venerdì 3 giugno 2022

Mercoledì 1° giugno 2022: un viaggio nei miei ottanta sogni appena sfiorati...

 “Quando la gioia accade/"Quando la gioia accade/fatecelo sapere/quando esplode nel cielo/un fragore di stelle/a migliaia..."

Sono versi dell'amata Desanka Maximovic, la più grande e compianta poetessa serba, più volte incontrata in Italia e in Serbia. Ultranovantenne, parlava ancora d'amore come una ragazzina innamorata dei suoi vent'anni. E incitava poeti scrittori e giornalisti a dare notizia al mondo della gioia e dell'amore, più che della guerra e del dolore per superare sempre l'una e l'altro.

Anch'io a ottant'anni sento una gioia nuova che mi vibra nel cuore e di cui oggi voglio parlare.

Mi sono sentita avvolta d'affetto come sempre e come non mai nel giorno del mio compleanno.

E sì, desidero parlarne per poter ancora una volta dire "grazie alla vita" e a quanti hanno condiviso con me il gioioso accadimento: festeggiare i miei sogni ancora intatti.

La mia immensa gratitudine va innanzitutto ai miei figli, i miei generi e i miei nipoti che hanno voluto tradurre in realtà questi sogni a mia insaputa come carezze d'anima.

La mia grandissima gioia e profonda gratitudine anche nel sentirmi circondata da tanti parenti e amici venuti anche da lontano per donarmi amore a piene mani, rendendomi felice.

                                               FELICE!!!

E qui, da oggi, desidero ricordare tutti, proprio tutti, uno per uno, perché... "quando la gioia accade..." è bene raccontarla.

Anche per dire semplicemente ma urgentemente GRAZIE!

E così vado a incominciare: in primis, comunque, sento l’urgenza affettiva di ringraziare Peppino, mio genero, per il suo filiale affetto che lo porta da anni a prendersi cura di me e della mia salute, e che, di volta in volta, ha fortemente voluto organizzare i miei vari compleanni con memorabili megafeste, di cui un giorno, se ci sarà tempo, scriverò per i miei adorati nipoti, Nicola e Anna Paola, perché non se ne perda memoria. Lo ha sempre affiancato nell’ardua impresa Raffaella, ma questa volta con i loro due ragazzi. Una vera e propria carboneria, per evitare il benché minimo trapelamento dell’amorosa/amorevole avventura. 

A questi quattro prodi e angeli custodi hanno fatto eco i miei figli “romani”, Ombretta con Riccardo, Giuliano con Viviana, e Daniela, che hanno tradotto le loro stupende idee di tangibile amore in un “Quadro fotografico della famiglia negli ultimi quarant’anni” (bellissima e faticosissima opera di Ombretta con Riccardo), e con deliziosi video rammemoranti i miei tanti lustri di sposa, mamma, grafomane impenitente con penna poetica incorporata (Ombretta e Daniela). E, in più, un ironico e tenero video di mio figlio Giuliano, che ha sfruttato i suoi amici famosi (addirittura Luca Argentero) per un insolito, divertito e divertente augurio di compleanno.

Intanto, l’evento, programmato nei minimi dettagli, da Peppino, si è trasformato, per sua volontà, in un vero e proprio viaggio della memoria, andando a ritroso nel tempo, come hanno evidenziato concretamente e metaforicamente le quattro torte di compleanno in andata e ritorno: i vent’anni con i versi di Neruda; i quaranta, con una frase famosa di Pirandello; i sessanta, con un’ode alla vita sempre di Neruda; gli ottanta ancora Neruda, con inversione di marcia. In pratica sono tornata ai miei vent’anni e ai tanti anni da vivere ancora. Per giungere almeno a cento, come da sempre mi riprometto, tenacemente, coraggiosamente, stupendamente incosciente e folle. Di quella incoscienza e follia che adoro e che nessuno può cancellare tra mente, cuore, anima, cielo, mare, azzurrità di una meta che si smemora di allegria e magia. inconsistente. Come di notte ho scritto:

 Nel sogno dell'alba

lanterne di rosse ciliegie

accesero il mare

e sonnolente barche

sorpresero la luna

a navigare sulle bianche ali

del veliero a un passo dal cielo.

Sorridono papaveri nel giardino

a me che strinsi patti d'amore

tra parole da dire per lasciare

un segno sulla pelle degli anni

un segno di follia appena

sull'albero della cuccagna

dove salire con passi di festa

e un solo cuore

prima di lasciare la scena

ai sognatori e ai giocolieri

prima che la musica irrompa

di felicità e inondi la lacrima

di un sorriso lasciato a metà

Metà strada tra ieri e oggi

sorprendendo ogni nuovo domani

con mani di nuvole...

Sarò carezza per ogni giorno già vissuto da vivere

(nei palmi aperti sarò racconto

di lontana nostalgia)

E, infatti, ecco il primo step del viaggio: la festa tra la notte di venerdì 27 e l’alba di sabato 28. Mi avete fatto sognare e per una notte ho avuto solo vent'anni con tutto il vostro tangibile Amore ricambiato...

GRAZIE a tutti i presenti, agli assenti, a quelli che sono ali di Luce nel cuore.

Grazie anche ad Antonio Saracino, proprietario della masseria che ci ha ospitato, riservandoci in esclusiva il locale interno per gli ampi spazi che offre, una cena che ritengo abbia sostituito egregiamente il solito buffet, e i suoi sentiti e commossi auguri, prima di andar via. Come solo i veri, grandi amici sanno fare.

Il secondo step è tutto da raccontare: sabato mattina, 28 maggio, giorno effettivo del mio compleanno, dopo la colazione con tutti i miei figli in giardino, tutti mi hanno sollecitato a mettere quattro passi per entrare dall’altro cancello per vedere ancora le “mie” rose fiorite. L’invito mi aveva sorpreso, ma data l’insistenza ci sono andata. E qui l’altra indescrivibile, commovente sorpresa non solo delle rose ma soprattutto di un grande albero di magnolia, piantato nottetempo con la complicità di Pasquale, il nostro operaio tuttofare, e tanto di gru e di carro attrezzi, in un angolo del giardino dove prima svettava una quercia poi, per la siccità, appassita con mio grande dispiacere. Ebbene, da una idea di Ombretta, immediatamente abbracciata da figli, generi, nipoti, ancora una volta in combutta tra loro, la magnolia, chiamata “Magnolina” era là davanti ai miei occhi stupiti, commossi, trasognati… in ricordo di una magnolia da me tanto amata del minuscolo cortile della “Casa delle fate” (con tanto di tetto rosso a punta e persiane verdi alle finestre e tanto bianco bugnato alle pareti esterne con una scala che portava dal pianterreno al primo piano), nostra sognante dimora estiva nel Salento per oltre un decennio, e con una motivazione bellissima letta da Raffaella: l’albero, simbolo di rigenerazione e del perenne rinnovarsi della natura, del fluire della vita di generazione in generazione. E, cosa meravigliosa da sottolineare: dalla finestrella della camera da letto-studio che condivido con Anna Paola, dalla mia scrivania posso vedere il trionfo della natura, dell’amore e del profumo fisico e simbolico della splendida Magnolia, che avrà per sempre il mio nome. Insomma, mi hanno assicurato fissa dimora nel luogo di ogni mio giorno vissuto e ancora (spero) da vivere. Finché Dio vorrà… 

A domani. Angela Angelina Lina

  

Nessun commento:

Posta un commento