E prima di riprendere con le azzurre ali del cielo/mare
desidero fare ancora una volta gli AUGURI a chi festeggia oggi il proprio
onomastico con il bellissimo nome di ANNA: semplice, palindromo, ricco della
meravigliosa significanza del divino mistero della maternità tardiva di
Sant’Anna, accettata con amore insieme al suo sposo Gioacchino. Entrambi
s’inazzurrarono nelle vesti celestiali di Maria, tenera e dolente Madre di Gesù
e Madre nostra…
E ricomincio con il fascino del mare al tramonto.
Tramonto sull’acqua
Frenesia di uccelli e cicale
caldi di sole.
Dal cielo lontano
lento in agguato un falco vola.
Occhiuto sorveglia il fuoco vivo
che sull’acqua il tramonto dipinge.
Un velo di cipria rosata,
volto languido di donna
di misteriose trasparenze sirena,
si ribella allo scoglio fatato
e alla sera che avanza di luci.
Casette solitarie
nascoste nel bosco delle fate,
dimora di ninfe e folletti,
contendono l’azzurro alle sirene
e alle vele che forano i coni
azzurri del cielo.
Oro puro si scioglie
tra siepi d’oleandri in fiore.
Il sole si sfinisce su nenie di barche a riva
bianche di luna vincono l’eternità.
Illumina
Il buio della notte buia
il chiarore in ascolto del prato.
Serenata di grilli
Profumo di gelsomini
Risate dei bambini
prima del bacio della buonanotte:
ricamo di intuite stelle
il sogno nel buio.
(Lontano un mormorio di onde
è attesa del nuovo giorno
più che dell’alta marea la luna)
Mare 2015
il mare è sentiero meridiano
che brulica di stelle
e si racchiude a conchiglia con la valva del cielo
sul tufo bianco di basse case del Salento
tra erba asfalto e incubo di cemento.
S’inginocchia il mare
alla fedeltà di torri sentinelle a coste aspre
un tempo violate da turchi e saraceni.
In questa rosa d’azzurro
di onde increspate
ho inabissato il cuore ferito
dall’assalto feroce d’improvvisi corsari
amici di lungo corso e d’antiche intese.
Ho un cuore svuotato
colmo d’inasprito stupore
e mille domande di frantumata rabbia
roccia devastata da tempeste d’acque
spaventate di vento e urlo di saette
a sbriciolarsi in millenaria sabbia.
Rumore di risacca annulla orme
di tempo condiviso
ignaro di violenza che ha suono di follia.
(ora mi culla una nenia di barche solitarie
uncinate all’unica stella cadente
che ha ancora respiro di cielo)
Il canto del mare
Era un canto di barche e di marinai
quell’anno che con chitarre
solcammo il mare per scoprire la libertà
oltre la riva.
C’erano i miei diciotto anni
e i tuoi baci,
un brulichio di stelle in gara
con i sogni e le azzurre acque
ad inventare l’amore
(avresti voluto offrirmene
il
brevetto…)
Voglio tornare al mare
Richiamo d’azzurro in questa tregua
di giorni di pioggia e di vento
presenti alla collina.
M’invita il mare ad ogni squarcio
di nubi radenti e una briciola di sole.
Portami dove la sabbia è d’oro fino
dove mi viene incontro
il tuo cuore bambino
che sogna sulla battigia l’antico
castello della festa
e un volo d’aquiloni a ridere di cielo.
Tra il frinire di cicale e siepi di ligustro
ai miei fragili sogni offri riparo
e una vela bianca a portarmi
dove
finisce il giorno.
Quando andrai al mare
non dimenticare i miei occhi
a riempire panieri di onde
fiorite di lapislazzuli e stelle marine
per gl’inverni che verranno.
L’abbraccio di sale sulla pelle di sole.
Il tempo che rimane
e quello che sogni di conchiglie
ed echi di mare ha trascinato
con la sua rete di frodo.
La nenia delle barche il rombo dei motori.
Le mani a nido sul volto levigato
e gambe a falce tra spruzzi di panna
a navigare allegria.
Oggi abisso di rimpianto è il mare
di piedi nudi disuguali e una scia
d’azzurro senza più la libertà di osare
eppure gli occhi sono ancora
approdi d’oceani alla sconfitta dei giorni
su passi dimentichi della riva
(faro e conchiglia per rinascere schiuma)
Nutrimi di mare
Portami nel secchiello ancora il mare
perché possa sentirne la carezza l’odore.
Raccogli per me bianche conchiglie
addormentate nella sabbia dorata
sognanti fanciulle in attesa di un castello
e del principe azzurro e il primo bacio.
Nutrimi di mare.
Dissetami di onde e di alte maree
(da qualche parte ha pensieri di perle
e conchiglie il canto notturno della luna).
Se oggi sogno un porto sicuro,
non dirmi che sono stanca di navigare.
Nel guscio di noce che mi finsi barchetta,
bianca vela di carta leggera incollai
per non andare lontano in cerca
di facili approdi al riparo di un faro.
Persa nei miei sogni di bambina
che attraversava tutti gli oceani
ad un passo dalla riva.
C’è stato un tempo che il mare
era suono di chitarre, nenie di sirene
e verdi vele a osare il cielo di lacca
o delle rinate stelle ad ogni buio
cielo, incantato dalla mia risata:
tintinnio di mille forzieri e un solo soldino
per tentare a testa o croce la sorte
tra fondali di corallo e una sfida di baci.
E la riva guardata da lontano
e il puntino nero l’ansia di mia madre
all’orizzonte rovesciato di ombrelloni,
spicchi di sole su giochi bambini
con fiabe colorate da ascoltare.
Oggi più non m’appartiene il mare,
ma sussulto d’acque e d’antichi richiami
è il nastro azzurro oltre i campi e le case
che i miei occhi a festa cinge con sventolio
di mani nei giorni vestiti di silenzio
sulla terrazza assolata della mia casa
(sì è ancora lì a sorridermi il mare…).
Stanchezza nell’anima stanca
Stanchezza nell’anima stanca
che lotta contro scogli aguzzi
dove a brandelli sanguina
il corpo lacerato che non sa
più volare né immergersi
tra i flutti che spumeggiano
di bianca trina in superficie
e conservano rossi coralli
nei fondali che beffe si prendono
di forzieri di perle di mare e di
velieri
senza vele
E si conclude così il mio viaggio azzurro in questa estate
che ha mille nubi ad oscurare il sole. Ma io confido nelle stelle che sono
oltre il buio a raccontarci il sogno del nostro perderci e ritrovarci nel
tumulto sempre acceso del cuore. Nonostante tutto. Buona estate. Ancora una
pausa per riscoprire energie e ali...
Dopo Ferragosto riprenderemo a volare insieme…
Angela-Angelina-Lina
Ciao Angela, felici giorni a te a alla tua cara famiglia in questo cocente agosto e grazie per questa "scorpacciata di mare" che ci hai fatto gustare coi tuoi versi da alta tessitura. Un abbraccio, Giulia
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