Non scrivo da oltre una settimana perché non sono serena. Cerco di non coinvolgere chi amo e mi ama, i parenti, gli amici virtuali e reali, i lettori, ma non posso fare a meno di essere angosciata. Di essere in attesa che qualcosa migliori, per farmi coraggio, pur sapendo che non migliorerà. Che non si risolverà per il meglio, come ho strenuamente pregato e sperato. Che l’estate sia uno smemoramento di mare-cielo e una rinuncia annunciata. Pure, è forse per disperdere pensieri che scrivo. Per fermare il giorno? Forse. So solo che non voglio pensare… vado in deviazione per non pensare… scrivo di una estate che da tanto non è stata più la stessa e che mai più sarà:
“ROSSO
SORRISO D’ESTATE”
Con passo
felpato di gatto nero
Avanza la
notte con occhi di stelle
Nei miei
occhi persi di treni perduti
Nel bosco del
tempo andato…
E mi trema
dentro un mistero
D’acqua di
mare che sogna
Passi
d’azzurro a lasciare orme sul cuore
Perché nulla
vada dimenticato
Prima che la
luce riaccenda l’alba
(Dono che
ancora mi ricama
Rosso sorriso
di seta e geranio
Su labbra d’estate di rosso accese)
“UNA
STORIA SENZA FINE”
… danzano
ballerine nell’azzurrità del mare
le ore
dimentiche di tempo e di stagioni.
Volano le
loro braccia al cielo delle nuvole
ed è già
preghiera di perdono
tra sussurri
di gocce che respirano dai fondali
correnti
sotterranee e insidiose
su antiche
illusioni di coralli e di sirene
e forzieri
d’oro puro
che i pirati
sottrassero ai re d’ogni contrada.
S’apre come
fiore d’acqua e di luce
la danza a
imbrigliare occhi incantati
che sanno il
magico canto della vita
a trattenere
i giorni in sospensione
e tutto si fa intreccio di storie senza
fine...
“MARE DI PAURA”
Si gridava “il mareeeeeee!”
abbagliati
dal suo antico splendore
E si urla “oh
mare!”
rosso di
sangue nero di morte
E il cuore ha
brividi di paura
Un gabbiano
vola e stride di dolore
sull’indifferenza
assassina dell’uomo
(stanotte
fioriranno stelle di luce
a incantare
occhi grandi bambini
che non
sanno)
“VOGLIA
DI MARE”
Voglio
guardare il mare
Non c’è
connessione internet
chiudo il
computer e lo butto via
Voglio
guardare il mare
Il mio cell
funziona a tratti
chiudo spengo
lo butto via
Il mondo può
aspettare
Voglio
guardare il mare
Dal tramonto
all’alba
in questo
giorno di dardi
infuocati
e frinire di
cicale e canti di grilli
e vele
bianche a toccare il cielo
sfinito
addormentato mai vinto
Voglio
guardare questo azzurro
che
s’infittisce di stelle
tra alberi
ingemmati di nidi
alla
scogliera
E pigolii di
notturno ritrovarsi
sotto il
manto velato della sera
Voglio
guardare la rara gente
che guarda
ancora il mare
E il cielo e
le rare nuvole
e il profumo
di salmastro che respira
di vento un
respiro di barche e di onde
che piano
s’addormentano
come pianto
di bimbo
tra le
braccia della mamma
(non c’è più
fretta di giorni
ho solo
voglia di guardare il mare)
“SERE
DI MADREPERLA E DI VOLI”
Sere di voli
e di grondaie vuote.
Ferito di
madreperla il cielo
al canto
della luna rinasce.
Sbocciano
ancora rose nel giardino.
Sul balcone
fioriscono di sole
gerani con
bocche vermiglie
(lontano un
richiamo di mare
mi trema
d’attesa negli orecchi)
Continuerò
nei prossimi giorni se potrò… appena… forse… per essere insieme e attingere da
tutti voi puntelli d’amore a sostenermi. Grazie! Angela/lina
Nessun commento:
Posta un commento