra della società è venato da una purezza d’animo e da una forma di
innocenza che le impedisce di vedere il volto vero dell’umanità. Ma col passare
del tempo quella maschera cade, ed emergono “i volti di gesso/ truccati d’urgenza/
per la commedia umana/ sul palcoscenico della vita”.
Non a caso, il titolo della seconda
raccolta è Sul naufragio del
sole, che denuncia il crollo della verità
e della luce che ha illuminato finora la vita. Siamo nel 1986 e il romanticismo
si è trasformato in voglia di combattere, di “graffiare il silenzio”, spaccare
le maschere e far venire allo scoperto il volto vero della società. La poesia
potrà anche sgorgare incantata, ma la ragione è tale che la bloccherà e offrirà
una ben diversa forza di lottare. Questi versi, rileva Maria Marcone nelle
pagine introduttive, si intridono di pathos e di rabbiosa consapevolezza che c’è
un gioco perverso nella vita, il candore dell’anima si scontra con la
torbidezza della collettività. Il mondo è altro da quello che noi abbiamo
creduto e sperato.
Ma a salvare l’autrice dall’angoscia è
l’adesione al gruppo della Vallisa, la scoperta dell’amicizia e della
possibilità di vedere intorno un grande muro di solidarietà. È il tema
affrontato nel 2004 da Il gelso e
le rose, edito da SECOP. Gli amici
allargano le braccia e la accolgono, danno conforto e aiutano la giovane a
difendersi. Sono gli anni in cui la De Leo dà molto credito al gruppo de La
Vallisa, è aperta all’amicizia con Daniele Giancane, la Santoliquido, che si
uniranno all’amore immenso che le portano i membri della sua famiglia: “noi
punto fermo mai uguale”. Una dichiarazione aperta di amicizia viene
testimoniata, ad esempio, dallo studio su Giancane edito nel 2015 da Solfanelli
come La fanciulla ermafrodita. Ma ormai
ha aperto la sua attenzione a un macrocosmo di interessi. Comincia ad occuparsi
di prosa, di critica d’Arte e di fotografia, introducendo il volume di Marcello
Carrozzo, mentre avvia lunghi rapporti con la Serbia, partecipando insieme ai
vallisiani a molti convegni e soprattutto acquisendo e coltivando una lunga
amicizia con Dragan Mraovic, poeta, scrittore, già console serbo a Bari e traduttore
di molti poeti pugliesi nel suo Paese. È Dragan che promuove manifestazioni e
premiazioni di autori baresi a Belgrado. Un’amicizia che purtroppo ha creato
nel tempo dei dissapori all’interno del gruppo. Ciò si è risentito all’interno
della poesia della De Leo, perché l’apoteosi dell’amicizia espressa in gioventù
ha prodotto riflessioni amare sulla vita, che nel frattempo è stata funestata
anche dalla morte del suo compagno. Versi raccolti nel volume edito dalla SECOP
Il gelso e le rose.
Comunque, una lunga esperienza poetica
che è sfociata in ultimo nella produzione di altre prove letterarie, con una
raccolta di racconti, Trattenendo
il respiro, romanzi che ricalcano la
propria condizione esistenziale di questi anni, fitta di un rinnovato interesse
per la scrittura e per la promozione culturale ed editoriale. Con la rivista
<Correlazioni universali> stigmatizza la necessità di confronto tra
culture e l’incontro tra poeti di varia provenienza geografica, mentre nella
rivista <NEDA> si accolgono tematiche di vario genere, storia, geografia,
antropologia. Non ultimo è un blog creato dalla De Leo la poetologa. Allo scopo di “incontrare gli altri sul
filo della poesia e della scrittura in genere. Per promuovere ascolto,
reciprocità, confronto, comprensione e condivisione”. Raffaele Nigro
Grazie
dal più profondo del cuore, Raffaele, hai fatto un lungo, attento, prezioso
lavoro di ricerca, documentazione, di avveduta intuizione su certe posizioni
che mi hanno sempre vista come “Alice nel paese delle meraviglie” fino a che
uno “specchio rivelatore” non mi abbia condotto a frugare nell’ombra acquitrinosa,
da cui ho dovuto salvarmi fuggendo mentre feroci coltelli stavano per
raggiungermi alle spalle. Ma qualcuno ebbe la forza e il coraggio (c’è stato
sempre qualcuno a comprendermi e a volermi bene) di avvisarmi in tempo per
evitare lo scempio di una mia silloge poetica, a cui il grande e compianto Giorgio Bàrberi Squarotti aveva fatto
una recensione così generosa da segnare una amicizia straordinaria di grande
stima ed affetto fino all’ultimo giorno della sua vita. Quella soffiata più che
me salvò da una pessima figura chi aveva ordito il tranello alle mie spalle. Con
Giorgio, invece, è stato un rincuorarci e sostenerci a vicenda, perché, mi
diceva e scriveva in uno scrigno prezioso di lettere, aveva scelto me che usavo
in ogni cosa il mio cuore di poesia, oltre l’insolito incanto visionario della
mia scrittura…
E
ora ho le lacrime agli occhi per la tua limpida e vera amicizia e per quella
generosa e sincera del grande critico torinese che d’estate abitava
poeticamente le sue amate Langhe.
Ma
un’altra grande consolazione mi proviene da un altro grandissimo critico
letterario, Il prof. Giovanni Dotoli
che con te, nella nostra mattinata modugnese, ha fatto dei commenti a caldo
sulla mia poetica desunta da STEPS,
la silloge che Gjeke Marinaj ha
pubblicato presso la sua Università di Dallas. Alle parole di Dotoli, di cui
purtroppo non ho potuto conservare testimonianza, è seguita la richiesta di
alcune mie poesie da far pubblicare sulla sua Rivista internazionale <NORIA>. E oggi tale invito si fa
sogno da realizzare a breve. Mi è giunta notizia che i miei versi saranno
pubblicati sul n. 6 della prestigiosissima Rivista <NORIA>, dal respiro francese
e non solo, essendo il prof. Dotoli, come ben sai, docente presso l’Università
della Sorbona di Parigi.
Cosa
chiedere di più ai miei 81 anni di ininterrotta poesia? Cosa chiedere di più
alla vita e al buon Dio? Sono doni incommensurabili che solo l’AMORE, di cui
sono circondata, supera e si fa pane quotidiano, in cui includo sempre gli
altri. Non so portare rancore. E non è un merito. Sono fatta così. Ma il cielo
è talmente grande che ci comprende tutti avvolgendoci d’azzurro…
GRAZIE, prof. Dotoli! GRAZIE, Raffaele! GRAZIE, miei carissimi Cettina e Antonio! Alla prossima con tutti voi che amate leggere le mie parole. Sempre grata, Angela
Nessun commento:
Posta un commento