Ci sono ancora passi che zigzagano tra i sentieri d’autunno e sognano tempi migliori che difficilmente ascolteranno il nostro cuore che anela alla PACE e alla SERENITA’. “La vita è adesso” canta Baglioni con accorata sollecitudine a vivere l’attimo presente come se fosse il primo e l’ultimo della nostra vita. Senza passato e senza futuro. Senza ricordi e senza attese. Ma poi sarebbe veramente auspicabile vivere così? Penso proprio di no. Io desidero cogliere l’attimo tra ricordi e speranze in cui è ancora possibile ritrovarmi in ogni altro attimo vissuto e, spero, da vivere. Con tutte le mie passioni, i miei amori, le tenerezze, le parole dette o taciute. Con tutta me. Con tutti gli altri. Persino con questo cielo d’autunno che non promette niente di buono… Occorre allora cercarla la bellezza e scoprirla se vogliamo ancora vestirci di SPERANZA…
Accartocciata foglia
Accartocciata
foglia d’anni
è il mio
autunno d’antica allegria.
Bimba del
mio tempo breve
ridammi
il tuo filo
d'aquiloni al vento
dove legare
risposte mai ricevute
ai perché
del mare e del firmamento
e un ditale
d’argento e d’oro fino
per ogni
ago che mi ferì nell’andare.
Cantami una
ninnananna
stammi
vicino.
Oggi ho
bisogno anch’io di una culla
che mi
salvi dal tempo e dal dolore
che serena
mi faccia addormentare
tra stanche
foglie
del mio
quieto giardino
dove è più
facile riprendere a sognare
Raccontami
della fiaba
che non muore
e ogni
notte di lucciole esplode
nel mio
cuore di papaveri e gelsomini.
(di stelle
s'illuminava il tuo prato cuscino)
Ha bagliore di acceso tramonto
Ha bagliore di acceso tramonto
questo ottobre bambino
che si veste di meraviglia e di sogni
per ogni foglia che vola e non cade
Lievità dei giorni scrostati dal
grigio
dei bui pensieri su ali di vento
del tempo che mi è nemico
e mi soffia alle spalle
per darmi passi veloci
E l’autunno da attraversare
E l’inverno di neve ad attendermi
con i camini accesi e le scintille
su cui perdere occhi e sorrisi
prima di andare via.
Ma ora è tempo di tenerezza:
le mani che raccolgono rubini
e topazi che la natura sparge
tra solchi assetati di pigolii
lontani
e spenti di fiori inariditi
Incanto di nuovi ardori fiorisce
sulla punta delle dita
per raggiungere il cielo
con un bacio sbocciato di rosso
tra labbra di miele e velluto
(s’innalza ardente fiaccola
dell’anima bambina
muta come di preghiera…)
nel cielo d’ottobre
è un languido rincorrersi di stelle
questo cielo frantumato di sole
che ha onde sfinite
nel languore di un ottobre
che piange di ruggine foglie gialle
e ali di colombini
che da solitudini terrestri
cercano un volo breve
tra i rami del giardino.
Sogno un autunno visionario
che mi danzi nell’anima:
la fanciulla dal bianco cappello
ha fiori rossi intrecciati sulla tesa
e lunghi sogni imbrigliati
tra i capelli d’oro e di seta.
Buffo il cagnolino biondo
morbido tra le braccia ansiose
della padroncina nell’azzurrità
che fremita di passate primavere
e sogna quelle che verranno
se le saranno concesse.
E intanto incalza l’autunno
(io smemoro pensieri
che non vogliono pensare)
I corvi neri di fine ottobre
Dai corvi neri dei pensieri
mi libero con dita d’acciaio
che scavano versi nel sangue
dei ricordi e li scaraventano via.
Non ti fermare al mio sorriso
arcobaleno che si rifrange
nel mare dei sogni inascoltati
è un vizio che non m’abbandona
da quando bambina
assordavo le stelle con la risata
del mio dolore.
E cantavo oh quanto cantavo
con labbra di papaveri e ciliegi
e zucchero filato per addolcire
il fiele di ogni distacco.
L’assenza.
E spianare la ruga
della malinconia mia identità
mai perduta
neppure ora che è tempo di castagne
rovi e frutti di bosco blu come le
more.
Oggi che i vuoti sono squarci
nel lacerato vestito della festa.
(Lasciami il sorriso di un rattoppo
a fingermi un ricamo d’erba…)
Vedrai
Passerà questa stagione
di nuvole basse
a soffocare il cielo.
Passerà l’ombra degli uccelli
scuri sulle pietre degli inciampi
e delle desolazioni mute.
Passerà - vedrai - il vento
di levante a confondere
il canto delle foglie
con i nidi vuoti d’autunno
abbracciati al mare della sera.
Ci sarà un ritorno di lucciole
a capovolgere il cesto delle stelle
e col retino che ti diedi bambina
riuscirai a catturarne tante
per averne sempre una di riserva
a scaldarti le mani,
a vincere il buio e la strada vuota
al fiorire dell’alba.
Ci sarà e sarà festa di bandiere
e di luminarie e di prati in festa
e avrai una veste di mille sorrisi
e un solo cuore nascosto
nelle tasche di altri domani
per non fare rumore.
E sentirai la musica di mille
chitarre e un solo violino
e danzerai ballerina e acrobata
sui trapezi impazziti di sole
e troverai il sogno un tempo
azzerato più vero tra la tua casa
d’erba e il fiore rosso rubino
della tua bocca in fiore.
Intrecciati i fiumi azzurri
dei tuoi capelli d’oro e di fieno
blindati tra corone di coralli
e perle e cristalli e fili d’ambra
contro le spade di briganti
e avventurieri a trafficare
con piogge di lacrime mai versate
o forse taciute
e che mai più verserai.
E sarà chiaro di luna sui profili
curvi
dei tuoi ragazzi innamorati
a trattenere l’eternità in un bacio…
(E sarai due volte madre e felice
accadrà vedrai)
E
lasciamoci con questa speranza: “accadrà vedrai”… E domani è un altro giorno. “Si
può ricominciare!”.
Intanto, da
prima delle vacanze ho preso un po’ le distanze da FB, whatsapp e i vari social
per superare un periodo di stress dovuto al tanto lavoro a cui mi ero
sottoposta nei mesi precedenti. E sono ancora un po’ latitante. Ho bisogno di
recuperare energie, che alla mia età diventano un bene sempre più prezioso. Ma non
ho dimenticato nessuno. Siete tutti presenti nel mio cuore. Grata sempre a
tutti per l’affetto che ci lega. A domani. Angela
Cara Angela, le ultime due poesie qui pubblicate sono bellissime e ti contengono tutta. Trasmetti energia anche quando dici di essere stanca e soprattutto (senza dirlo) ci spingi ad amare la vita, che è bella nonostante tutto e bisogna assecondarla...perdutamente!
RispondiElimina