domenica 1 gennaio 2023

1° gennaio 2023: "ABITARE POETICAMENTE IL MONDO" è ancora possibile?...

Nella notte di San Silvestro, ho ricevuto da due carissimi amici un libro magico che mi ha commosso fino alle lacrime. Si intitola "Finché le stelle saranno in cielo" di Kristin Harmel. E in un angolino in basso: "Anche nei tempi più bui si nasconde una luce inattesa". E subito penso a questo Nuovo Anno bambino che da stanotte sta mettendo i primi passi e ripenso a quanto ho scritto qualche anno fa, col desiderio di un nuovo anno in cui poter tutti abitare poeticamente il mondo. E mi piace riproporvi il testo:                 ABITARE POETICAMENTE IL MONDO

Mi chiedo: Ha la poesia ancora oggi la possibilità di essere veicolo di salvezza in un mondo devastato dalla violenza e dalla indifferenza? È ancora possibile vivere in questo mondo con poesia? Solo alcune riflessioni: “Abitare poeticamente la terra” è il titolo di un libro di poche pagine ma di pregnante e ricchissimo contenuto poetico-culturale del noto critico letterario italiano Emerico Giachery che, nel donarmelo, alcuni anni fa, in un incontro nella sua Roma, mi disse che quel titolo, che a me sembrò subito bellissimo, gli era stato suggerito da una espressione attribuita al poeta  tedesco Friedrich Holderlin, ripresa successivamente dal filosofo Martin Heidegger, il quale puntualizzò che l’avverbio “poeticamente” stava a significare “essere alla presenza degli Dei ed essere toccati dalla vicinanza dell’essenza delle cose”. Che per me consiste nell’illuminare di tenerezza il quotidiano, che la scrittura vivifica con le sue innumerevoli voci che accendono i suoni della vita: i profumi, la musica, il sogno della terra, dei fiori, dei prati, delle acque, le nuvole, le onde, il mare… È necessario, allora, ritornare ad ascoltare le voci della natura, come facevano gli uomini primitivi, quando la natura non era ancora “desacralizzata” (Carlo Sini).

Prendere, magari, a modello i bambini che, con naturalezza, abitano poeticamente la terra. Si stupiscono. Si meravigliano. Non programmano i loro giorni, ma li vivono solo giocando e nel gioco e con il gioco imparano a scoprire il mondo, giorno dopo giorno, conquista dopo conquista, abbandonandosi senza steccati e senza confini al fluire del tempo. I programmi che noi adulti siamo soliti fare, frazionando il tempo, segnano dei limiti e delle strade obbligate, che dobbiamo percorrere se vogliamo realizzare i progetti che ci prefiggiamo di raggiungere. Ma così sacrifichiamo libertà e creatività. Forse sarebbe meglio avere solo degli intenti da perseguire e da trasformare pian piano che viviamo, escogitando di volta in volta il “come”, nel rispetto della libertà del “come” degli altri, di tutti e di ciascuno. Sarebbe bello formare delle cordate per aiutarci a vicenda e sentirci solidali, forti, felici. Ci riapproprieremmo così della semplicità della vita. E, del resto, lo stesso Heidegger affermava: “Lasciamo essere all’ESSERE”. Abbandoniamoci all’esistenza e tutto potrebbe accadere nel tempo giusto e nel luogo giusto. Non vivono gli uccelli cantando e ricamando i cieli di voli senza l’ansia del cibo o di programmare il nido che a primavera riempiranno di pigolii e fremiti di ali? Ecco, anche gli uccelli come i bimbi vivono poeticamente il mondo. E così la natura tutta quando segue il corso delle stagioni, le albe e i tramonti, lo sfolgorante mormorio delle stelle.

Lo so, adesso mi taccerete di retorica, di romanticismo, di scarsissima aderenza alla realtà, perché quest’ultima ha le sue leggi, le sue priorità, la sua arcigna faccia quotidiana. I suoi problemi. La sua sofferenza insita nelle nostre fragilità e nella nostra stessa umanità. No. Non ho dimenticato la realtà. Mi preoccupa, mi spaventa, mi fa “tremare le vene e i polsi”. Ma non per questo devo rinunciare ai miei sogni. Alla mia Poesia. Il poetare di Holderlin veniva definito: “illuminazione, veggenza, stato di grazia”. I poeti sono allora dei privilegiati per un dono assolutamente gratuito che li salva e li salverà sempre.

Ma bisogna fare attenzione nell'"abitare poeticamente il mondo" con le nostre poesie, dettate spesso per semplice amore della scrittura. Nei “Quaderni di Malte” Rilke afferma che i versi sono esperienze che si vestono di stupore. E le esperienze diventano così l’atto più alto del vivere. Prima di scrivere un solo verso, egli afferma, bisogna aver visto molte città, aver conosciuto gli animali e le piante; sentito il volo degli uccelli e ascoltato il linguaggio dei fiori; ripensato ai sentieri percorsi e a quelli mai attraversati; ritornare all’infanzia, alle ferite inferte ai nostri genitori per le inevitabili ribellioni; trascorrere i mattini davanti al mare e sognare tutti gli oceani. Più o meno così. Ho citato sul filo della memoria. Non ho tempo per documentarmi. Questo tempo parcellizzato che distrugge il tempo, la libertà, la creatività. La nostra stessa umanità. L’Armonia che non ammette vuoti e si sostanzia di pienezza e di unità. La Poesia. E la poesia per William Blake è “vedere il mondo in un granello di sabbia/ e il cielo in un fiore di campo/ e l’eternità in un attimo”.

Se la poesia, dunque, è tutto questo e molto molto altro ancora, allora è possibile abitare poeticamente il mondo. Oggi più che mai. Non possiamo andare al fondo del fondo. Inevitabilmente si torna a galla. Non ricordo più chi abbia detto che “l’ora più buia prelude alla luce” e non può essere altrimenti. I primi segnali di rinascita ci sono. L’amore per la lettura che lentamente rinasce. E la lettura è il volano della conoscenza mediata dai libri, ma ampia e suggestiva. Profonda. perché ogni pagina può essere riletta, meditata, rielaborata. E, poi, ci sono i giovani che stanno riscoprendo l’impegno senza dimenticare i sogni. Sono i nostri giovani che amano tornare sulle barricate, sporcarsi di fango e di sangue per salvare vite in pericolo, per accogliere chi non ha più nulla. Non esistono solo i ladri i violenti gli assassini che la cronaca quotidiana ci sbatte in prima pagina per fare audience. Ci sono anche i poeti, i nostri poeti rivoluzionari che cominciano a ribellarsi contro un mondo che vorrebbero diverso, migliore, più giusto, più corale e solidale, più vero. Ci sono. Esistono. Solo che non fanno notizia. Il bene è silenzioso come la foresta che cresce contro il rumore dell’albero che si schianta.

“Quando la gioia accade/ fatecelo sapere…”, ammoniva la grande poetessa serba DesanKa Maximovic con il cuore pregno d’amore anche dopo i novant’anni. Ed io voglio concludere gridando che i miracoli accadono basta riconoscerli e gridarlo ai mille venti perché anche gli altri e gli altri e gli altri ancora ne abbiano contezza. E voglio cominciare dal miracolo dei giovani. I giovani sono il nostro futuro, la nostra speranza. Guai se non sentissimo più germogliare nel nostro cuore questa tenera fogliolina, di cui prenderci cura perché continui a verdeggiare. Non è solo importante partorire un figlio o un’idea. È fondamentale prendersene cura e continuare a farlo fino a quando non ci abbandonano le forze. Certo, ci vuole coraggio e determinazione, ma abbiamo ricevuto in dono mente, mani e cuore. E con questi meravigliosi doni, gli uomini di “buona volontà” sono sopravvissuti ad un mondo ostile e pieno d’insidie e di cattiveria, e di violenza e di guerra e di catastrofi naturali e non. E sono sempre rinati. Perché ogni volta hanno scoperto dentro di sé quella luce che ha rischiarato le tenebre ed ha annunciato una nuova alba. Delitto sarebbe ignorarla. Come lo sarebbe ignorare la memoria storica che ci riporta al passato e ci fa scoprire che il mondo non è nato con noi. Per evitare errori e per far tesoro di chi anche in passato è riuscito ad abitare poeticamente il mondo. E i luminosi esempi non mancano. 

Mio nonno ce lo ha insegnato con i nostri giorni nutriti di fiabe, con le sue mani colme di fiori e di frutti, con il suo amore per noi, per gli altri, per la vita. 

 SERENO ANNO DI RINASCITA A TUTTI! Angela 

PS. Oggi è il COMPLEANNO fra le stelle proprio del mio amatissimo nonno, di mio padre e di Primo, mio compagno di vita per circa cinquant'anni. Il primo dell'anno era una grande festa nella nostra casa: tre generazioni legate a doppia mandata dal compleanno che era anche un filo d'amore ad avvolgerci tutti. Ancora oggi una luce contro il buio... A presto ancora insieme...

1 commento:

  1. Cara Angela c'è tutto in questa tua pagina: il mondo, il buio di questo periodo storico, la poesia che ci salva, la vita che si rigenera attraverso i giovani, e ci sei tu, che ci guidi nelle nostre affollate dimenticanze. Grazie cara, grazie alla vita( come cantava Mercedes Soza) che ci ha dato tanto...e noi ce ne dimentichiamo. Vivi felice per molti anni ancora perché tu ci trasmetti amore.

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