Domenica 18 settembre 2022: per il compleanno di mia figlia Daniela…
E oggi è per me e per tutti i miei cari giorno di festa: il compleanno della mia ultima nata, Daniela. E non posso fare a meno di scrivere di lei. Oltre ad essere una gioia, è anche una necessità. Per riscoprirci. Per ritrovarci. Anche tra mamma e figlia capita che, negli anni, ci si perda per strada. E non è molto raro. Anzi! Ma poi c’è sempre il filo d’Arianna dei sentimenti più forti di ogni labirinto a tirarci fuori e a farci ritrovare tutte le vie del cuore mai perdute.
È urgente, allora, riportare l’antefatto, dono di Daniela a me, nei giorni scorsi, la canzone di Carmen Consoli “In Bianco E Nero”!
E le mie inevitabili risposte per dirle “GRAZIE”.
"In Bianco E Nero"
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più felice
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito
Guardo mia madre a quei tempi e rivedo
il mio stesso sorriso
E pensare a quante volte
l'ho sentita lontana
E pensare a quante volte...
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi
e momenti di noncuranza
puntualmente mi dimostravo inflessibile
inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita
temendo una sciocca rivalità
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent'anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita
Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania
la scruto per filo e per segno e ritrovo
il mio stesso sguardo
E pensare a quante volte
l'ho sentita lontana
E pensare a quante volte...
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi
e di quella arbitraria indolenza
puntualmente mi dimostravo inflessibile
inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo
l'innata rivalità
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché......
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché ......
(Carmen Consoli)
Mio commento dedicato a te, Daniela, per il tuo compleanno:
Amore mio, mi hai dedicato questa canzone di Carmen Consoli procurandomi una immensa emozione che subito si è tradotta in lacrime. Le parole, per noi così tanto importanti, rispecchiano il nostro passato spesso dissonante per mancanza di chiavi comunicative giuste, dovute ai mille "perché" forse solo in parte oggi risolti.
E sono i perché di una visione/percezione personale della realtà, e i perché di una condizione collettiva della incapacità del tutto umana di comunicare la parte più profonda e vera di sé e del sé per via di atavici condizionamenti che sono più forti della nostra stessa volontà di superarli.
Sorridenti i primi versi che riguardano i sorrisi innocenti della prima infanzia - età dell'oro e della pienezza gioiosa della vita che esclude ogni mancata speranza. L'infanzia comprende in sé la stessa speranza - .
E i perché sono solo di stupore per la scoperta quotidiana del mondo.
Scoperta tenera di noi, del nostro stesso sorriso. E solo questo è importante. Non ci sono ferite.
Pure, il pensiero si fa subito rammarico per le inevitabili chiusure che poi ci sono state in una sorta di silenziosa e testarda "rivalità" come solo un rapporto/non rapporto madre/figlia può creare. Per infiniti motivi.
Ma i ricordi prendono il sopravvento sulle distanze del cuore. E ora riguardano i vent'anni vissuti da una madre, compresa la tua, che ha uno sguardo smarrito che guarda lontano in cerca di nuovi orizzonti. In quello sguardo si specchia anche il tuo, ora che la coscienza di te e degli altri si è fatta più profonda e lo sguardo diventa misura di intese o di nuove distonie. E quella rivalità riaffiora tra delusione e distanza. Il Distacco volontario crea un nuovo solco, vivaio di incomprensioni, simili a roventi rovi per l'anima assetata di "esclusivo amore", che bisogna dividere in quattro (come tu giustamente disperi), da moltiplicare per quattro (come io insperabilmente spero). Imperfezione dei buoni propositi che si scontrano con le pietre d'inciampo della realtà, spesso vissute da entrambe, per ragioni opposte, come macigni. E i perché rimangono irrisolti in quel precipizio che il nostro cuore affida alla mente in una invocazione d'aiuto che difficilmente si avvera negli anni delle ansie e delle assenze per lavoro (e non solo) per una madre, e degli appigli di identità i primi palpiti del cuore (e non solo) per una figlia. E i perché senza risposte si moltiplicano all'infinito. Dilatando a dismisura il dolore taciuto e quello rinfacciato, inseguito dal tormento della colpa spesso soffocato da parte della madre, spesso esplicitato con richiesta di perdono da parte della figlia.
E, intanto, il tempo ignaro dei tormenti umani, ci attraversa e ci salva in qualche modo, offrendoci nuove prospettive degli accadimenti e nuove deduzioni di senso e di significato delle nostre personalità ideali e reali, delle disgiunzioni vissute e delle congiunzioni attese, sperate. E il tempo delle motivazioni giunge e annulla quello delle giustificazioni. Nessuno deve giustificarsi per le proprie imperfezioni. La nostra inevitabile umana imperfezione ci restituisce finalmente all'Amore incondizionato che tanta sofferenza ha causato perché mai riconosciuto e che pure ci abitava dentro. Forte, testardo appassionato vero come solo l'infinito Amore sa essere in una congiunzione di radici cielo/mare/prato, che s'inazzurra di nuovi giorni, dall'alba al tramonto, restituendoci le stelle della sera per vincere ogni buio...
Ti amissimo. Mamma
minuti fa)
Per il tuo compleanno, mia Daniela.
Disgiunzioni d'incontri...
Divergono rami d'albero
dall'unico tronco
che ebbe radici di terra
e braccia rivolte al cielo
di tutte le stagioni.
Manciate di tempi lunghi
nelle incomprensioni di parole
silenzi gesti richiami voci parentesi di ogni non detto
da perdersi nelle nebbie
di un passato remoto irrisolto.
Sempre presente e distorto
e mai falso mai vero.
Disgiunti incontri di giorni attesi
come giochi di incastri mai vinti,
come promesse rimandate
di luna in luna,
di foglia in foglia,
di risacca in risacca
con ritorni di onde sorde
alla battigia di ogni dove
o negli oscuri fondali marini,
dove affondarono tutti i velieri
con scrigni di orizzonti perduti in fondo al mare delle illusioni
- deluse ceste d'incomprensioni -
- Comprendimi -
Disgiunzioni improvvise
o programmate di pensieri
senza ritorni né sorrisi
da conservare nel palmo
della mano
con nodo al fazzoletto
per dirsi ciao e mai addio
Ci rivediamo
- arrivederci -
al finestrino dell'ultimo treno.
Divergono binari in continue
disgiunzioni...
un allontanarsi piano
per dirsi tutto l'amore
del mondo
Occhi lontani per non guardare il vuoto
che il cuore incompreso
lascia lungo strade di non ritorno
che sempre prima o poi
ritornano
(ma niente è come prima
tutto è rinnovata speranza d'antico amore
che ritorna
Ritrovato
Compreso
Assoluto)
Per te
E non ci sono più parole. Solo un abbraccio di ANIME nel mai perduto AMORE.
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Carissima Angela, hai espresso il meglio del tuo cuore di madre e di poeta. Nelle vite di noi tutti ci sono pietre d'inciampo, ma (come ben dici) nessuno deve giustificarsi per le proprie imperfezioni, si può solo uscire allo scoperto professando condivisione e amore. Grazie per l'umiltà dei tuoi pensieri condivisi.
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