Oggi è San Primo. Un santo poco conosciuto,
anche perché Primo è un nome insolito, piuttosto raro oggi. Non così nelle
famiglie patriarcali di un tempo, quando al primogenito spesso si dava il nome
Primo appunto, al secondogenito, Secondo, Terzo, Quarto ecc. Personalmente,
ricordo Don Primo Mazzolari, un educatore partigiano che ero solita
abbinare a Don Lorenzo Milani, che il 26 giugno di 55 anni fa ci
lasciò con sgomento perché difficilmente avremmo avuto un educatore come
lui. Primo Carnera, il famoso pugile, campione mondiale. Primo
Levi, l’infelice e sfortunato scrittore di Se questo è un
uomo, un romanzo di forte denuncia sociale e umana sui campi di
sterminio nazisti, in cui Levi visse la sua straziante deportazione. Fu tra i
venti sopravvissuti dei 650 ebrei italiani che viaggiarono con lui verso la
Polonia. Mi piace riportare qui le PAROLE della poesia “SHEMA’” (parola
ebraica che significa “ascolta” in apertura del libro, quasi una invocazione ai
lettori, per non dimenticare: Voi che vivete sicuri/ Nelle vostre
tiepide case/ Voi che trovate tornando a sera/ Il cibo caldo e visi amici:/
Considerate se questo è un uomo,/ Che lavora nel fango/ Che non conosce pace/
Che lotta per mezzo pane/ Che muore per un sì o per un no./ Considerate se
questa è una donna,/ Senza capelli e senza nome/ Senza più forza di ricordare/
Vuoti gli occhi e freddo il grembo/ Come una rana d’inverno./ Meditate che
questo è stato:/ Vi comando queste parole./ Scolpitele nel vostro cuore/ Stando
in casa andando per via,/ Coricandovi alzandovi:/ Ripetetele ai vostri figli./
O vi si sfascia la casa,/ La malattia v’impedisca,/ I vostri nati torcano il
viso da voi.
E non c’è bisogno che io commenti. E, a proposito di
ricordare, anche per alleggerire il peso di tanti misfatti contro l’umanità, desidero
riprendere il discorso dei nostri sei incontri, per il Maggio dei Libri,
che si sono tenuti con sempre crescente interesse, in tutto il mese di maggio
presso l’Openourbooks di Corato. Purtroppo non ho potuto
partecipare a tutti i sei incontri, ma è stato bello dialogare il 24 maggio con
il mio carissimo amico, poeta/eroe, cileno Germàn Rojas e il
pubblico composto perlopiù da altri nostri Autori, scrittori, poeti,
giornalisti, sulle caratteristiche originalissime della Poesia di Germàn
attraverso il libro bilingue (spagnolo-italiano) MARIA-MARIA,
ultimamente edito dalla SECOP edizioni di Peppino Piacente. È stato un
dibattito molto interessante sulla figura di MARIA-MARIA e sulle altre figure
femminili importanti nel cuore del poeta, prima e dopo Maria. La lettura in
spagnolo di alcuni versi da parte di Rojas ci ha offerto la possibilità di
scoprire la magia della musicalità della poesia spagnola, l’incanto di tutte le
stelle del firmamento a cascata nel materializzarsi in numerose metafore “a
cometa” del nostro grande Poeta.
Un momento di grandissima emozione è stato quello in cui il
bravissimo pittore Luigi Basile di Corato, noto anche in
Italia e all’estero per i suoi luminosi e romantici volti di donna, ha regalato
a Germàn, una sua opera dipinta proprio per lui in quanto concordata con
l’editore Peppino Piacente per realizzare, con il talentuoso graphic Designer
Editoriale Nicola Piacente, la copertina di MARIA-MARIA ultima edizione.
Meritatissimo il lungo applauso e l’abbraccio fraterno della Bellezza della
PAROLA con la BELLEZZA dell’ARTE.
La sera del 29 maggio, invece, è stata dedicata al
Prof. Gjeke Marinaj, venuto da Dallas in Texas per parlare di
STEPS, la mia silloge poetica, di cui sappiamo tutto ormai. Ma Gjeke è un vero
mago dell’affabulazione e ha incantato il numeroso pubblico con i suoi guizzi
di ironia e di autoitonia, in cui è maestro, con le sue risposte sulla poesia
italiana e straniera, fino a parlare dell’importanza della poesia dei giovani
nel terzo millennio. Due ore che ci sono sembrate un soffio tanto sono volate
in fretta.
Molto interessante il dialogo di Gjeke Marinaj con Gigi
Mintrone, il nostro beneamato scrittore di Mamma, colorami il cuore,
in cui egli parla a cuore aperto di tutte le difficoltà che ha dovuto
affrontare e superare nella vita, a causa di alcune disabilità fisiche,
presenti sin dalla nascita. Gjeke è stato felicissimo di intavolare una
conversazione in inglese, parlato disinvoltamente da Gigi. Ma decisamente
interessanti sono state le domande di Federico Lotito, Mariella Medea
Sivo, Luisa Varesano, sua amica e traduttrice ufficiale in questi giorni
baresi, Maria Giovanna dell’Aere, che gli ha regalato una sua
vividissima opera di grafica, con suo marito Giovanni Romano, altro
inglesista DOC; di Umberto Bari con sua moglie Isabella
Antonacci; di un giovane nostro poeta, reduce della vittoria di Talent° da
Poeta, con una domanda in perfetto inglese. Solo io, tapina, ascoltavo
estasiata il linguaggio del corpo, dello sguardo, del volto, non conoscendo
quello d’oltreoceano. Ma è stata una diversa magia in una serata che si è
protratta oltre l’orario di chiusura. E sembrava che nessuno volesse andar via.
I ragazzi dell’Open erano visibilmene stanchi, ma altrettanto visibilmente
entusiasti. Siamo tornati a casa più ricchi di conoscenze, di cultura di sogni,
di poesia…
Sono stati, dunque, giorni molto intensi e alquanto
faticosi per noi tutti e soprattutto per le mie sempre verdi (si fa per dire)
81 primavere; giorni, culminati con la mattinata del 29 a Modugno e la serata
del 30 al Teatro Traetta di Bitonto, di cui ho abbondantemente parlato. Oggi
chiudo così il cerchio, per andare oltre verso l’estate che tarda ad arrivare.
In questi giorni di solito negli anni passati al passato remoto, eravamo soliti
festeggiare San Primo ad Alimini 1 nel Salento, un luogo incantevole in una
multiproprietà molto famosa e molto chic. Scuola permettendo. Oggi niente più è
come in passato. Ma il mio pensiero a Primo lo traduco in versi:
Noi due
Aggrappata alla luce
di questo nuovo giorno
sono ricordo e nostalgia.
Ma canto la vita col suo incanto
sento il dolore lontano
quasi una eco senza risposta
- tutto è come doveva essere
niente avviene per caso -
Un sentiero di rovi e rose la vita.
Dono d’amore fu saperci in due
in una moltiplicazione di noi
che oggi sorride ai lunghi anni
vissuti con te e senza di te.
E canta le mie forti fragilità.
Sono ancora vittoria del cuore
sul tempo buio e sul pianto…
(a noi due tra terra e Cielo)
A risentirci. Angela/lina
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