Sere di madreperla e di voli
Sere di voli e di grondaie vuote
Ferito di madreperla il cielo
al canto della luna rinasce
Sbocciano ancora rose nel giardino
Sul balcone fioriscono di sole
Gerani con bocche vermiglie
(lontano un richiamo di mare
mi trema d’attesa negli occhi)
Vento d’estate
Uno sventolare di lenzuola gonfie di libeccio
e sono vele sui terrazzi di calce contro
un cielo inseguito da nuvole d’afa
in pomeriggi estivi che piegano al sonno
i pensieri dei vecchi e dispiegano ai giochi
le ali dei bambini con secchielli e palette
e castelli di sabbia e fiabe mai più narrate
dagli adulti distratti da sudore e zanzare.
Problemi della vita dell’ultimo minuto.
Si sta braccia conserte sull’inutile dolore
del mondo dimenticato e lontano.
E il mare incanta occhi di terra e di città.
I vecchi marinai offrono rughe e piaghe
all’ultimo sole che di ombre si sfalda
tra i rami lunghi degli alberi nel viale.
La sera s’affaccia in un brulichio di stelle,
il vento s’acquieta tra dune di sabbia
e nei nidi tempestosi nasce il silenzio.
Rosso di rosso sangue
Rosso di rosso sangue è la ferita
dell’amore deluso e poi disperso
sul mare d’agosto che si tinge di oro
e porge ai miei fianchi tregua al dolore.
Bruciammo di passione quella notte
che ci vide sognare tra le stelle
e un canto aveva e labbra di corallo
e baci di fuoco a tatuare la pelle.
Fu grido e pianto l’attimo vinto
dal tempo che non perdona
agli amanti l’amore.
Qui dove il mare
Qui
dove il mare è dono di cristallina luce…
qui vorrei riposare
alle onde lasciando stanche membra
e tra ciglia un desiderio di sole
C’è stato un tempo di corse alla battigia
e canti d’amore a vele spiegate
a gola piena le risate
Oggi mi stanca un ricordo
di stanca nostalgia
(solo il mare immutato ha sorriso
d’eternità)
Pensieri vele
Vele i pensieri
Vanno alla velocità del vento
Libertà di onde
che arano il mare
sfiorano l’azzurro di un sogno
remoto
sorriso di giovinezza
fugato da furia di nembi
e fragori lontani
Il cielo si perse negli occhi
di tristezza
e un disincanto senza fine
divorò coralli e frantumò il cuore
Altro tempo allora che la riva
aveva orme di passi vicini
e i ti amo sulla sabbia
erano firma d’incancellabile amore
Eterno
Unico
il solo a bastarci vivere
e sapere di noi
alga e scoglio
onda e veliero
vela e timone
per tentare una rotta che non fosse
dimora di stazioni sbagliate
di treni persi alle fughe solo pensate
Al coraggio di nuove rive
opponemmo tutti gli orizzonti di casa
ancore e catene
e tutti i naufragi che dilatarono il viaggio
e lo resero infido e pericoloso
oltre l’infinito
E sono qui
raggomitolata in un pugno di rabbia
che non vuoi capire
e non offre via d’uscita
ai pensieri-gambero che temono
il mare lo scoglio la risacca
il tempo a imbuto
la determinazione a restare
(fu solo inganno il sogno di partire…)
Notte blu di mare amaro
… luna blu negli occhi
e tra le labbra
in questa notte blu che sa
il mare e sfiora il cielo.
Capovolto cielo di cristallo.
E una pioggia di stelle
- petali di luna in lacrime di sale -
si sfrangia in rami di silenzio
che sa di mare.
La balena bianca di Sidney
oggi canta una nenia
antica di megattera riaffiorata
dal mistero di acque lontane.
E ali d’azzurro ha dispiegato
a sfiorare ciglia chiuse di bimbo
che sogna braccia di madre
e ditale di culla
per scacciare il dolore
- e spade e fucili spianati su giorni vinti -
in un bacio d’amore perduto
in fondo a una barca che affonda
sotto il grido che sale
nel respiro che si perde
di un altro giorno che fa male.
Saremo in mille in una lacrima
non versata a riflettere la resa
all’indifferenza dei tanti arresa
o in centomila miliardi saremo
A cantare inni alla speranza?
(datemi una chiave per aprire
il grembo bianco della luna
e uncinare una favola al cielo
da legare al dito
del bimbo non ancora nato
perché rinasca il mondo
nel profumo di zucchero filato)
Del mare il sorriso
Arabesco di nuvole
con dita di seta
sfiora il tormento dell’alba
che invano attende il primo sole
a incontrare i nostri occhi.
Incanto di questo giorno
che ha un sogno tra le ciglia
e il sorriso del mare,
un pensiero di miele
tra pensieri di nostalgia.
È un frastaglio di monti il cielo
e luglio si veste di smeraldo
e d’argento tra il mirto e gli ulivi
sparsi in questa terra
di rovi e covoni
gialla di grano.
Sboccia tra l’erba tenera
sulla terrazza assolata
di rose rosse un ramo,
boccioli si schiudono
con labbra zuccherine
di ragazza
innamorata dell’amore.
E una vela bianca
danza l’attesa delle ore
condivise tra morbide braccia
di mare.
E anche per oggi va bene così. Mare mare mare: mia felicità e mio tormento, mia attesa e mia nostalgia. Eterno rimpianto. Rinnovato sgomento. Voglia il cielo restituirmi ancora gocce d’azzurro a disperdere il rosso che non riesco a dimenticare.
Grazie infinite a Giulia Basile che ieri mi ha fatto dono di un suo meraviglioso commento che ha riacceso l’azzurro del sogno e il verde della Speranza…
Grazie alle tante altre corrispondenze a salvarmi dai bui pensieri…
A domani!
e tra le labbra
in questa notte blu che sa
il mare e sfiora il cielo.
Capovolto cielo di cristallo.
E una pioggia di stelle
- petali di luna in lacrime di sale -
si sfrangia in rami di silenzio
che sa di mare.
La balena bianca di Sidney
oggi canta una nenia
antica di megattera riaffiorata
dal mistero di acque lontane.
E ali d’azzurro ha dispiegato
a sfiorare ciglia chiuse di bimbo
che sogna braccia di madre
e ditale di culla
per scacciare il dolore
- e spade e fucili spianati su giorni vinti -
in un bacio d’amore perduto
in fondo a una barca che affonda
sotto il grido che sale
nel respiro che si perde
di un altro giorno che fa male.
Saremo in mille in una lacrima
non versata a riflettere la resa
all’indifferenza dei tanti arresa
o in centomila miliardi saremo
A cantare inni alla speranza?
(datemi una chiave per aprire
il grembo bianco della luna
e uncinare una favola al cielo
da legare al dito
del bimbo non ancora nato
perché rinasca il mondo
nel profumo di zucchero filato)
Del mare il sorriso
Arabesco di nuvole
con dita di seta
sfiora il tormento dell’alba
che invano attende il primo sole
a incontrare i nostri occhi.
Incanto di questo giorno
che ha un sogno tra le ciglia
e il sorriso del mare,
un pensiero di miele
tra pensieri di nostalgia.
È un frastaglio di monti il cielo
e luglio si veste di smeraldo
e d’argento tra il mirto e gli ulivi
sparsi in questa terra
di rovi e covoni
gialla di grano.
Sboccia tra l’erba tenera
sulla terrazza assolata
di rose rosse un ramo,
boccioli si schiudono
con labbra zuccherine
di ragazza
innamorata dell’amore.
E una vela bianca
danza l’attesa delle ore
condivise tra morbide braccia
di mare.
E anche per oggi va bene così. Mare mare mare: mia felicità e mio tormento, mia attesa e mia nostalgia. Eterno rimpianto. Rinnovato sgomento. Voglia il cielo restituirmi ancora gocce d’azzurro a disperdere il rosso che non riesco a dimenticare.
Grazie infinite a Giulia Basile che ieri mi ha fatto dono di un suo meraviglioso commento che ha riacceso l’azzurro del sogno e il verde della Speranza…
Grazie alle tante altre corrispondenze a salvarmi dai bui pensieri…
A domani!
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