Tre giorni fa, come ho già scritto, è stato il compleanno della mia dolcissima mamma (103) da oltre vent’anni vissuti tra le stelle e il nostro cuore. Ebbene, proprio nella notte in cui le ho scritto la centomilionesima poesia, nei rari momenti di dormiveglia, l’ho sognata. Anzi, è stato un sogno a più riprese, in cui c’era sempre la sua tenera presenza accanto a me. E c’era il mare e ad un tratto lei mi diceva di seguirla oltre gli scogli dove la distesa azzurra si confondeva con il cielo. E… improvvisamente mi accorgevo che ero senza stampelle e che camminavo speditamente e raggiungevo felice il suo passo di danza mentre danzavo anch’io. Leggera. Inebriata di mia madre, di mare, di cielo, di spazi infiniti… Il suono argentino di due campanelle verso l’alba mi ha riportato alla realtà: i dolori alle gambe, il ginocchio destro sempre più sofferente, le due stampelle appoggiate al comodino. Mi sono alzata a fatica, ma ho sorriso al nuovo giorno, mentre le ultime foglie dorate continuavano la mia danza nel giardino ancora in penombra…
Corriamo
verso un cielomare/ colmo di noi/ del mistero che ci avvolge/ in tanta grazia
divina/ Sei la luce/ dei giorni bui e tempestosi/ Sei incanto e nostalgia/ la
voce che mi attraversa/ l’anima e si fa poesia/ Sei il filo teso tra le stelle/
e il rimpianto/ Il prodigio acceso/ il passo di danza del perdono/ la mano
tesa/ a reggere il sogno/ dei piedi nudi in volo/ la gioia di sapermi viva/
aspettando il tuo ritorno/ nella mia casa…
Oggi è San Nicola. Nella mia casa è di
casa questo grande santo venuto da lontano. Parcellizzato in tanti Nicola che
mi abitano dentro, a cominciare dal mio adorato Nicola, figlio di mia figlia
maggiore, Raffaella e Peppino, suo padre. Poi, ci sono i tanti Nicola della
vita di mia sorella Anna Maria, che ha amato e ama infinitamente il suo primo
marito, volato nel firmamento dei Giusti ad appena trentatré anni, lasciandola
nella più totale disperazione con una bimba, Isabella, di appena nove mesi, a
cui seguì Nicoletta, nata già orfana di padre. E Isabella, parecchi anni dopo,
ha chiamato la sua prima bambina Nicole, mentre Nicoletta ha sposato un ragazzo
di nome Nicola. E potrei continuare, ma desidero ricordare che, in tanta
tragedia, Anna Maria, dopo parecchi anni, ha incontrato Gianni, che ha fatto da
padre affettuoso e attento alle sue due bambine e da nonno tenerissimo ai loro
figli…
Ma io desidero ricordare oggi Nicola,
che è stato sposo felice per soli due anni e papà premuroso e instancabile per
soli nove mesi, ancora presente però a proteggere tutti con il suo infinito
amore. Solo qualche giorno fa ha festeggiato il suo compleanno tra le stelle e
con tutti noi che lo portiamo nel cuore. Ancora e ancora. E con grande commozione
desidero dedicargli questi versi, che lo connotano nella sua veste di ragazzo
sfortunato. Lui, artista un po’ folle e ribelle. I suoi stupendi dipinti
illuminano di dolce malinconia le nostre case:
L’alba
ha scia di lontano viaggio/ senza approdo oltre la partenza/ verso il cielo di
settembre./ E ha scarne foglie dorate/ decimate da un novembre/ che trema d’autunno./
E ha lacrime di un addio il cielo/ al sapore d’inverno/ d’antiche primavere nel
cuore/ ormai dimenticate./ Tu non hai atteso la neve/ tra i capelli/ in un
avanzare di nuvole/ quasi presagio di gelo/ su sogni d’erba infranta./ Tra mani
in attesa di carezze/ non hai avuto il tempo/ di contrastare la pioggia/ con un
sorriso di sole/ mai più afferrato/ nelle braccia del giorno/ votato a
velocissimo tramonto/ che silenzioso avanza/ negli occhi d’amore smarriti/ in
un desiderio disperato di vita.// Rimani VIVO nella nostra anima/ invecchiata
di anni luce/ che oltre il pianto/ hai lasciato/ negli occhi dei tuoi virgulti/
a eternarti nei loro sorrisi.// E restituirti capelli di neve/ per le tue
ottanta primavere/ mai sfiorate (mai cancellate).
E dicembre è stato urna e culla di
Cris, il mio straordinario poeta d’anima e di tenere intese con ali dispiegate
verso voli d’infinito (18/12/1929 - 14/12/2016)
Di Cris parlerò a lungo la prossima volta. Angela
Come si fa a commentare il dolore? Quel dolore profondo che ci mette a confronto con la morte, con il diritto all'esistenza, con il diritto all'amore, con ciò che secondo noi è giusto o ingiusto..."senza approdo oltre la partenza", come meravigliosamente scrivi? Angela, hai un grandissimo cuore.
RispondiElimina