Sei anni fa, improvvisamente, mi giunse la notizia che il
mio meraviglioso amico Cris era volato tra le stelle a solo quattro giorni
dalla sua nascita avvenuta il 18 dicembre del 1929, 87 anni prima. Ottantasette
anni, Cris? Per me ha avuto sì o no otto/dieci anni per tutta la vita e oltre
la vita. I poeti non muoiono mai del tutto. Erigono un “Monumentum Aere
Perennius” (Ars Poetica di Orazio), pur conservando dentro di sé
l’eterno “fanciullino” di pascoliana memoria.
Cris, ancora oggi, tra le stelle, illumina il firmamento
quale grande poeta e grande attore. E non può essere altrimenti. Ben lo sanno i
suoi amici attori, da Lino De Venuto, straordinario Van Gogh sulla scena di
tanti prestigiosi Teatri, a Vito Signorile, che ancora emoziona e accende e
riscalda, con la sua voce, la sua antica e nuova “Casa”: l’Abeliano. I baresi,
e non solo, sanno di cosa parlo…
Oggi desidero parlarvi di Cris con alcune “sue” poesie che
nessun altro poeta avrebbe potuto scrivere, né potrebbe uguagliare.
Mi sono state inviate da Caterina, sua amatissima figlia e
mia preziosa amica. Caterina, la dolce, la tenera, la sognante. Caterina.
Ritengo che siano le poesie senza età di Cris senza età.
Poesie, di cui ignoravo l’esistenza, fra le tante di cui lui, negli anni, circa
una quarantina, mi ha fatto dono. Ed io oggi le dedico a quanti mi leggono e mi
vogliono bene come DONO di Natale. La prima s’intitola semplicemente
POESIA:
Il gioco delle parole
come quello delle tre carte
quante volte chiamato poesia
Carta
che vince
carta
che perde
è
qua e non là
forse
che sì forse che no
la
giro la rigiro
-
dov'è la verità?
carta che vince
carta che perde
cavallo o Re
È la poesia che non a caso apre la breve raccolta: poesia
solo apparentemente come gioco perché è carica di significati molto profondi e
decisamente attuali. Poi, eccone un’altra, che lascio a voi “assaporare”:
Vorrei
avere la gola di una lucertola
allorché, in una mano di pietra e d'ombra,
sveste il suo corpo di vergine malinconica
e in sé cerca parole impossibili e suoni
d'un lamento anteriore
Vittorio
Bodini
(da:
"Appunti di poesia" 1943 - 1961)
Vorrei ancora poter guizzare
lucertola verde
nella tua culla bruna e ròsa
e alla fine della fatica
riposare come bagnante al sole
aspettando il risveglio
e il ritorno delle leggere parole
messaggere di neonati gemiti
a
venire
(Cris/O)
Ogni commento mi sembra superfluo, data la poesia ispiratrice e dati i versi ricchi di germogli di nuove poesie, ora solo appena accennate nell’anima come i primi balbettii dei neonati.
Ed ecco “PAESE SERA”, un suggestivo rifacimento di antiche
credenze popolari tra la ballata e la magia delle voci di leggende popolari:
" s'udì dal pozzo un chiamo di bambina "
" sposò sette sorelle con l'inganno "
" comparve la Madonna al croce via "
Canzoni di morte e amore al paese non finivano mai di
stupidire
Ogni angolo d'estate ricantava
" e così che l'ortolana fu Regina "
" il brigante avvelenò l'abbeverata "
" la notte spense il sole in pieno giorno "
I ritorni dei trainieri erano pieni di ombre che facevano
mascìa
- Gesù Giuseppe Purissima Maria brucia il diavolo e fallo
scomparire -
" ruba il soldato l'amante al cappellano e al
colonnello rifiuta d'obbedire "
Storie di morte e amore al paese non finivano mai di
stralunare
Ogni cerchio di donne raccontava
" si uccisero a coltello due fratelli "
" nel capaso un tesoro di Turchia "
" fu impiccato alla luna insieme a lei "
Ogni - oh- oh - di bimbo ripeteva
eco d’incantamenti morte e amore
del
paese
Anãtta
Zens’0
E per oggi vi lascio incatenati a questo incanto, mentre tra
un verso e l’altro attraversiamo le stelle sparite in questa sera di pioggia,
che non le cancella. A domani. Angela
grazie Angela davvero davvero per queste pagine dedicate a papà che esprimono il sincero e grande affetto che vi legava e che lui in qualche modo ha trasmesso a me certo che avrei saputo coltivarlo con cura. È il suo amore che ci lega... per sempre❤️
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